2020-12-05
Esame farsa, indagato ds della Juve. Coinvolto pure il ministro De Micheli
Luis Suarez e Paola De Micheli (Ansa)
Sott'inchiesta a Perugia per false dichiarazioni anche l'avvocato del club. L'esponente del Pd mise in contatto il dirigente bianconero col Viminale. La prof che ha esaminato il calciatore: «Ogni gol di Suarez è merito mio».Gli esami non finiscono mai, neppure quelli farsa. Quelli di una commissione «istituita ad personam» per corrispondere «alle richieste avanzate dalla Juventus». Non si sa se il procuratore Raffaele Cantone abbia un bidone dell'immondizia al posto del cuore, ma il rigore che ha fischiato contro il club bianconero è di quelli sanguinosi: indagati il general manager Fabio Paratici e il legale Maria Turco per false dichiarazioni ai pm. Ma il caso dei congiuntivi dell'uruguagio Luis Suarez arriva a lambire anche il governo perché nell'ordinanza della procura di Perugia si fa menzione di un contatto fra «Paratici e il ministro Paola De Micheli, che ha ammesso di aver procurato all'amico d'infanzia il contatto di Bruno Frattasi, capo di gabinetto del ministero dell'Interno». Anche se la ministra piddina non è indagata, tira aria da scandalo da Champions League. Il caso legato ai congiuntivi di Suarez è a una svolta, dopo due mesi di indagini sottotraccia della procura di Perugia ecco il primo risultato anche per l'università: sospensione per sei mesi del rettore Giuliana Greco, del direttore generale Simone Olivieri, dei due docenti Stefania Spina e Lorenzo Rocca per «rivelazione di segreto d'ufficio finalizzata all'indebito profitto patrimoniale e plurime finalità ideologiche in atti pubblici». Non erano solo tifosi innamorati, stavano commettendo reati. Da qui parte tutto e questi sono gli anelli deboli della catena, che si è spezzata per via delle intercettazioni e della lettura dei messaggi sui telefonini sequestrati. Con i due avvisi di garanzia diretti a Torino, Cantone entra a piedi uniti anche contro la società, lasciata finora nella penombra dalle cautele dell'inchiesta e da bizzarre (quando non lunari) interpretazioni giornalistiche secondo le quali nello scandalo all'italiana c'erano solo vittime e corrotti. L'ex presidente dell'Anticorruzione afferma che «è emerso che i contenuti della prova erano stati preventivamente comunicati allo stesso calciatore giungendo a predeterminare l'esito e il punteggio dell'esame, per corrispondere alle esigenze che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno d'immagine per se stessi e per l'università». Come se non bastasse a illuminare lo scenario, ecco la frase chiave che fa entrare il club più scudettato d'Italia nel pasticcio, e dalla porta principale: «Gli accertamenti investigativi hanno consentito di comprendere come la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per “accelerare" (fra virgolette nel testo originale) il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez». Per fargliela ottenere - peraltro inutilmente perché alla fine il centravanti è andato all'Atletico Madrid - gli interessati sono arrivati fin dentro i ministeri dei Trasporti e dell'Interno.De Micheli è stata ascoltata dai pm e ieri ha tenuto a precisare: «Lo scorso settembre il dirigente della Juventus, Fabio Paratici, mio amico di infanzia e originario della mia stessa città (Piacenza), mi ha contattata per avere informazioni su come completare la pratica. Non avendo conoscenza della procedura specifica ho chiamato il capo di gabinetto del ministero dell'Interno, Bruno Frattasi, per anticipargli che sarebbe stato contattato da un dirigente della Juventus. Ma non ho nulla a che fare don la procedura d'esame di italiano di Suarez». Si nota evidente imbarazzo, il governo italiano in piena emergenza Covid era costretto a spendersi in approfondimenti per El Pistolero in bianconero. Il tentativo di sviare le attenzioni sul club è andato a vuoto ed è costato due avvisi di garanzia alla Juventus, che in una nota ha ribadito la fiducia nel general manager: «La società ribadisce con forza la correttezza dell'operato di Paratici e confida che le indagini in corso contribuiranno a chiarire la sua posizione in tempi ragionevoli». Quando le carte finiranno alla procura federale il club rischia un'ammenda, una penalizzazione (del tutto impensabile un'altra retrocessione). Comunque vada, se le tradizioni della real casa non sono cambiate, l'avventura in bianconero del dirigente ha i mesi contati. A settembre Paratici era letteralmente adorato dai vertici dell'Università. Il direttore Simone Olivieri dice in una telefonata: «Mi ha chiamato Paratici, il ds della Juventus, lo stavo mandando a fanculo (non ci credeva, ndr). È il direttore sportivo più potente del mondo, è più famoso di Mattarella. Devo dare una mano per far superare l'esame a Suarez. Con lui vinciamo la Champions».La spasmodica ricerca del livello B1 di italiano per il centravanti uruguaiano da naturalizzare (costo del corso online e dell'esame 1748 euro) è alla base del pasticcio collettivo. Nelle conversazioni fra i vertici e i docenti dell'ateneo c'è tutto. Entusiasmo, sudditanza, passività fantozziana nei confronti di un grande club, eccitazione nel gestire vip dello sport. Certe frasi sono da psicanalisi sociale e mettono una malinconia cosmica. «Faremo un decreto e organizzeremo una sessione straordinaria per questo candidato». «Lui in realtà parla all'infinito, ma te pare che lo bocciamo?». «Gli abbiamo dato tutti i materiali che dovrebbero essere a sorpresa. Ha detto: li estudio en l'avion». «Farà un salto da principiante a B1 con l'esito dell'esame scontato. Nun ce ne frega niente». Alla fine dell'esame farsa Rocca dirà: «Comprende le parole e non ha problemi». Bonjour tristesse.Così il micidiale autogol prende forma. E quando un altro docente teme che i giornalisti scoprano l'inghippo alla prima domanda al Pistolero, viene tranquillizzato: «Paratici mi ha detto che Suarez non rilascerà nessuna intervista». Ma come suggella la prof. Stefania Spina: «Ogni gol che segnerà per noi sarà anche un po' merito mio». Sono soddisfazioni.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)