2025-03-02
Fantozzi spietato radiografo d’Italia. Lucido benché «più a sinistra di Mao»
Paolo Villaggio nei panni del ragionier Ugo Fantozzi (Getty Images)
Tornano in libreria le lettere inviate a «Paese sera» dal personaggio di Villaggio. Il ragioniere ci narra le sue miserie quotidiane intrecciate alla cronaca degli anni 70, con l’inimitabile ironia amara del comico genovese.I DIRIGENTI SONO SOLO DISTRATTI27 ottobre 1974Ill.mo, Spett.le Lup. Mann., Direttore Generale,non perdo tempo a dirLe il mio nome, indirizzo, età, quanti anni ho e data di nascita perché sarebbe una perdita di tempo inutile per Lei che ha tante cose da fare; se vuole le potrei comunicare solo una parte di questi dati, ma penso proprio che il tempo a Sua disposizione è così poco che non avrebbe il tempo di leggerli e allora preferisco non farle perdere del tempo e mi rivelo: sono il Rag. Ugo Fantozzi e già Le scrivei dome- nica scorsa proposito di quel «colonnello» Berti della Forestale.Questa settimana mi è successo un fatto che Le voglio raccontare perché Ci darà (a Lei Sig. Direttore) un’idea di quanto siano diversi da come li descrivono i «sovversivi rossi» gli Spett.li Sigg.ri Dirigenti, e come siano giudicati ingiustamente ed erroneamente anche dalla maggior parte dei Suoi Spett.li Lettori. Giovedì scorso sono dovuto andare a Milano per conto della mia Società. Queste trasferte sono molto ambìte da noi impiegati, soprattutto quelle a Milano che, essendo una città con più di 500.000 abitanti, ti dan diritto a una diaria di 7.000 lire 1 giorno. Molti miei colleghi imprevidenti spendono tutto al ristorante, ma io frego la società e non mangio! Arrivo con la cuccetta il mattino e la sera fresco e lucidissimo per il digiuno torno con un’altra cuccetta a Roma con 7.000 lire pulite pulite per andare al cinema con mia moglie.Giovedì sera allora sono ripartito dalla stazione Centrale in una cuccetta di sesta classe per impiegati. Le cuccette di sesta per impiegati hanno una sinistra caratteristica: nel corso della notte, si stringono e si accorciano, si stringono e si accorciano. Io cercai di riposare in posizione ballerino classico Nureiev, ma sarà stata la fame, non potevo dormire. Eravamo in 9 nello stesso scompartimento. L’odore era terrificante, e c’era ossigeno solo per due criceti. I miei compagni di loculo poi russavano e avevano orrendi incubi ululanti. Alle 3 di notte sono uscito nel corridoio. Per la fame avevo gli occhi lucidi, le mani due spugne, salivazione azzerata, manie di persecuzione, miraggi. Vidi subito la Beata Vergine di Fatima che mi sor-rideva. Era in piedi vicino al soffietto di congiunzione di due vetture e si teneva stretta stretta con una mano al segnale d’allarme. Io risposi al sorriso, ma poi quando mi arrivò un po’ d’aria fresca in faccia la gentile Signora scomparve.Mi avventurai allora lungo il treno e scoprii un mondo meraviglioso. Passai al buio per un vagone ristorante clamoroso, con le poltrone di cuoio e ancora pieno di odori che mi fecero quasi perdere i sensi. E arrivai al silenzio pieno di moquettes arabescate di un magnifico vagone letto. Da quella moquette emanava una tale sensazione di pulito che io mi lasciai andar giù lentamente.Mi svegliò alle 6 e 40 del mattino il conducente che scambiandomi per un cliente ricchissimo, ma sofferente di claustrofobia, mi rovesciò in gola un tremendo caffè a 5.000 gradi Fahrenheit! Lo sfrigolio sinistro e l’odore di bruciaticcio svegliarono anche altri potenti che dormivano nelle loro alcove. Ed eccoli che cominciavano ad uscir fuori in corridoio profumati come ballerine turche, con i visi gonfi come pugili e con gli abiti fetidi come barboni.Per me era un’occasione unica, anche perché avevo adocchiato il Megapresidente e il Sig. Direttore Generale della mia Società che natural-mente non mi conoscono. Aguzzai le orecchie ai loro discorsi. Venivano dalle fabbriche del Nord dove erano stati costretti a mettere molto giustamente in cassa integrazione 1.200 operai. Io pensai allora alla mia grandissima fortuna di essere impiegato e sentii per loro molta gratitudine e decisi che per il futuro sarei stato ancora più servile e riconoscente.Parlavano di vacanze: «Non si sa più dove andare: Riccione, Viareggio, la Riviera un vomito, ovunque gente oscena!». Io ci rimasi male perché capii che al solito sbagliavo tutto, io che da 2 anni mettevo da parte i soldi per portare mia moglie e mia figlia sulla costa adriatica. Avevano le famiglie a Gstaad in Svizzera, un posto che non conoscevo «per tener lontani almeno loro da tutto questo schifo che è l’Italia». Io per un attimo mi permisi di pensare che in fondo è l’Italia che ave- vano costruito loro, la classe dirigente, ma non mi sentii di insistere troppo.Io li guardavo sempre ammirato quando il treno entrò lentamente a Termini. Sulla banchina c’era una lunga striscia di braccianti calabresi che venivano dalla Svizzera per timore del Referendum. (E a tal proposito mi pregio di segnalarLe un magnifico articolo di Giuseppe Prezzolini sul Resto del Carlino nel quale l’articolista si domanda giustamente, e in questo ricorda quasi il Santo Vangelo, che cosa avrebbero fatto gli italiani se si fossero trovati in casa 5 milioni di albanesi. Credo di capire che Prezzolini consiglierebbe una notte di San Bartolomeo gigantesca).Gli emigrati erano seduti sulle loro tremende valigie di cartone tenute chiuse con gli spaghi. Avevano le facce magre e scure, marmorizzate in un dignitoso dolore. Eravamo tutti al finestrino. Il Megapresidente disse: «È stato un anno davvero terribile». «Per chi?» domandò trillando il Sig. Direttore Generale. Ma come per chi? mi permisi di pensare io, non vedi come sono ridotti questi poveretti? E il Sig. Megapresidente:«Perché non abbiamo mai avuto a Gstaad una neve così poco farinosa!».Questo solo Le volevo raccontare per fare capire a Lei e ai Suoi Lettori che questi dirigenti non so- no egoisti ma son solo distratti e che pur di farci del bene son decisi a tutto, ma proprio a «tutto».I miei più servili e umili saluti.Rag. Ugo FantozziP.s. Mi permetto vischiosamente di ricordarLe l’interessamento promessomi per farmi avere un po’ di luce nella mia stanza d’ufficio, o in mancanza di meglio una foto per mia figlia di questa Gstaad in una giornata di sole.Saranno felici?3 novembre 1974Ill.mo e Spett.le Sig. Direttore,sono sempre io, il Rag. Ugo Fantozzi, ma non vorrei che Lei cominciasse a pensare che sono un brontolone, rompiscatole e cominciasse a cestinare le mie lettere. Eccomi ancora con la penna in mano per prendere le difese di quelli che con tanto disprezzo i «sovversivi rossi» chiamano i «padroni».Faccio una premessa: io di politica non ci capisco niente e non me ne voglio occupare, che tanto non serve, e poi i politicanti fan tutti pena e se dipendesse da me li metterei tutti in prigione.Guardi io ho lavorato tutta la mia vita, io e mia moglie abbiamo sempre cercato di risparmiare perché abbiamo una figlia di 16 anni di nome Mariangela. Io son sempre stato molto servile, rispettoso e riconoscente con i miei superiori. Per quanto riguarda i giornali leggo solo lo sport che è l’unica cosa che mi interessa, di politica non leggo niente e non ci voglio capire niente perché che c’entro io con l’Italia? E poi, cosa vuole che legga? Notizie di tutta questa violenza, di rapine, rapimenti, episodi di grave intolleranza negli sta- di. Io ripeto non ci voglio entrare, ma non mi dica che non ci vorrebbe un uomo forte che metta tutto in ordine?Ma lo scopo della mia lettera è quello di prendere le giuste difese di quei «padroni» che vengono regolarmente attaccati da tutti voi capelloni. Ma è vero che al Suo Giornale son tutti capelloni e che anche Lei è un capellone? Si che! L’avevo capito sa da che cosa? Dal fatto che avevate parlato male del Papa perché ha mangiato troppo alla colazione che ha avuto con i Vescovi del Sinodo. Credo: antipasto mare, 1 tagliatella ai 4 formaggi, brasato di manzo, orata ai ferri, formaggio, dolce, frutta e caffè.Ma cosa diavolo volete che il Santo Padre non mangi? Che cos’è che vi ha resi così lividi, i 4 formaggi tutt’insieme nelle tagliatelle? Ebbene Sig. Direttore s’informi, so che c’è della gente ricchissima che le mangia con 4 formaggi!!Ma scusi, il Santo Padre è il Vicario di Cristo in terra ed ha una posizione di prestigio, che cosa vorreste che gli avessero dato i Vescovi, pani o pesci da moltiplicare?Io comunque Le confesso che son rimasto ammirato perché io - che per risparmiare mangio solo spaghetti aglio e olio - avrei passato un pomeriggio infernale con una mangiata così.Scusi comunque questo sfogo in difesa del Papa e veniamo al vero scopo della mia lettera: i Signori «padroni», che io conosco bene e so esattamente come vivono.Rispetto a noi sono molto ricchi e col denaro si possono procurare questi beni di consumo: in caso di malattia hanno diritto a una clinica privata con i migliori specialisti anche stranieri, so che solo loro; sempre in caso di grave uremia hanno diritto al rene artificiale e questo privilegio spetta solo al 15% degli italiani; tutti gli altri non aventi diritto possono morire, a meno che non si rischino un viaggio a Lourdes o un miracolo nostrano; viaggiano in tutto il mondo come Vip, con auto di lusso, in alberghi di lusso e hanno diritto di spendere per due giorni a Milano 250.000 lire, cioè quello che guadagno io in due mesi; in ogni trasferta hanno una o due puttane (dipende dal rango) prenotate per vincere la noia di un dopo cena; in aereo in prima classe evitano le code e i controlli e leggono Panorama o L’Espresso ma nella loro stanza d’albergo: Eva, L’Express e Diabolik; tessere omaggio per tutto: stadio, cinema, teatro; tutte queste spese comprese le puttane sono di «rappresentanza» e quindi a carico delle loro società statali e quindi nostro; le vacanze: d’inverno a Capodanno e a Natale sono a Cortina e d’estate a Porto Rotondo in Sardegna; hanno per finire gli orologi da polso + piccoli e + grossi e + costosi che io abbi mai visto; gli orari di lavoro sono molto comodi: 11 circa del mattino 13 (2 ore); 17,30-20,30 (3 ore): 5 ore al giorno per 5 giorni alla settimana e sono 25 ore di fronte alle mie 44; 15 giorni di vacanza d’inverno e 30 giorni d’estate: 45 giorni rispetto ai miei 12.Sig. Direttore, parliamoci con spietata franchezza: questi nostri dirigenti hanno sì molte cose, ma saranno poi veramente felici? Lo sapete che la vita è una valle di lacrime e che il regno dei cieli sarà solo di chi sarà stato rispettoso e servile ai comandamenti del Papa?Lo sapete che il denaro non dà felicità?Quindi andiamoci piano, prima di giudicarli tanto severamente: come fanno i Suoi Lettori, cos’hanno infatti i «padroni» in più di quanto non abbia già un operaio della catena di montaggio della Ducati o un bracciante agricolo calabrese?Questo Le dovevo dire e generalmente e rispettosamente La saluto.Rag. Ugo FantozziP.s. Io sono un uomo all’antica e Le chiedo un grosso favore per mia figlia Mariangela che a 16 anni è ancora una bambina che non sa niente e non si mette quelle modernissime minigonne!La mia bambina vorrebbe vedere da vicino Topo Gigio, non mi potrebbe far avere i biglietti per Canzonissima?
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