2023-06-23
Esselunga nei guai: «Dipendenti sfruttati»
Per il pm la società usava lavoratori delle coop, li minacciava, non pagava assenze, malattia, extra, Tfr e metteva in ferie quelli a cui nascevano figli. Ipotizzate anche frodi al fisco per non versare Iva e contributi. Sequestrati 48 milioni, dirigenti sotto indagine.Facchini sfruttati per 13 ore al giorno. Sottopagati, a cui, se fosse andato bene, sarebbero stati versati gli straordinari con i buoni pasto. Niente tredicesima e quattordicesima. Figuriamoci il trattamento di fine rapporto (Tfr). Chi ha un figlio veniva messo direttamente in ferie. La condotta di Esselunga, «di carattere fraudolento, dura da numerosi anni» e ha portato non solo al «sistematico sfruttamento dei lavoratori» ma anche a ingentissimi «danni all’erario». Sono queste le parole durissime usate dal pubblico ministero Paolo Storari nel decreto di sequestro preventivo, per un importo complessivo di 47.765.684,45 euro, nei confronti di una delle catene di supermercati più note a Milano e nel Nord Italia. In 50 pagine, molto dettagliate, si scopre che Esselunga non avrebbe assunto direttamente il personale, ma si sarebbe avvalsa in questi anni di società intermediarie, che a loro volta si sarebbero rivolte ad altre cooperative. In altri casi, invece, l’azienda, per trovare dipendenti, si sarebbe rivolta direttamente alle coop, i cosiddetti «serbatoi di manodopera», che avrebbero omesso di versare l’Iva e, nella maggior parte dei casi, anche i contributi previdenziali e assistenziali per i lavoratori. La famiglia Caprotti, storici proprietari di Esselunga, si difende. E in una nota fa sapere di essersi «immediatamente attivata per offrire la più ampia collaborazione alle autorità giudiziarie e pieno supporto per lo svolgimento delle attività. Attendiamo con fiducia le verifiche e gli approfondimenti, nella consapevolezza di aver operato sempre nel rispetto della legalità». Nei prossimi giorni il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano, Domenico Santoro, dovrà esprimersi sulla convalida del decreto di sequestro. Ieri le fiamme gialle hanno effettuato perquisizioni nei confronti di persone fisiche e giuridiche coinvolte nell'inchiesta a Milano, Novara e Bergamo. Fresca di sbarco a Genova, sin dal 2016 Esselunga, stando a quanto sostengono i magistrati, avrebbe fatto presunte «fatture per operazioni giuridicamente inesistenti» stipulando finti «contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo di fatture inesistenti per un ammontare complessivo di oltre 221 milioni di euro, più Iva, superiore a 47 milioni di euro». In sostanza il vantaggio della frode sarebbe consistito sia dell’Iva non versata, sia nei mancati contributi dovuti ai lavoratori. Secondo i pm che hanno ricostruito la filiera della manodopera sarebbe emerso che «i rapporti di lavoro con la società committent», quindi Esselunga, sarebbero stati «in taluni casi schermati da società filtro che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società “serbatoio”), mentre in altri sono stati intrattenuti direttamente con quest’ultime che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale».Al momento sono indagati l’ex direttore finanziario Stefano Ciolli, e Albino Rocca, attuale direttore finanziario. Esselunga, come società, è indagata per la responsabilità amministrativa degli enti. Ma gli accertamenti sono ancora in corso. Va subito precisato che il fenomeno dell’appalto di manodopera attraverso false cooperative è un metodo che dura da quasi un secolo. Già 70 anni fa, nel 1955, la commissione parlamentare d’inchiesta sulla condizione dei lavoratori rilevava che attraverso questo tipo di appalti, «spesso mascherati con fittizie cooperative, si esplica un sistema di abusiva mediazione di manodopera che» altro non è che «un vero e proprio mercato di uomini assunti senza alcuna continuità di lavoro ed a condizioni di fame approfittando sia delle condizioni di disoccupazione in cui essi versano». In pratica, sostengono oggi gli inquirenti, Esselunga reclutava manodopera in condizioni di «sfruttamento» e approfittando «dello stato di bisogno dei lavoratori». Anche perché stiamo parlando di manodopera senza particolari specializzazioni, quindi senza la possibilità di trovare occupazioni alternative. Sottopagata, anche a fronte di 10-13 ore di lavoro al giorno. Gli straordinari, ma anche la tredicesima e la quattordicesima non esistevano. Oppure venivano pagate in buoni pasto. I giorni di ferie e malattia non venivano neppure retribuiti. Per non parlare di chi aveva un bambino: in quel caso veniva messo in ferie. Ma lo sfruttamento non si fermava qui. Le indagini hanno scoperto diversi casi di minaccia nei confronti dei dipendenti che venivano spostati nei reparti dove il lavoro era più pesante, oppure venivano immediatamente licenziati. Anche i passaggi tra le cooperative non comportavano neppure il trattamento di fine rapporto. Consorzi e cooperative coinvolte sono diverse, da The Workers a Job System, da Consorzio Lavoro Più a In Job. Forniscono dipendenti impegnati nel settore della logistica, facchinaggio o movimentazione merci.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.