2023-10-16
Emilio Mordini: «Cediamo ai governi sempre più poteri senza accorgercene»
Lo psicoanalista: «Le leggi sulla privacy? Formalità. E abituarci a eseguire ordini assurdi, come durante il Covid, ci rende docili».«La trasparenza è il trucco per non far vedere le cose». Come smontare in due parole uno dei valori cardine della governance europea: a pronunciarle è Emilio Mordini, medico e psicoanalista, docente in varie università italiane e estere e attualmente membro del gruppo di esperti su ricerca e innovazione per la sicurezza della Commissione europea.Lei ama le provocazioni: la trasparenza è uno dei principi del White Paper sulla Governance della Commissione Ue del 2001, il documento filosofico e politico sulla base del quale l’Europa ha deciso quale tipo di governance darsi…«Quel documento è nato anche per far fronte al deficit democratico che affligge l’Ue: l’Ue ha un governo che non è eletto dal Parlamento e il Parlamento non ha il completo potere legislativo». Le istituzioni europee valorizzano molto tutte le forme di democrazia partecipativa…«Forse lo fanno per scontare questo peccato originale. L’Ue è ben lontana dal rispettare i canoni classici di democrazia».Le faccio una domanda…«Gliela faccio io: cosa significa per i cittadini la parola trasparenza?».Consentire ai cittadini di entrare nelle istituzioni. Il palazzo che a Bruxelles ospita la Commissione europea, il Berlaymont, è di vetro…«Infatti, la trasparenza trova persino una sua sostanzialità architettonica: palazzi trasparenti non solo metaforicamente. Però, lei è mai andata a sbattere contro una porta?».Una volta, contro una porta a vetri.«Proprio a vetri… e perché?».Non l’avevo vista.«Esatto. Cosa vuol dire essere trasparenti?»Non vedere e non essere visti.«Ecco, ha risposto lei: non è vero che la trasparenza serve soltanto a mostrare. La trasparenza permette di vedere alcune cose, ma ne nasconde altre. Un muro trasparente ti fa vedere cosa c’è dietro di lui, ma tu non vedi più il muro. La trasparenza ti fa vedere il funzionario che lavora dentro il palazzo, ma non vedi più il palazzo».Ma vedere il funzionario non è la cosa più importate?«Dipende, considerando che dall’altro lato ci sono le tecnologie di sorveglianza. Quelle, sì, consentono di sapere tutto ciò che fanno i cittadini». Ci sono le leggi sulla privacy.«Una formalità. Nessuno di noi si accorge delle mille tecnologie di sorveglianza in cui siamo immersi». Un esempio concreto?«Riempiamo la città di telecamere ma affiggiamo un bel cartello con scritto “quest’area è sotto videosorveglianza”: siamo trasparenti, no? A quel punto il cittadino vede il cartello, lo legge, se ne scorda e si comporta come se le videocamere non ci fossero».Klaus Schwab ha obiettato: se non si ha nulla da nascondere, che problema c’è?«Nessuno. Però fondamentalmente la trasparenza intesa in questo senso diventa sempre di più una cessione di potere». È uno specchietto per le allodole?«Il messaggio è: lo Stato non ha segreti, il cittadino non ha ragione di sospettare».È davvero così?«No. Le società sono diventate diverse dai valori che promuovevano, ma vivere nella menzogna è una fatica. Quando succede, si va verso la rottura delle società». E quindi a cosa serve promuovere la trasparenza?«A far credere che i cittadini possano vigilare sullo Stato».Principio che però sembra sia stato stravolto e capovolto: sono i cittadini a non avere più segreti di fronte allo Stato.«È così». Quindi le istituzioni in realtà nascondono le cose?«Non esattamente. Non è possibile nascondere qualcosa nel mondo di Internet. Se vuoi nascondere qualcosa devi moltiplicare le informazioni e mettere quelle importanti in mezzo a tanta fuffa, per non farle trovare». La trasparenza serve a sorvegliare i cittadini?«No: serve a non far accorgere i cittadini della sorveglianza, che è diverso». Come siamo arrivati a questo punto?«Il problema del deficit democratico non riguarda solo l’Europa, gli Stati democratici non hanno rispettato i valori che promuovevano, la gente ha cominciato a disaffezionarsi dalla politica. A questo punto i governanti hanno cominciato a cercare strumenti che dessero al cittadino almeno l’illusione di “controllare”: la trasparenza è uno di questi».Quando però qualcuno se n’è accorto, la risposta dell’Ue è stata il Dsa, la legge che consente di censurare le cosiddette fake news. «Andiamo per gradi: prima del Dsa abbiamo esperito sulla nostra pelle due tecniche di controllo. La prima è quella che si usa da sempre nelle strutture dove le persone devono obbedire: caserme, conventi e carceri. In questi luoghi, una delle tecniche più consolidate è quella di impartire ordini assurdi. È lo schema di Caligola, che fa il cavallo senatore. Caligola non è pazzo: vuole semplicemente umiliare il Senato. Se le persone si abituano all’ordine assurdo, a un certo punto sospendono il giudizio, come in pandemia». E la seconda tecnica di controllo?«È la cosiddetta “lotta alla disinformazione”. Inizia in maniera soft, con i fact-checkers di Open, e in breve tempo si arriva alle leggi come il Dsa, per le quali dissentire è reato».Qual è l’obiettivo?«L’obiettivo finale è sempre lo stesso: il potere. Il potere è per tutti noi la possibilità di realizzare i nostri desideri in modo assoluto. Tant’è che quando Dante Alighieri vuole descrivere Dio dice di lui “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole”. Il potere non si accontenta di realizzare i propri desideri ma cerca di controllare anche i desideri delle persone. E qui però chi ha il potere si autoinganna perché potrà pure controllare i desideri dei “sudditi” ma non può controllare i propri!». In che senso?«Il Vangelo dice sugli esseri umani molto più di Freud. Pensi alla parabola del ricco stolto che, avendo accumulato grandi ricchezze, decide di godersi la vita senza sapere che, quella notte stessa, morirà. I potenti credono di avere potere sugli altri ma non ce l’hanno nemmeno su loro stessi. Gli esseri umani davanti a questa ineluttabile mancanza di potere dovrebbero diventare un po’ più saggi».E invece?«E invece impazziscono, come sta accadendo nella nostra civiltà della tecnica e del denaro».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.