2023-03-18
«Effetti dei diktat mai valutati»
Lo studio mostra il doppio standard per il via libera a interventi farmaceutici e restrizioni. A differenza dei primi, i lockdown furono imposti senza indagarne utilità e conseguenze.Si parla tanto del Piano strategico operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale, che dovrebbe risultare efficace nella sorveglianza dei rischi, dei meccanismi di allerta, della risposta, dell’attuazione. Con l’unica certezza che quello che avevamo non era aggiornato, dobbiamo pretendere che nulla venga trascurato in previsione di una nuova emergenza. Importanti spunti di riflessione arrivano, a proposito, da un paper uscito su ScienceDirect nel quale si ricorda che, durante la pandemia, «mentre gli interventi farmacologici sono stati più prontamente accettati o rifiutati sulla base di studi di alta qualità completati rapidamente, molti interventi non farmacologici con danni noti o evidenti, e prove deboli nella migliore delle ipotesi, hanno continuato a essere raccomandati per anni, se non fino ad oggi». Una revisione completata nell’agosto del 2021 ha rilevato infatti che solo l’1% circa degli studi clinici registrati su Covid-19 a livello globale riguardava interventi non farmaceutici. Gli esperti in epidemiologia e biostatistica dell’Università della California, Tracy Beth Hoeg e Vinay K. Prasad, sottolineano che per gli interventi farmacologici «gli effetti collaterali sono prevalentemente biologici e spesso rilevabili», invece per gli altri «la portata e l’entità degli aspetti negativi sono più difficili da quantificare e possono comportare effetti biologici sociali, emotivi, educativi spesso più ritardati, o difficili da definire». Si riferiscono, ad esempio, alla chiusura delle scuole che è stato «un massiccio intervento sociale con numerosi danni perpetuati, senza prove di efficacia». Così pure, per l’obbligo di mascherina nei bambini «sono stati sospettati danni sociali ed educativi che ora iniziano ad essere documentati», scrivono gli studiosi. Sempre, dunque, dovrebbe essere necessaria la raccolta rapida di dati di alta qualità, «preferibilmente attraverso studi randomizzati, per guidare le raccomandazioni sulla salute pubblica ed evitare politiche con danni netti per la società in futuro». A supporto della loro spiegazione, Hoeg e Prasad mettono a confronto il diverso atteggiamento tenuto nei confronti di Ivermectina e della misurazione della CO2 in epoca Covid. «Nessuno degli studi randomizzati ha identificato problemi di sicurezza importanti», con questo farmaco antiparassitario e dal costo per trattamento individuale inferiore ai 100 dollari. Eppure, Fda, Cdc, Nih e le agenzie della salute di altri Stati «non solo non hanno raccomandato l’Ivermectina, ma hanno messo in guardia contro il suo uso per Covid-19». Altra prassi ha accompagnato le misurazioni di CO2 per la prevenzione e gestione negli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus, come raccomandato anche dal nostro Istituto superiore della sanità. Gli autori affermano che «numerosi esperti hanno sostenuto l’uso di monitor di CO2 personali senza dati randomizzati o di alta qualità a sostegno del loro uso contro Covid-19». Infatti, «ad oggi, non esistono studi randomizzati sui tassi di infezione o trasmissione di Covid-19 in diversi livelli di CO2». Studi randomizzati possono essere fatti, su interventi non farmacologici che si vogliono mettere in atto, «ma non sono previsti o richiesti dalle comunità mediche e della sanità pubblica», osservano i due esperti, convinti che applicare un criterio di valutazione difforme sia «pericoloso e costoso; dovremmo richiedere lo stesso livello di evidenza sia per gli interventi non farmacologici, sia per quelli farmacologici. Studi di alta qualità dovrebbero essere intrapresi entro poche settimane da una nuova pandemia per evitare danni inutili dovuti a interventi inefficaci».Pensiamo anche solo all’inefficacia, al danno prodotto dai ripetuti lockdown, alle conseguenze sociali, economiche e sulla salute di milioni cittadini. Non sono di secondaria importanza, rispetto ai danni dei trattamenti farmacologici.
Luca Zaia intervistato ieri dal direttore della Verità e di Panorama Maurizio Belpietro (Cristian Castelnuovo)
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 22 ottobre con Carlo Cambi
Emmanuel Macron e Pedro Sánchez (Getty Images)