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Ettore Moretti. La storia del «re delle tende»

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Ettore Moretti. La storia del «re delle tende»
Immagini pubblicitarie della Ettore Moretti. nel riquadro a destra, il fondatore (Getty Images)

Nata all'alba del XX secolo a Milano, per 70 anni l'azienda fu leader indiscussa nel settore dei materiali da accampamento. Produsse la «Tenda Rossa» di Umberto Nobile e i materiali usati sul K2 e sull'Everest. Fornì l'esercito per due guerre mondiali, fu protagonista della rinascita del turismo del «boom» economico.

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Accordo Usa-Russia rinviato. L’Ucraina al buio dopo i raid arretra ancora nel Donetsk
Ansa
  • Rappresaglia dello zar con droni e missili, conquistata Siversk. Negoziati tra Casa Bianca e Cremlino in sospeso. Mosca: «Questioni irrisolte, se ne parla in primavera».
  • Helsinki annuncia l’innalzamento del limite d’età per i riservisti da 60 a 65 anni. La riforma, in vigore dal 2026, punta a portare i coscritti a un milione entro il 2031.

Lo speciale contiene due articoli

A ridosso delle feste di Natale, sull’Ucraina è piombata la rappresaglia della Russia con oltre 30 missili e 650 droni. L’allerta era già massima: il presidente russo, Vladimir Putin, aveva negato la possibilità di un cessate il fuoco per le festività e la scorsa settimana aveva promesso una risposta russa agli attacchi ucraini alle petroliere nel Mar Nero. Dopo i bombardamenti, il ministero della Difesa russo, nel rivendicare i raid, ha affermato che sono stati condotti «in risposta agli attacchi terroristici dell’Ucraina contro obiettivi civili in Russia».

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Sgarbi ritenuto lucido ma non per sposarsi
Vittorio Sgarbi (Ansa)
Il Tribunale di Roma ha rigettato l’istanza della figlia sulla nomina di un amministratore di sostegno. Vittorio è considerato del tutto «capace di intendere e di volere», dunque soggetto a diritti e doveri. Eppure uno psicologo dovrà appurare se vale anche per le nozze.

Il Tribunale civile di Roma ha rigettato l’istanza di nominare un amministratore di sostegno per Vittorio Sgarbi presentata, due mesi fa, da sua figlia Evelina che chiedeva, appunto, la nomina di un tutore per il padre in seguito alla profonda depressione che lo aveva colpito all’inizio dell’anno. Quindi il grande Vittorio Sgarbi, come dice il professor Ugo Ruffolo, difensore legale del noto critico d’arte, «è stato ritenuto perfettamente capace di intendere e di volere». Ma c’è un ma: perché una psicoterapeuta, nominata dal tribunale stesso, dovrà stabilire se Vittori Sgarbi ha quella stessa lucidità nelle «decisioni di particolare complessità e rilevanza» con specifico riferimento «alla gestione straordinaria del patrimonio e alla scelta di contrarre matrimonio» nonostante che sia riconosciuto il valido sostegno affettivo della sua compagna, che vorrebbe sposare, e di sua sorella, Elisabetta Sgarbi, a tutti nota nel mondo dell’editoria, della cultura e del cinema.

Ci appaiono due decisioni che mostrano delle contraddizioni. È noto, infatti, che molti artisti, creatori, filosofi e uomini d’azione sofferenti di depressione hanno continuato a produrre opere in senso lato senza che la depressione stessa influisse sulle loro capacità di intendere e di volere. E se questo vale in generale ci sembra, onestamente, che sia sommamente valido per la scelta di contrarre matrimonio.

Siamo abituati a sentire parlare della capacità di intendere e di volere generalmente nei processi penali per stabilire se l’imputato (a norma dell’art. 85 del C.p.) sia capace di percepire la realtà - intendere - e di autodeterminarsi - volere -, cioè di decidere cosa fare della e nella propria vita. La non imputabilità dell’imputato generalmente è legata a gravi infermità mentali e questo non ci pare assolutamente il caso di Vittorio Sgarbi.

Uso della ragione e uso della volontà sono alla base della libertà: lo hanno detto bene i teologi medioevali quando, come da me riportato recentemente in un altro articolo, hanno sentenziato che «nihil volitum nisi praecognitum», e cioè che nulla si può volere se ciò non è prima conosciuto dal soggetto. Vittorio Sgarbi ha dimostrato il suo genio anche quando, parlando della sua depressione, l’ha definita come una condizione in cui il soggetto si trova in un «treno fermo in un luogo ignoto». Chi ha provato la depressone sa che essa produce anche un tipo particolare di lucidità che è data dall’astrazione in qualche modo del quotidiano e che conduce a una sorta di essenzialità tipica di quella situazione. Chi ha visto l’intervista di Sgarbi rilasciata a Bruno Vespa nella trasmissione Cinque Minuti, dove parlava del suo magnifico libro Il cielo più vicino. La montagna nell’arte, ha visto certamente un uomo piagato ma non ha altrettanto visto piegate le sue capacità intellettive nell’esprimere concetti altissimi e di una grande capacità evocativa. Piagato dalla malattia ma non piegato nell’intelligenza, nella ragione: in ciò che ha costituito e costituisce da sempre il suo indiscutibile talento.

Quindi a noi sembra, sia pur da profani, che le precondizioni cognitive per voler contrarre matrimonio risultino presenti nella mente del nostro carissimo amico Vittorio.

Del resto, uno che è ritenuto capax iuris, capace di essere titolare di diritti e doveri in quanto capace di intendere e di volere, come può non essere ritenuto capax amoris, cioè capace umanamente di amare, che nel contesto cristiano si trasforma in una risposta all’amore di Dio e del prossimo, ma che nel contesto umano, come nel caso di Vittorio, si traduce nella capacità umana di amore dimostrato in un pluridecennale rapporto con la sua amata Sabrina e di cui il matrimonio non rappresenterebbe che la forma giuridica che esprime questo amore? Potremmo forse capire la questione che pone il giudice se si trattasse di un amore estemporaneo, magari che avesse preso corpo poco prima o durante la malattia e che, quindi, potrebbe destare legittimi sospetti sulla volontà e sulle finalità da parte della persona che vorrebbe sposarsi con lo stesso Sgarbi. Ma qui si tratta di un amore pluridichiarato, pluridecennale, conclamato da tutti e due i soggetti e addirittura definito da Sgarbi scegliendo come caratterizzante una venatura platonica del rapporto stesso; quindi, certamente non a caso, scelta come caratteristica di un amore disinteressato e gratuito che, alla fine, sono le caratteristiche di un amore vero.

Sgarbi ha dimostrato ampiamente, in questi anni, la sua attitudine e predisposizione ad amare ed essere amato, a ricevere e dare amore in modo maturo e completo nei confronti della sua amata Sabrina e se in un momento di alta sofferenza, ma anche di pari lucidità, ha espresso questo desiderio verosimilmente lo ha fatto proprio perché nella sofferenza della depressione, una sofferenza terribile, le persone amate, o la persona amata, permane nella mente dell’uomo che soffre con convinzione e ancora maggiore chiarezza. Sgarbi ha, in altri termini, dimostrato di essere capax amoris come la sua Sabrina e sua sorella (le due persone che lui stesso ha citato come le più vicine), in modo diverso, per sentimento l’una, Sabrina, per amore fraterno l’altra, Elisabetta, hanno dimostrato parimenti di essere anche loro capaces amoris.

I latini dicevano in infermitate salus, che significa che nella malattia c’è la salvezza, volendo esprimere il concetto che nel momento di difficoltà, quando la vita, come una barca, sembra definitivamente distrutta perché colpisce nella nebbia gli scogli, ebbene, proprio in quel momento, come sosteneva anche il filosofo esistenzialista Karl Jaspers definendola «situazione-limite», tutto ciò può portare a una crescita spirituale inattesa e inaspettata, ma egualmente di dimensioni consapevoli e profonde in un tempo.

E se fosse questo il caso del desiderio di Vittorio Sgarbi di unirsi in matrimonio con la sua amata Sabrina?

C’è un dipinto del Caravaggio, amatissimo pittore dell’amico Vittorio Sgarbi, e che ha contribuito a farlo conoscere a molti italiani come nessun altro, che si intitola così: Amor vincit omnia, che significa che l’amore vince tutto o che l’amore trionfa su ogni cosa. Mi piace pensare, in questo momento di sofferenza per Vittorio, che gli venga incontro il suo amato Caravaggio regalandogli questa sentenza ripresa da Virgilio e che lo sproni a compiere questo gesto di amore unendosi per sempre con la sua amata Sabrina.

Questo è anche il mio augurio al mio carissimo e stimatissimo amico Vittorio.

Macron voltagabbana: fa già affari con Putin
Emmanuel Macron (Ansa)

Mentre gli europei si svenano pur di rinunciare al gas di Mosca, un’azienda francese si allea con una russa per fabbricare combustibile nucleare in Germania. Intanto il ministro Pistorius getta acqua sugli ardori bellicisti.

Prima ancora di parlare con Putin, Macron già ricomincia a fare affari con lui. La duplice intesa si va consumando sul terreno dell’energia nucleare: la francese Framatome e la controllata della russa Rosatom, Tvel fuel company, sono in lizza per fabbricare combustibile nucleare in uno stabilimento a Lingen, nella Bassa Sassonia. Sulla Verità, ne avevamo scritto già a marzo 2024. Ieri, Politico ha ricordato che le autorità tedesche dovranno decidere entro poche settimane sul destino della joint venture.

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Le dieci ricette di tradizione per Natale
iStock
  • Dalla memoria dei Saturnali alla tradizione cristiana, dieci ricette che riscoprono il senso profondo del convivio natalizio: piatti colti e popolari insieme, capaci di unire storia, gusto e creatività, per un pranzo delle feste che sia davvero «cum laude».
  • Il vino, compagno indispensabile della festa. Dalle grandi etichette d’autore alle scoperte più sorprendenti, una guida ragionata alle bottiglie da portare in tavola a Natale: rossi importanti, bianchi longevi e vini capaci di affascinare, con le regole fondamentali per abbinarli, servirli e goderne appieno.
  • Il galateo delle feste, tra eleganza ed empatia. Dieci regole pratiche – e qualche concessione intelligente – per apparecchiare, accogliere e condividere il Natale con stile: dalla tavola alla puntualità, dai brindisi all’arte dell’ospitalità, perché la vera buona educazione è far sentire gli ospiti a casa.

Lo speciale contiene tre articoli.

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