2024-01-19
Stretta sugli ecovandali. Poi ci sono i giudici...
Approvato il ddl che inasprisce le pene per chi imbratta i monumenti. Benissimo, basta che venga applicato: un tribunale ha appena concesso le attenuanti a tre che bloccavano le strade per il «valore morale» del gesto.Via libera della Camera al ddl che inasprisce le pene per chi deturpa i monumenti: ora gli ecovandali rischiano fino a cinque anni di carcere e multe fino a 60.000 euro. Il ministro Gennaro Sangiuliano: «Chi imbratta paga». Intanto, però, un giudice «grazia» tre fanatici di Ultima generazione che si erano incollati alla strada per bloccare il traffico, concedendo loro le attenuanti per «motivi di ordine morale e sociale». Si erano furbescamente cosparsi le mani di cemento a presa rapida, per rimanere incollati all’asfalto della tangenziale bolognese. Un blocco stradale a prova di pendolare. Nemmeno l’energumeno più forzuto li avrebbe smossi. E poi clacsonate, insulti, maledizioni. Niente da fare. Grazie alla geniale trovata, le tre faine di Ultime generazione erano rimaste abbarbicate al cemento per un’oretta. Fino all’arrivo dei vigili del fuoco. Ettore, Silvia e Mida sono così finiti a processo. E ieri il tribunale di Bologna li ha condannati a sei mesi per l’audace impresa dello scorso 2 novembre. Violenza privata e interruzione di pubblico servizio. I tre ecoteppisti sono invece stati assolti dalle accuse di danneggiamento, manifestazione non autorizzata e inottemperanza al foglio di via. Sentenza storica, comunque. La prima contro i ribaldi di Ultima generazione. E non sarà nemmeno l’ultima. Anzi: proprio ieri, mentre quel giudice felsineo si pronunciava, alla camera dei deputati veniva approvato il ddl contro gli ecovandali. Certo, in questo caso la nuova legge punisce chi deturpa opere d’arte e monumenti. E non chi improvvisa blocchi stradali, ipotesi di reato già contemplata nel codice penale. Stringi stringi, però, il succo è lo stesso. Ideologici giovanotti che si dilettano a funestare il prossimo in nome di malinteso fanatismo. Come Ettore, Silvia e Mida. Appunto. I tre, dopo l’arresto del novembre 2023, vengono sottoposti a misure cautelari: divieto di dimora e obbligo di firma, poi revocati. La Procura chiede poi un anno a testa. Mentre gli avvocati rimembrano alla corte la «nobiltà» dell’azione. Il faticoso argomentare convince parzialmente i giudici. All’indomabile trio sono quindi concesse le attenuanti generiche, per particolari motivi «di ordine morale e sociale». Per scoprire quali siano bisognerà però attendere la sentenza, che verrà depositata tra novanta giorni. Silvia, una dei tre cementati a presa rapida, già però ragguaglia: «Ci hanno condannato perché diciamo e facciamo cose scomode» analizza la fumettista ventinovenne, ormai scafata vendicatrice climatica. «Chiedo alle persone che mi ascoltano di non avere paura. Se pensate che tutto questo sia ingiusto, entrate con noi in questo conflitto che è un sano motore di cambiamento». Utilissimo, poi. Cosa c’entrano quei poveri diavoli che, a bordo delle loro utilitarie, vorrebbero soltanto andare a buscarsi la pagnotta? Dovrebbero piuttosto vendere un rene per comprare auto elettriche super accessoriate? Mistero. Eppure, gli attivisti srotolano striscioni e urlano slogan: «No gas. No carbone. No petrolio». E a cosa serve imbrattare in tutto il pianeta inestimabili opere d’arte, se non a far imbestialire persino i più bendisposti? Comunque sia, lo scorso mercoledì sono stati rinviati a giudizio altri tre eminenti contestatori di Ultima generazione. Un anno fa, hanno lanciato vernice contro «Il Dito» di Maurizio Cattelan, in piazza Affari a Milano. Il processo comincerà il prossimo 18 marzo. Intanto, davanti al tribunale meneghino, manifestati attivisti e indispettiti leghisti stavano per venire alle mani.Lo stesso scontro, stavolta metaforico, s’è consumato tra maggioranza e opposizione nelle aule parlamentari. Ebbene: la Camera ora approva in via definitiva il ddl sugli ecovandali. Il provvedimento era già passato a Palazzo Madama. Dunque, adesso è una legge dello Stato. Viene punito chi distrugge, danneggia, deturpa e imbratta sia i beni culturali che quelli paesaggistici. Rischia inoltre da uno a cinque anni di carcere chiunque «distrugga, disperda, deteriori o renda, in tutto o in parte, inservibili beni mobili o immobili durante manifestazioni pubbliche». Se, invece, il danneggiamento avverrà in musei, pinacoteche o gallerie la reclusione potrà andare da uno a sei mesi. In estremissima sintesi: chi deturpa, paga. Da 20.000 a 60.000 euro. I proventi delle sanzioni saranno poi devoluti, per sistemare l’incolpevole obiettivo della protesta, al ministero della Cultura. Che difatti, dopo aver auspicato severità, esulta: «D’ora in poi, chi arrecherà dei danni al patrimonio sarà costretto a pagare di tasca propria il costo delle spese per il ripristino integrale delle opere» rimarca il ministro, Gennaro Sangiuliano.A favore della norma vota, come un sol uomo, il centrodestra. Per i turboattivisti, difatti, denunce e condanne sembrano ormai diventate medagliette. E soprattutto assicurano loro ampia e gratuita pubblicità, sebbene soprattutto controproducente. Una corposa sanzione pecuniaria, invece, potrebbe farli desistere dalle deleterie proteste. Si astengono dalla votazione sia Azione che Italia Viva. Mentre la legge è aspramente criticata dall’opposizione, che già nei mesi scorsi aveva blandito gli ambientalisti d’assalto, parlando di «sanzioni irragionevoli». E dallo sprofondo piddino, per esempio, riemerge all’uopo Laura Boldrini, già presidente della Camera: «Dopo i ragazzi dei rave party e le Ong che salvano vite in mare, nel mirino delle destre ci sono adesso le ragazze e i ragazzi di Ultima Generazione, accusati di violenza per i blocchi stradali e di danneggiare i beni culturali». Invece, ricorda la pasionaria piddina, trattasi solo di spruzzatine innocue. Vernice lavabile. Roba compatibile. Ma solo con l’ecocretineria.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.