
Se attirasse qualche ribelle del Gop avrebbe i numeri per obbligare il tycoon a trattare.Elon Musk tira dritto con la fondazione del suo partito. «Oggi, l’America Party è nato per restituirvi la libertà», ha dichiarato venerdì. Tutto questo, mentre ieri ha notificato ufficialmente alla Fec la nascita della nuova formazione politica e ha anche lasciato intendere che potrebbe presto tenersi il suo congresso inaugurale. Negli scorsi giorni, il magnate era tornato a criticare la legge di spesa che, fortemente voluta da Donald Trump, è stata di recente approvata dal Congresso: una legge che, secondo il Ceo di Tesla, aggraverebbe eccessivamente il debito statunitense. Musk se l’era quindi presa con quello che aveva definito il «sistema monopartitico» americano, strizzando l’occhio soprattutto all’ala libertarian del Partito repubblicano. Trump, dal canto suo, non aveva affatto digerito le nuove critiche del magnate ed era quindi tornato a ventilare l’ipotesi di rescindere i contratti federali delle sue aziende. Non solo. L’inquilino della Casa Bianca era addirittura arrivato a non escludere di espellere il Ceo di Tesla dagli Stati Uniti. Arrivati a questo punto, è lecito chiedersi quali speranze possa avere il nuovo partito di Musk: un Musk che, in quanto nato in Sudafrica, non avrà comunque la possibilità, in base alla Costituzione statunitense, di candidarsi alla Casa Bianca. Cominciamo col dire che solitamente negli Stati Uniti i terzi incomodi non hanno mai raggiunto risultati eclatanti. L’unica eccezione rilevante fu il Progressive Party di Theodore Roosevelt che, alle presidenziali del 1912, arrivò secondo dietro al Partito democratico. L’ultimo partito che, sempre alle presidenziali, riuscì a conquistare almeno uno Stato fu invece l’American Independent Party nel 1968 sotto la guida di George Wallace. Il candidato indipendente Ross Perot, nella corsa alla Casa Bianca del 1992, ottenne infatti, sì, un alto voto popolare, ma non riuscì a espugnare neppure uno Stato.E allora quali speranze può nutrire Musk che, come detto, non può neanche candidarsi alla presidenza? Indubbiamente il magnate può contare su una elevata disponibilità economica, oltre che sul potere mediatico di X. Inoltre, potrebbe cercare di «sottrarre» a Trump quei parlamentari repubblicani che si sono opposti alla legge di spesa (come il senatore Rand Paul e il deputato Thomas Massie): il che, vista la maggioranza risicata del Gop al Congresso, potrebbe rivelarsi problematico per il presidente. Senza contare che Musk potrebbe presentare dei candidati propri alle Midterm del 2026, per insidiare il Partito repubblicano al Campidoglio. Pensiamo per esempio al fatto che, nel 1970, James Buckley, esponente del Partito conservatore, conquistò il seggio senatoriale di New York, battendo il candidato dem e quello del Gop. Dall’altra parte, va anche sottolineato che il Ceo di Tesla non ha finora mostrato di possedere una grande popolarità politica: ad aprile, il candidato che aveva alacremente sostenuto per la Corte Suprema del Wisconsin è stato infatti sonoramente sconfitto. Tuttavia attenzione: nella disfida tra Trump e Musk non si registra un nodo esclusivamente politico. Ne emerge anche uno sistemico. Ieri, il segretario al Tesoro americano Scott Bessent, oltre a confermare l’entrata in vigore dei dazi il primo agosto in caso di mancato accordo, ha riferito che i Cda delle aziende di Musk non sarebbero affatto contenti della creazione del nuovo partito. Più in generale, il magnate ha bisogno degli appalti con la Nasa e il Pentagono, così come il Pentagono ha a sua volta bisogno della tecnologia di SpaceX nella competizione geopolitica con la Cina: una competizione che lo stesso Trump ha messo al centro della propria agenda politica. Anche un finanziere come Bill Ackman si era speso, a giugno, per far riappacificare il presidente americano e il ceo di Tesla. Né Wall Street né gli apparati della sicurezza nazionale vedono di buon occhio lo scontro in corso tra i due. Non è quindi escludibile che questi mondi tornino ad attivarsi per cercare di favorire una ricomposizione della frattura.
(IStock)
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