2020-02-15
Ennesimo successo dei giallorossi: trattativa Air Italy? 1.450 licenziamenti
Brutte notizie per i lavoratori che chiedono l'intervento dei sindacati. E il Mise rimanda le scelte su ex Ilva e Piombino.Mentre la strana coppia Pd-5 stelle cerca di tenere insieme i pezzi del governo per poter suonare l'ultimo valzer delle poltrone nelle partecipate statali, tutto intorno si allunga il bollettino degli esuberi e si fanno sempre più pesanti i tavoli di crisi aperti in quello che dovrebbe essere il ministero dello Sviluppo economico. Alla lista ora rischiano di aggiungersi i 1.450 dipendenti di Air Italy per i quali ieri mattina i commissari liquidatori hanno annunciato il licenziamento collettivo. Le lettere non sono ancora partite: la procedura di liquidazione in bonis, secondo il codice civile, prevede 75 giorni di tempo, quindi entro maggio, per dare corso al provvedimento. Nel frattempo, ai dipendenti è stata ribadita l'intenzione di adottare tutte le misure di sostegno al reddito compatibili, si legge nella nota ufficiale di Air Italy dove viene aggiunto che «verranno prese in considerazione tutte le possibilità di cessione di rami d'azienda che comprendano il possibile mantenimento di tutti o di parte dei posti di lavoro». La linea, dunque, non è cambiata. Anzi, nonostante la «forte irritazione» per il mancato coinvolgimento delle istituzioni ribadita giovedì dal ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, i commissari liquidatori hanno tirato dritto. Il Mit ha convocato per giovedì 20 febbraio i sindacati, la regione Sardegna e la regione Lombardia sulla vicenda e sempre per la prossima settimana sono in fase di preparazione incontri con la proprietà. Ma di alternative concrete non se ne vedono e il negoziato con i sindacati rischia di aprirsi quando ormai le lettere di licenziamento sono in viaggio. Non solo. Gli stessi sindacati hanno proclamato per il 25 febbraio uno sciopero nazionale di 24 ore di tutto il personale delle società e compagnie del trasporto aereo. Nel mirino, anche lo stop al finanziamento del Fondo di solidarietà del trasporto aereo che contribuisce a integrare i redditi dei lavoratori posti in ammortizzatore sociale. Il governo, dunque, tentenna. Eppure la crisi di Air Italy era nota da tempo. Così come erano noti, in un altro settore ovvero quello bancario, i tagli all'organico annunciati da Unicredit a dicembre con la presentazione del nuovo piano industriale. Per l'Italia sono previste 6.000 uscite, sul totale di 8.000 decise a livello di gruppo, e la chiusura di 450 filiali. Nel dettaglio, si tratta di 500 uscite già considerate nel piano industriale appena chiuso Transform 2019, mentre 5.500 riguardano «nuove eccedenze» legate al piano triennale Team 23. Ieri il management ha avuto il primo confronto con i sindacati in attesa di incontrare il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, che ha convocato i vertici di Unicredit per venerdì 21 febbraio. «La trattativa è appesa ad un sottile filo», ha dichiarato il segretario nazionale della Fabi, Mauro Morelli, al termine del faccia a faccia di ieri, che è stato «solo un riallineamento dei diritti e delle prerogative sindacali rispetto ai piani industriali aziendali. Nei fatti e nei numeri fin qui dichiarati non siamo assolutamente d'accordo», ha aggiunto Morelli. Gli incontri, ha poi spiegato il segretario nazionale di First Cisl, Mauro Incletolli, saranno «a cadenza settimanale ogni mercoledì e giovedì per trovare un accordo entro la scadenza della procedura, prevista per il 31 marzo». Dalla Uilca, il segretario generale Fulvio Furlan ribadisce la contrarietà «per il tono, i termini e le soluzioni prospettate nella lettera inviataci dall'Azienda nella giornata di lunedì 10 dicembre».Dagli aerei agli sportelli, sul tavolo del governo resta sempre l'acciaio. In primis con il dossier Ilva: l'azienda resta ferma sui 3.000 esuberi strutturali e il nodo è anche quello delle risorse che saranno previste dal nuovo piano industriale. Intanto, la società in amministrazione straordinaria ha comunicato che l'integrazione della indennità di cassa integrazione sino al 70% della retribuzione sarà regolarmente erogata non appena concluso l'iter legislativo già in atto per l'approvazione del decreto Milleproroghe. Tra gli emendamenti, infatti, c'è la proroga della Cigs per i lavoratori ex Ilva con uno stanziamento di 19 milioni per il 2020. Incerto è anche il futuro degli operai dell'acciaieria Jsw Steel di Piombino (ex Aferpi) ancora in attesa del piano industriale. Intanto al polo siderurgico «sono più di 2.000 i posti di lavoro già persi e migliaia i lavoratori specializzati sono in cassa integrazione in attesa di notizie per il rilancio del sito produttivo», hanno scritto i parlamentari Leu, Stefano Fassina e Nicola Fratoianni, in un'interpellanza presentata al governo di cui Leu, per altro, fa parte. In attesa di un segno dal governo sono infine i dipendenti della ex Embraco di Riva di Chieri (Torino), al centro di uno dei 150 tavoli di crisi aperti al Mise. Il loro stabilimento, che produceva compressori per frigoriferi per Whirlpool, è stato acquistato da Ventures a metà 2018, ma la reindustrializzazione non è mai partita. Invitalia sta cercando nuovi investitori ma gli oltre 400 lavoratori sono da dicembre senza stipendio.