
Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, Michele Emiliano. Il vulcanico quasi ex presidente della Puglia, che con la sua volontà di voler correre alle prossime elezioni per un seggio in Consiglio regionale (così come un altro illustre ex, Nichi Vendola) sta facendo traballare la candidatura a presidente per il centrosinistra dell’ex sindaco di Bari e attuale parlamentare europeo del Pd Antonio Decaro, si ritrova bersaglio di una nota durissima della Giunta distrettuale di Lecce dell’Associazione nazionale magistrati. Proprio lui, giudice, nel mirino delle critiche dei giudici. Il motivo? Emiliano ha commentato alla sua maniera la decisione del Tribunale del Riesame di Lecce di annullare l’ordinanza di custodia cautelare a carico dell’imprenditore barese Maurizio Laforgia, tornato in libertà lo scorso 25 luglio dopo tre settimane trascorse ai domiciliari.
Laforgia è indagato per associazione a delinquere insieme ad altri due imprenditori, Alfredo Barone e Marino Congedo, e all’esponente politico leccese Alessandro Delli Noci, che lo scorso 5 giugno, a causa dell’inchiesta, si è dimesso da assessore regionale e pure da consigliere. «Quante volte», ha detto Emiliano, come riporta Lecceprima.it, in riferimento all’inchiesta su Delli Noci, «non ho dato retta alle inchieste giudiziarie. Perché leggendo le carte, secondo me questi non vanno da nessuna parte. Come si è verificato persino nella famosa indagine di Lecce dell’altro giorno. Ho letto che il tribunale del Riesame ha smontato completamente l’ipotesi accusatoria dopo che ho perso un assessore e il consiglio regionale ha perso un consigliere. Però, zitti e cammina. Zitti e camminiamo, perché noi siamo ubbidienti. Perché i pugliesi, oltre a essere bravi, fantasiosi, creativi sono genio e regolatezza. È più importante la magistratura del singolo errore giudiziario».
Emiliano sostanzialmente ha prosciolto gli indagati, definendo «morta» l’inchiesta, scatenando la reazione furiosa della Giunta distrettuale di Lecce dell’Associazione nazionale magistrati, che in una nota «manifesta sconcerto per le affermazioni del governatore riportate da più organi di comunicazione, secondo cui l’indagine della Procura di Lecce sull’assessore Delli Noci sarebbe stata “smontata” dal Tribunale del Riesame e sarebbe, quindi, “morta”. Tali affermazioni destano stupore sia perché riguardano il merito di un’indagine penale che è ancora in corso di svolgimento (rispetto alla quale, quindi, ragioni di opportunità e di prudenza suggerirebbero di astenersi dal formulare giudizi prima del relativo esito) sia perché fondate su un provvedimento del quale non sono ancora note le motivazioni. Appartiene al fisiologico funzionamento del procedimento penale», prosegue la nota dell’Anm, «come ben sa il governatore ed ancora magistrato Michele Emiliano, l’eventualità, anche in ragione di elementi sopravvenuti, di valutazioni diverse da parte dei magistrati a diverso titolo chiamati a conoscere della medesima vicenda giudiziaria. La Giunta distrettuale esprime, pertanto, vicinanza, sostegno e solidarietà, piene e convinte, ai colleghi della Procura della Repubblica di Lecce e del Tribunale di Lecce, ribadendo che il rispetto, oltre che formale, sostanziale del principio della separazione dei poteri non possa prescindere dalla necessità di evitare interferenze dell’uno con giudizi sommari sull’operato dell’altro».
«Quello che ho detto», ha replicato laconico Emiliano, a quanto riporta Antennasud. Insomma, l’atmosfera in Puglia si surriscalda sempre di più, mentre per Antonio Decaro la strada verso la presidenza della Puglia, che sembrava spianata, è diventata assai tortuosa. Non ne vuole sapere, Decaro, di doversi confrontare con il suo (ex?) padre politico Emiliano in Consiglio regionale: la reputa una presenza troppo ingombrante in grado di condizionarne politicamente il cammino. Una posizione comprensibile, ma difficile da sostenere in termini politici: in che modo il Pd potrebbe mai vietare a un suo esponente del peso di Michele Emiliano di candidarsi al Consiglio regionale, sottoponendo quindi la sua eventuale elezione al giudizio degli elettori?
Su Decaro pochi giorni fa si è abbattuto pure l’anatema di Vincenzo De Luca, presidente Pd della Campania, che gli ha riservato un attacco violentissimo: «In Puglia», ha detto De Luca, «si sta preparando a candidarsi un altro europarlamentare, Antonio Decaro, che appartiene alla categoria degli esponenti politici che si presentano come preti spretati, brave persone. Decaro si è candidato come capolista nella circoscrizione meridionale alle elezioni europee un anno fa. La correttezza nei confronti degli elettori ha ancora un valore o no? Se chiedi il voto e dopo un anno decidi di fare quello che vuoi, stai offendendo e calpestando la volontà degli elettori. Per il Pd è ancora un problema la correttezza nel rapporto degli elettori, o no?».






