2024-06-05
Elkann continua a fare promesse. Ma la gigafactory finisce in freezer
John Elkann (Getty Images)
Passerella di Tavares a Melfi mentre il produttore di batterie Acc, controllato da Stellantis, Totalenergies e Mercedes, rimanda il progetto di Termoli. Già arrivati a Mirafiori i componenti della cinese Leapmotor.Boom dell’Ecobonus per i veicoli elettrici, esaurito in nove ore. Il Mimit esclude anomalie: ha pesato l’apertura ai leasing. Il Mef: «Sì a nuovi fondi in modo selettivo».Lo speciale contiene due articoli.Molte promesse ma pochi fatti e quei pochi di segno negativo. L’attesa visita di Carlos Tavares allo stabilimento di Melfi si è risolta in una gran passerella ricca di promesse ma povera di contenuti. Le aspettative erano alte ma l’unico fatto concreto prodotto dall’appuntamento è stato piuttosto deprimente. La grande fabbrica di batterie che doveva sorgere a Termoli viene rinviata a una dimensione di tempo indefinita che si colloca fra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. Contemporaneamente c’è la comunicazione che le componenti delle auto Leapmotor prodotte in Cina sono già arrivate a Torino. Vuol dire che la fabbrica di Mirafiori da culla del polo del lusso (Alfa Romeo e Maserati) è stata declassata a sito periferico per vetture a basso costo, fra l’altro nemmeno fabbricate ma semplicemente assemblate. Una delle cosiddette fabbriche-cacciavite contro cui per anni si sono scagliati in tanti. Gli economisti vista l’esiguità del valore aggiunto; i sindacati perché l’occupazione è scarsa e poco specializzata. Così alla fine Mirafiori, che per mezzo secolo è stato il simbolo dell’Italia industriale oltre a essere il più grande stabilimento automobilistico del mondo, si ridurrà a un semplice capannone di assemblaggio. A chi chiedeva dell’arrivo dei cinesi, Tavares ha risposto: «Se l’Europa continua a invitare le case cinesi, non abbiamo altra scelta che competere. A Melfi tutti capiscono che la concorrenza sarà dura, ma l’unico modo per andare avanti è lavorare insieme, alla stessa velocità e nella stessa direzione».Assai più amara l’altra cattiva notizia di oggi. Il produttore europeo di batterie per auto Acc, di proprietà di Stellantis (presieduta da John Elkann), Mercedes e Totalenergies, ha annunciato di aver rinviato i piani per la costruzione della grande fabbrica a Termoli. «Investiremo nelle gigafactory alla velocità che il mercato richiede per competere sul mercato delle auto elettriche ed essere sul podio», risponde Tavares a chi chiede spiegazioni dello stop, «Ora competiamo con Tesla. Non siamo nella posizione di controllare quanto velocemente il mercato europeo passerà all’elettrico: se la transizione sarà più veloce del previsto investiremo più velocemente, se sarà più lenta allora investiremo più lentamente».Per il resto molte parole di circostanza, tante promesse e ancora qualche colpo di spillo con il governo con il quale, comunque, la multinazionale dell’auto si dichiara pronta a collaborare. «Siamo aperti a ogni eventuale accordo con il governo italiano», dice, «a stringerci la mano per produrre un milione di veicoli. Ma per un milione di veicoli servono un milione di clienti». Sugli incentivi «si è verificato un fenomeno anomalo. Siamo sorpresi dall’esaurimento dei fondi per l’elettrico. Stiamo cercando di capire cosa è successo, ma a oggi non abbiamo una spiegazione concreta. Chi di dovere sta indagando». Più tardi il mistero verrà chiarito: le disponibilità si sono esaurite perché la platea dei potenziali richiedenti è stata ampliata saturando l’offerta.Il miele e le buone intenzioni nel corso della conferenza stampa corrono a fiumi. «Il sito di Melfi ha la capacità di produrre auto al massimo livello di qualità nel 2025», annuncia Tavares, «Quando tutte le linee saranno a pieno regime alla fine del 2026, sarà in grado di produrre 250.000 veicoli all’anno». Risponde alle domande: «La prima cosa che mi è stata chiesta è la prospettiva che abbiamo al 2030 sugli impianti italiani. Abbiamo garantito anche oltre quella data, la piena operatività». Tanto più che «non ci sono problemi di attività in Italia», ha aggiunto, «le discussioni sui vari siti italiani sono state eccellenti». Soprattutto «a Melfi stanno facendo tutti un lavoro incredibile, creativo. Nel 2025 saremo ai massimi livelli di qualità. Questa fabbrica ha la possibilità di realizzare prodotti di livello globale, ci sono miglioramenti sui costi e ci sono molte idee», ha aggiunto. I sindacati applaudono. Le promesse vanno nella direzione desiderata. Poi si tratterà di vedere se la domanda di auto nuove sarà sufficiente a coprire l’offerta aggiuntiva. I dubbi però ieri non dovevano rovinare il clima della festa. «Tavares», spiegano i rappresentanti del lavoratori, «ha ribadito che a Melfi saranno prodotte cinque nuove vettura vetture confermando la Jeep compass mild hybrid, e ha sottolineato la centralità del sito lucano, fatto di competenze, professionalità e senso di responsabilità».Sull’indotto Tavares ha evidenziato che persistono ancora elementi da migliorare e pertanto c’è bisogno di uno sforzo in questa direzione. Il futuro è ancora da costruire.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/elkann-stellantis-crisi-2668455818.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="incentivi-auto-finiti-il-38-a-societa" data-post-id="2668455818" data-published-at="1717571968" data-use-pagination="False"> Incentivi auto finiti: il 38% a società Gli Ecobonus 2024 sono stati prosciugati in poche ore da un’inattesa piena di richieste. Comunque tranquilli: il piano di incentivazione verrà rifinanziato anche se questa volta le assegnazioni saranno più selettive. Ad annunciarlo il ministro Giancarlo Giorgetti. «Altri soldi ne potranno arrivare, ma bisogna sempre scegliere dove metterli», dice il titolare dell’Economia rispondendo ai giornalisti nel corso di una visita al polo dell’innovazione tecnologica di Bergamo, «I soldi non sono infiniti, sono limitati e quindi dobbiamo essere in qualche modo molto selettivi». Poco prima il ministero dei Trasporti aveva chiuso il giallo che, per tutta la giornata, aveva interrogato il mondo dell’automotive: come mai i soldi erano finiti così rapidamente? In nove ore erano stati prenotati i 200 milioni destinati all’acquisto di auto elettriche. Qualcuno aveva fatto il furbo al momento dell’accesso alla piattaforma di prenotazione? Il ministero spegne tutte le ricostruzioni più o meno fantasiose affermando che non sono emerse anomalie significative. La nota spiega che «il 62% delle prenotazioni è stato effettuato da persone fisiche tramite concessionario auto, mentre il restante 38% da persone giuridiche, tra cui le società di noleggio a lungo termine. Valori pienamente in linea con le dinamiche del mercato». Dal ministero aggiungono che i casi potenzialmente anomali si attestano intorno al 5%, «dato fisiologico e in linea rispetto al passato» sui quali, una volta conclusi i controlli, il Mimit procederà, ove opportuno, con le dovute procedure di contestazione. Il Mimit aggiunge che con l’erogazione degli incentivi sarà elevata la percentuale di veicoli rottamati dai richiedenti (circa il 40% delle prenotazioni). Il problema del rapido esaurimento delle risorse è dovuto all’ampliamento della platea dei richiedenti: non solo le famiglie ma anche aziende di noleggio e leasing aziendale. Una scelta difesa dal ministro Adolfo Urso: «Con questo piano sosteniamo le famiglie nell’acquisto di un’auto ecologica rinnovando il parco auto e nel contempo stimolando la produzione nazionale. È un Piano Italia, per le famiglie e per il lavoro italiano». Una boccata d’ossigeno per le auto green, comparto fermo in Italia a una quota compresa tra il 3 e il 4%, un terzo rispetto alla media europea. «Stupisce favorevolmente l’interesse per le elettriche dovuta sicuramente all’entità degli incentivi, ma auspicabilmente anche a un accresciuto interesse per questo tipo di auto. commenta il presidente del centro studi Promotor, Gian Primo Quagliano. «Ci aspettiamo che nei prossimi mesi si possa invertire il trend delle immatricolazioni di vetture ricaricabili, in flessione dallo scorso gennaio, sostenendo la domanda di tecnologie green e al contempo i ritmi di rinnovo del parco circolante, anche grazie anche all’estensione della misura a tutte le persone giuridiche con l’eccezione dei concessionari», afferma Roberto Vavassori, presidente dell’Anfia. In tutto il governo ha stanziato un miliardo di euro per gli incentivi auto del 2024. Ma - spiega il ministero - quasi 300 milioni sono stati già utilizzati con le prenotazioni effettuate nei primi mesi del 2024. Quindi la disponibilità a oggi è di 710 milioni di euro, di cui quasi 300 sono stati già usati. Gli incentivi riguardano anche moto e furgoni. Tutta la filiera comunque fa notare che gli incentivi vanno programmati anche per i prossimi anni e che da soli non basteranno ad affrontare la transizione del settore. Tra le richieste c’è quella di una radicale revisione del sistema di tassazione degli autoveicoli. L’attesa degli incentivi ha frenato le vendite di auto in Italia. A maggio le immatricolazioni sono state 139.581, il 6,6% in meno dello stesso mese del 2023.
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