2019-04-04
Edilizia bloccata nelle sabbie mobili. Dieci prodotti per ridurre i rischi
Costruzioni e cemento in Borsa restano ancora sotto i massimi raggiunti nel 2007. Alcuni titoli pagano sul lungo periodo, ma è più sicuro puntare su fondi ed Etf. I rendimenti possono arrivare a due cifre.Il settore delle costruzioni è fra quelli che ha risentito di più della grande crisi del 2008 e l'indice europeo, lo Stoxx Europe 600 construction & materials, è ancora sotto rispetto ai massimi del 2007. Ben peggiore è la situazione italiana dove, per esempio, nel cemento la produzione annuale è passata da 48 milioni di tonnellate annue a quasi la metà, riportando le lancette dell'orologio dei consumi ai livelli degli anni Sessanta. Anche per questo motivo i produttori italiani di cemento hanno deciso di diversificare massicciamente all'estero (come Buzzi unicem) o di cedere le attività per intero, come ha fatto la famiglia Pesenti con Italcementi, o sulla parte italiana, come ha fatto la famiglia Caltagirone con Cementir. «La crisi e il calo degli investimenti pubblici e privati italiani spiegano il crollo del settore e pure i campioni nazionali del comparto lato costruzioni che si sono concentrati soprattutto sull'estero hanno iniziato a soffrire negli ultimi anni per bassa redditività, contenziosi crescenti, svalutazioni e indebitamento fuori controllo», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf. Il caso di Astaldi (in concordato e al centro di un tentativo di salvataggio da parte di Salini, che ha chiesto una proroga fino al 30 maggio per definire il piano) è il più significativo, con una perdita dell'80% del valore borsistico nell'ultimo triennio nonostante un portafoglio ordini record. A Piazza Affari i titoli del settore costruzioni sono otto: Prysmian, Ima, Leonardo, Maire technimont, Fincantieri, Danieli, Interpump, Salini impregilo.Meglio naturalmente vanno le cose a livello globale, anche se gli investitori guardano sempre più a chi gestisce le infrastrutture piuttosto che a chi le costruisce, perché il loro rendimento è meno legato all'andamento dei mercati finanziari. Il settore è dunque piuttosto fragile. Puntare sui singoli titoli può essere più che mai rischioso, anche se negli anni alcune società hanno comunque saputo dare buone soddisfazioni agli investitori.Se da un lato Buzzi unicem ha sempre mostrato il segno meno (-20,16% in tre anni), dall'altro ci sono titoli come quelli del gruppo Caltagirone, cresciuti del 20% in 36 mesi. Certo, il 2018 è stato duro per molti titoli e Caltagirone negli ultimi 12 mesi ha ceduto oltre il 10%. Andamento simile per Cementir: il titolo nel 2018 ha perso il 7,74%, mentre negli ultimi tre anni ha guadagnato il 48,89%. Mai come in un settore come questo la soluzione migliore è quella di puntare su fondi comuni o Etf che permettono di ridurre i rischi e trarre il meglio da questo comparto.C'è, ad esempio, il Lyxor msci world materials tr ucits etf - Acc che negli ultimi 36 mesi ha guadagnato quasi il 40%, ottenendo comunque un +6,81% nel 2018. Bene anche l'Xtrackers msci world materials ucits etf 1c che negli ultimi tre anni ha ottenuto il 40,23% (6,71% negli ultimi 12 mesi). Tra i fondi comuni troviamo l'Agora materials r che in tre anni è salito del 25,46% (in 12 mesi invece del 4,06%), il Multipartner sicav robecosam smart materials b eur, cresciuto del 40,23% in tre anni (ha ceduto lo 0,79% in un anno) e l'Nn (L) materials p cap eur che in 36 mesi ha guadagnato il 32,34% (cedendo lo 0,79% in 12 mesi).Chi vuole puntare sul comparto delle costruzioni, dunque, dovrebbe farlo avvalendosi dell'esperienza di un consulente finanziario. Altrimenti, il rischio potrebbe davvero non valere la candela.
Lo stabilimento Stellantis di Melfi (Imagoeconomica)
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