2019-12-11
Non sanno neanche fare la manovra
Esercizio provvisorio a un passo. In stallo pure il Milleproroghe. Per la prima volta il relatore della legge di bilancio potrebbe non riferire ai parlamentari: schiaffo alla democrazia.Bloccato il prestito da 400 milioni necessario per tenere viva Alitalia. Il fondo non verrà inserito nel bilancio, ma passerà con un decreto: l'Ue potrà fermare tutto. Il tetrapak, meno sostenibile tra gli imballaggi, sarà esonerato dalla plastic tax: la scusa delle imposte verdi non regge più.Lo speciale comprende due articoli.Il tempo passa, e le ore per approvare le manovra senza cadere nell'esercizio provvisorio di bilancio diminuiscono. Lo scorso anno, quando il Pd, capeggiato da Emanuele Fiano, denunciava la violazione della democrazia parlamentare da parte del governo gialloblù, l'iter a quest'ora era già avviato e incardinato. Adesso, invece, senza alcun intervento a gamba tesa di Bruxelles per modificare il rapporto tra deficit e Pil, il Senato non ha ancora ricevuto il testo della legge di bilancio. L'Aula lo vedrà nella sua forma definitiva probabilmente solo domani. E, nonostante il capogruppo del Pd, Daniele Manca, si sia detto ottimista, non si esclude che per la prima volta il documento venga licenziato senza dare il mandato al relatore di riferire ai parlamentari. In pratica una busta chiusa, a cui i senatori dovranno dire sì o no sulla fiducia. Se si aggiunge il fatto che appena in tre occasioni il Parlamento ha avuto solo due turni di lavori attorni al dl bilancio, si arriva al minimo storico in fatto di rispetto del Parlamento. D'altronde, ieri la commissione Bilancio del Senato ha avuto una serie di stop, salvo poi riaggiornarsi prima di cena per valutare le ultime inammissibilità. Difficoltà ci sono state per dare l'ok in parallelo al decreto sisma e all'ipotesi di stabilizzare i precari della Pa, e di rimpolpare le casse di Alitalia (400 milioni di euro) tramite commi alla manovra. Dovendo attendere gli ultimi ritocchi a un testo che già nella giornata di lunedì aveva subito violenze di ogni genere, i relatori stessi si sono spinti fino a produrre sub emendamenti agli emendamenti del governo, a loro volta... subemendati. Un modo per cristallizzare interventi di modifica che nessuno dei partiti di maggioranza riesce più a controllare.Siamo di fronte a un caos che ha due motivazioni. La prima è dovuta alla mancanza di preparazione e di professionalità nel gestire la macchina di relazioni tra governo e Parlamento. Un tema paradossale: i giallorossi sono stati in tutti i modi sponsorizzati dai «competenti» che da mesi si scagliavano contro il Conte uno. Per loro -e per le forze politiche che essi rappresentano o sponsorizzano - l'iniezione piddina dentro il governo avrebbe portato una ondata di serietà, professionalità e rispetto delle istituzioni. Invece il risultato, ne siamo stati facili anticipatori, è stato l'opposto. Anche per un secondo motivo, che è anche l'altra gamba del caso a cui stiamo assistendo. Il governo teme e sa bene che se non arriva con una manovra in busta chiusa potrebbe saltare. Rischia di trovare - e non parliamo di senatori o deputati dell'opposizione, ma della stessa maggioranza - imboscate dietro l'angolo. Grillini e piddini in Aula si fanno la guerra. Lo abbiamo visto sulla plastic tax, sulla sugar tax e sulla riforma delle intercettazioni. L'unione di governo non sta assieme in alcun modo. È una sorta di matrimonio contro natura e il Quirinale lo sa bene. Ecco perché al governo è consentito tirare la corda fino all'ultimo. Come in quelle gare abusive d'auto in cui l'ultimo che frena vince, con l'inconveniente che chi sbaglia finisce nel burrone. In questo caso, se il governo sbaglia i tempi il Paese finisce in esercizio provvisorio. Se invece approva la manovra all'ultimo istante, avremo messo una volta per tutte la pietra su uno dei tre poteri della Repubblica, quello legislativo. Nel 2020 saremmo costretti a dire che il Paese si basa solo su quello esecutivo e giudiziario.Il sentore arriva anche da dettagli che si apprendono tra un banco e l'altro dell'Aula. Basti pensare che al momento l'idea circolata lunedì di fondere il decreto Milleproroghe con la legge di bilancio sarebbe stata accantonata per far posto a un'opzione ancora più estrema. Nel corso delle continue modifiche del testo della manovra, si assiste a un progressivo inserimento di commi ed emendamenti che di solito sono la spina dorsale del Milleproroghe. Significa che il governo - e soprattutto uno dei registi, il vice ministro all'Economia Antonio Misiani -sa bene che far approvare entrambi i testi entro il 31 è impossibile. Di conseguenza un Milleproroghe svuotato potrebbe slittare anche a dopo la Befana senza comportare sussulti ala macchina dello Stato. Anche in questo caso saremmo però di fronte a una violenza dell'iter parlamentare. Il Milleproroghe è di solito un contenitore di marchette nascoste tra un rinvio e uno stanziamento. Il fatto però che ciascun partito mercanteggiasse sulle proprie marchette, al di là dell'immagine, consentiva un riequilibrio dei poteri. Sapere che quest'anno anche le marchette assieme ai rinvii possono finire in una manovra blindata non lascia tranquilli. Perché ci si può solo aspettare un finale: tasse ai nemici dei giallorossi e regali agli amici. Se questo è il senso della democrazia di Pd e 5 stelle... allora meglio l'esercizio provvisorio.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/esercizio-provvisorio-a-un-passo-in-stallo-pure-il-milleproroghe-2641563197.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="bloccato-il-prestito-da-400-milioni-necessario-per-tenere-viva-alitalia" data-post-id="2641563197" data-published-at="1758149266" data-use-pagination="False"> Bloccato il prestito da 400 milioni necessario per tenere viva Alitalia La manovra si sta frammentando in mille rivoli. Già alla fonte era un ruscello scomposto senza una direzione precisa. Adesso che si è infranta contro gli emendamenti sembra aver perso una volta per tutte il Dna. Una sorta di giro d'Italia a suon di emendamenti che tocca i piccoli borghi e le grandi città, isole comprese. Il rush finale della manovra in commissione Bilancio al Senato incappa nelle misure famose, come la plastic e la sugar tax, ma anche in una miriade di anonime voci che, milione dopo milione, si aggiungono a quella che dovrebbe essere l'ossatura del provvedimento. Pd e Leu insistono a chiedere di finanziare le iniziative culturali in vista dei 100 anni del Pci, che nacque in un teatro livornese nel 1921: vale 400.000 euro. E c'è lo stanziamento di un milione per combattere il randagismo, specie nelle regioni del sud. Il volo sulla Penisola può partire dalla Sicilia, con l'emendamento che chiede un commissario straordinario per gli interventi sulle strade provinciali in condizioni di «maggiore degrado», e salire fino alla Valle d'Aosta, con i 15 milioni stanziati in tre anni per salvaguardia delle Alpi. Sempre al Nord ci sono i 300.000 euro per il restauro della Villa Alari Visconti di Saliceto a Cernusco sul Naviglio, che nel 2020 sarà Città europea dello Sport, e la richiesta di 3 milioni per la manutenzione di una strada gestita dalla provincia di Lecco, in vista delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026. Tra l'altro è pure confermato lo stanziamento complessivo di un miliardo da spendere in sei anni al fine di sviluppare l'evento mondiale. Ci sono poi gli interventi spalmati lungo tutto il Paese, come i 2 milioni per le infrastrutture al servizio della Fiera del Levante di Bari, della Fiera di Verona, della Fiera di Foggia e della Fiera di Padova, o i 4 milioni per aumentare la sicurezza delle città con un sistema automatico contro gli attentati terroristici. Dalla terra al mare, con il via libera all'emendamento che destina ulteriori 12 milioni in tre anni perle bonifiche dall'amianto, anche per le navi militari. Un milione all'anno va alla ricerca sulle scienze religiose. E un altro milione all'anno dal 2020 al 2022 è destinato al finanziamento dei carnevali storici. C'è pure il nuovo Fondo per i piccoli musei, con una dotazione di 2 milioni. Rispuntano 50 milioni di euro per finanziare la Ryder cup, evento che in passato ha fatto parlare di sè. Nel decreto Salva banche del 2017, l'allora titolare dello Sport, Luca Lotti, infilò la copertura pubblica per il torneo di glof dei Vip. Una mossa che fece contenta la Roma, la quale potrà non smettere di brindare ora che Pd ed Italia viva sono tornati tra le fila della maggioranza Sulle piccole marchette il governo sembra funzionare decisamente meglio rispetto ai temi forti. Il tentativo tramite sub emendamenti di infilare nuove regole sulla governance del Garante della Privacy e lo slittamento di un mese della nomina del nuovo Garante insieme a quello dell'Agcom è stato, invece, stoppato dal Senato e dichiarato inammissibile. Niente da fare anche per le norme per garantire continuità ai vertici Anac, contenute sempre nello stesso emendamento. Dallo scorso 24 ottobre svolge il ruolo di facente funzione e sostituto di Raffaele Cantone, Francesco Merloni. L'biettivo sarebbe stato quello di cristallizzare la situazione. Un passoa lla cieca che i senatori non hanno voluto sottoscrivere così come hanno detto a un passaggio ben più importante. Hanno bocciato il travaso del rifinanziamento di Alitalia per 400 milioni. Il governo ha cercato a umma umma di infilare il fondo in manovra nel tentativo di accorciare i tempi del rifinanziamento del vettore rimasto ora senza alcuna cordata interessata al salvataggio. A questo punto Giuseppe Conte sarà obbligato a stanziare i fondi tramite l'iter del decreto e quindi con la probabilità di essere stoppato cammin facendo dall'Europa ostile agli aiuti di Stato. Sarebbe per l'esecutivo l'ennesima grana da getsire mentre l'orologio dell'esercizio provvisorio fa tic toc. Il rifinanziamento di Alitalia potrebbe entrare nel Milleproroghe ma in nessun caso si ha la certezza che venga approvato prima dello scadere del 2019. Un'altra bomba pronta ad esplodere, insomma. Certezze in questa situazione fluida non ve ne sono salvo una. Abbiamo smepre scritto che dietro le tasse verdi si nascondeva solo lo storytelling del bene all'Ambiente. In realtà è solo una scusa per fare cassa. La dimostrazione definitiva è arrivata ieri. Nella riformulazione della plastic tax al punto 9 viene esentato dal prelievo il poliaccoppiato che tradotto è il mix di carta e alluminio. Prodotto dalla multinazionale Tetrapak e da molte aziende italiane tra cui la Novamont di Catia Bastioli. Il tetrapak è il meno sostenibile tra tutti i prodotti da imballaggio. Perché esentarlo se non per scelte politiche? Qualcuno ringrazierà. Ma basta con lo storytelling ambientale.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)