2020-05-02
I capi di stato maggiore dell'esercito in videoconferenza per l'emergenza Covid
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La riunione dei capi di Stato maggiore di giovedì si è svolta online, dopo che a inizio marzo durante il comitato di avanzamento erano rimasti contagiati in 9, tra cui il capo di stato maggiore dell'Esercito Salvatore Farina. Ribolle l'universo delle forze armate in Italia. L'emergenza coronavirus non ha solo messo a dura prova i nostri militari, impegnati sul territorio, ma sta creando polemiche e discussioni tra il ministero della Difesa e i capi di stato maggiore. Del resto l'inizio del lockdown non è iniziato nel migliore dei modi. Il generale Salvatore Farina, capo di stato maggiore dell'esercito, è risultato positivo al Covid ai primi di marzo, l'8, il giorno dopo l'inizio della chiusura dell'Italia disposta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Insieme con lui sono rimasti contagiati altri 9 che avevano partecipato alla commissione di avanzamento insieme anche con vertici della Nato il 2 e 3 marzo. Ora è guarito, ma la malattia ha lasciato un lungo strascico di polemiche che sono arrivate fino al ministro della Difesa Lorenzo Guerini. A risultare positivi dopo quella riunione furono anche il generale di corpo d'Armata Agostino Biancafarina, il comandante delle truppe Alpine, Claudio Berto e anche Luigi Francesco De Leverano, sottocapo di Stato Maggiore della Difesa, il vice di Enzo Vecciarelli. I militari hanno provato in questi mesi a continuare a svolgere le riunioni come sempre, ma alla fine hanno dovuto cedere anche loro. Così nella riunione di giovedì, i capi di stato maggiore dell'esercito si sono ritrovati online, in videoconferenza, per fare il punto della situazione sull'emergenza covid 19 e sulla fase 2 che prenderà inizio la prossima settimana, quando l'Italia inizierà una lenta e complessa riapertura. Nonostante le difficoltà di questi mesi l'esercito italiano ha messo a disposizione fin dall'inizio dell'emergenza sanitaria, elicotteri, mezzi terrestri e infrastrutture al fine di velocizzare la distribuzione di materiali necessari alla gestione dell'epidemia. Il 7° Reggimento Difesa Cbrn "Cremona" ha fornito squadre specializzate di difesa chimica biologica radiologica e nucleare, in supporto al trasporto in biocontenimento e alla decontaminazione di personale, mezzi, materiali e ambienti, in varie parti d'Italia, soprattutto in provincia di Bergamo. Ci sono stati collegamenti con porti e aeroporti nelle città di Bari, Lamezia Terme, Palermo e Cagliari, utili alla ricezione, stoccaggio e invio dei dispositivi sanitari in Italia attraverso trasporto aereo e terrestre.
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