2023-03-23
Sulle famiglie gay numeri a casaccio e discriminazioni di bimbi inventate
La sinistra dà un’idea falsata della situazione italiana. A cominciare dalla cifra di 150.000 presunti figli di nuclei omogenitoriali. Un dato del tutto irreale. Quanto ai diritti negati, si tratta di un’autentica balla.«La destra calpesta i diritti dei bambini». «Meloni vuole riportarci al Medioevo». «L’accanimento contro la maternità surrogata è solo ideologia omofobica». Sono queste alcune delle tesi che sento ripetere a rullo nei talk show e sui giornali. Un ascoltatore o un lettore poco attento, a questo punto potrebbe pensare che davvero in Italia ci sia una manovra contro i bambini, che mira a riportare indietro le lancette ai secoli più bui, intraprendendo una battaglia ideologica. In realtà, nulla di tutto ciò sta accadendo, semmai è esattamente il contrario e basta poco per capirlo. Cominciamo dai bambini, i cui diritti improvvisamente sono diventati, per una parte della sinistra, la questione più importante. A coloro che strillano, dei diritti dei bambini è sempre interessato poco, prova ne sia che non solo la parte politica che si agita nega i diritti dei nascituri, ma quando in questo Paese è scoppiato lo scandalo dei minori sottratti alle famiglie con discutibili e spesso spregiudicate motivazioni, si è ben guardata dal voler approfondire il fenomeno. Siccome molti professionisti coinvolti erano culturalmente e politicamente vicini alla sinistra, i partiti in qualche modo sfiorati hanno preferito sorvolare, evitando di approfondire la questione. Senza dire che quando i bambini sono stati costretti a vaccinarsi contro il Covid da una campagna che altrimenti li avrebbe esclusi dalla scuola, dalle relazioni con gli amici e pure dalle attività sportive, a quella stessa sinistra non importò niente.Di quanto poi sia strumentale e faziosa la campagna che si sta conducendo, è dimostrato dalla questione dei numeri. Alessandro Zan, promotore del famoso disegno di legge stoppato nella precedente legislatura, va dicendo in ogni trasmissione che così il governo nega a 150.000 bambini il diritto di avere due genitori. Ovviamente il numero è una balla colossale, che però le associazioni Lgbt ripropongono in ogni dove manco fosse la verità rivelata. A smontare la stima, che è tratta da una ricerca realizzata da Arcigay quasi vent’anni fa, è stato uno degli autori dello studio. Innanzitutto, nel 2005 si arrivò molto genericamente a un calcolo di 100.000 bambini, che non si sa bene perché qualcuno attualizza con un aumento del 50 per cento. Ma soprattutto, la ricerca non venne condotta sui figli nati all’interno di una coppia omosessuale, ma genericamente su figli con un padre gay o una madre lesbica. Quindi, anche prendendo per buona la stima fatta vent’anni fa, se ne deduce che i figli di due genitori dello stesso sesso sono molti, ma molti meno. E vi spiego il perché della mia deduzione. Sebbene Zan e compagni tendano a far credere che dalle unioni civili, quelle cioè entro le quali sono nati i bambini che sarebbero discriminati, dipenda il futuro del mondo e di un’Italia più civile, da quando esiste la legge che le legalizza, poche coppie vi hanno fatto ricorso. Infatti, secondo i dati Istat dal 2017 al 2021 (il censimento si ferma a un anno fa), le coppie dello stesso sesso che si sono unite davanti a un ufficiale civile sono state 11.629. Anche ammettendo che tutte poi siano ricorse all’utero in affitto o alla fecondazione artificiale (per le donne), saremmo appena sopra gli 11.000 bambini. E nel caso in cui tutte le coppie avessero avuto due figli, supereremmo di poco i 22.000 minori. Tanti certo, ma circa un settimo di quelli i cui diritti secondo Zan sarebbero calpestati.In realtà, il numero sarebbe di gran lunga inferiore anche rispetto a quello calcolato in maniera un po’ empirica tenendo conto delle unioni civili. Infatti, non tutte le coppie che si sono registrate all’anagrafe con un’unione civile hanno avuto figli, perché spesso si tratta di gay o lesbiche che non sentono alcun desiderio genitoriale, ma semplicemente volevano regolarizzare la propria situazione per questioni previdenziali, successorie o sanitarie. Dunque, il numero va scremato ulteriormente, fino ad arrivare - anche se non esiste un calcolo preciso - a poco più di un migliaio. Del resto, se da quando Beppe Sala ha dato il via libera alle registrazioni dei figli di coppie omosessuali a Milano sono stati registrati i genitori di 38 bambini, facendo le proporzioni non si va molto lontano dal numero che ho indicato.Quindi, la questione posta dal Pd e dai suoi alleati riguarda una netta minoranza e non certo 150.000 bambini. Qualcuno potrebbe obiettare che anche i diritti delle minoranze vadano salvaguardati. Vero, ma io non vedo alcuna violazione dei diritti dei bambini. Forse il figlio di una coppia gay o lesbica non ha accesso ai servizi e alla protezione di cui godono altri bambini? Assolutamente no. Qui l’unico problema non riguarda i minori nati da genitori dello stesso sesso, ma chi è ricorso all’utero in affitto, pratica che in Italia è vietata, e oggi, avendo aggirato la legge per ottenere una gravidanza a pagamento, pretende di regolarizzare la propria posizione. Non esiste una battaglia ideologica da parte di chi difende i diritti delle donne di non essere sfruttate. Semmai, esiste una battaglia ideologica del movimento Lgbt e dei suoi sodali per legalizzare in maniera surrettizia una pratica che io giudico aberrante. Anzi: da Medioevo. Ovvero l’uso del corpo della donna da parte di coppie ricche – omosex o meno – che se lo possono permettere.Ah, dimenticavo: sapete perché alla fine i bambini delle famiglie omogenitoriali non sono 150.000, ma un migliaio? Perché l’utero in affitto costa. E 100.000 euro sono in pochi a potersi permettere di pagarli.