2023-04-05
L’Europa prepara il via libera al modello vaccini permanente
Sandra Gallina, direttrice generale del settore Salute e sicurezza alimentare della Commissione Ue (Ansa)
Proposto all’Oms di trasformare l’emergenza in regola, con l’approvazione «rapida» di altri farmaci e un forte sostegno a Gavi, ente finanziato da Bill Gates. La Ue annuncia «l’utilizzo esteso» dei sieri per i bambini piccoli.«Grazie mille, Sandra Gallina». È il tweet con il quale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha salutato la partecipazione della funzionaria Ue al quinto incontro dell’organismo intergovernativo che, in questi giorni, a Ginevra, sta negoziando il nuovo trattato pandemico internazionale dell’Oms.Avendo mietuto memorabili successi nelle trattative per l’acquisto dei vaccini Covid, la direttrice generale del settore Salute e sicurezza alimentare della Commissione recherà un contributo prezioso alla discussione sul documento, già considerato controverso, per la sua pretesa di sottrarre sovranità agli Stati nel nome della prevenzione delle emergenze sanitarie. In particolare, Gallina porterà al meeting, in programma fino a domani, l’approccio che Bruxelles, nel quadro della cosiddetta Health union, definisce Global health strategy. E che, dietro i nobili proclami - contrastare gli effetti di virus, cambiamento climatico e povertà, proteggere il benessere dei cittadini - presenta parecchie zone d’ombra. Per osservarle, bisogna recuperare il discorso che il commissario alla Salute, Stella Kyriakides, ha pronunciato il 30 marzo dinanzi alla commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare (Envi) del Parlamento europeo.In quella sede, la politica cipriota ha illustrato alcuni dei punti salienti della riforma del settore farmaceutico nell’Unione. Siccome il diavolo si nasconde nei dettagli, specialmente quando di mezzo ci sono annunci altisonanti sulla «leadership globale dell’Europa» e il «circolo virtuoso tra industria e pazienti», è bene soffermarsi su un aspetto: il proposito di modificare i meccanismi regolatori, traendo «lezioni dalla pandemia» di coronavirus. E indovinate cos’è che hanno imparato a Bruxelles? Che bisogna adottare «procedure di autorizzazione all’immissione in commercio più semplici e rapide, ciò che abbiamo fatto con i vaccini e le terapie per il Covid-19». Rileggiamo, scandendo bene: il commissario invoca «procedure più semplici e rapide» per mettere in circolazione i farmaci e, quindi, rispondere meglio alle prossime crisi sanitarie, che Ursula von der Leyen & C. considerano ineluttabili. È stata proprio la presidente dell’esecutivo comunitario a identificare una triplice minaccia, derivante da agenti patogeni emergenti, antibiotico-resistenza e, addirittura, catastrofi nucleari. Di questo passo, i complottisti si estingueranno per mancanza di complotti: quelli denunciati negli ultimi tre anni si sono tutti concretizzati. Il progetto della Kyriakides, propiziato dalle varie profezie di sventura, non rappresenta proprio la normalizzazione della logica emergenziale? La trasformazione dell’eccezione in regola? Della straordinarietà in ordinaria amministrazione? Modello vaccini Covid perenne. Davvero una grande idea, alla luce di buchi, bachi e reticenze sugli effetti avversi, delle sgangherate modalità di valutazione di rischi e benefici delle dosi in rapporto alle fasce d’età, nonché delle politiche vessatorie collegate alla loro somministrazione, in quasi ogni Stato membro dell’Ue. L’ancora di salvezza, per assurdo, potrebbe essere il vizio eterno dell’eurosauro: l’elefantiaca burocrazia.Lo sbandierato snellimento sarebbe parte di un programma per rendere l’Europa capofila «nello sviluppo, nella produzione e nella distribuzione dei vaccini». A parlare di supporto «all’utilizzo esteso dei vaccini contro le malattie infantili» e per la tutela della salute degli adulti è l’approfondimento, pubblicato sul sito della Commissione a fine novembre 2022, dedicato alla Global health strategy. E la monomania per gli immunizzanti non può che passare per un sostegno a Gavi, la maxi organizzazione, finanziata dalla fondazione di Bill Gates, che sponsorizza i vaccini nel mondo. Anzi, il testo originale vergato da Bruxelles parla di «forte sostegno». Finanziario, sicuro. Ma in primo luogo politico. Ecco perché l’Ue promuove sia il dialogo con l’Oms, affidato a Gallina, sul trattato pandemico e le modifiche al Regolamento sanitario internazionale, sia «un forte coinvolgimento nel fondo pandemico in quanto donatore e attore chiave nel board». Ma se le due bozze discusse in Svizzera sono problematiche (il nuovo Rsi è quello da cui l’India mirava a espungere i riferimenti alla dignità della persona come limite all’obbligatorietà dei trattamenti sanitari), il Financial intermediary fund, istituito presso la Banca mondiale e sovvenzionato anche dall’Italia con 100 milioni, sembra essere partito con il piede sbagliato. A febbraio, ad esempio, i Centers for disease control and prevention dell’Africa hanno protestato formalmente, perché sono stati esclusi dal novero degli enti autorizzati a ricevere finanziamenti diretti, anziché per conto dei singoli Stati del continente. E meno di un mese fa, Reuters dipingeva un quadro quasi grottesco: circa 100 Paesi in via di sviluppo hanno chiesto prestiti per un totale di 5 miliardi e mezzo di dollari. Però il fondo ha a disposizione solamente 300 milioni. «Un segno», commentava la prestigiosa testata, «che la prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie necessità di più denaro e attenzione». Tedros e Gallina avranno preso nota.
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