
Durante la fiera di Ecomondo a Rimini ampio spazio è stato dato ai settori dell’industria idrica e ai cambiamenti a cui sta andando incontro, dalla digitalizzazione all’ottimizzazione dell’efficienza, con un focus sul Pnrr.Riguardo a quest’ultimo punto, Angelica Catalano, direttore generale Dighe e infrastrutture idriche del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ha spiegato che il Pnrr è «una macchina da guerra». Se tra gli aspetti positivi ha ricordato che, quando è stato pubblicato il bando riservato ai settori gestori del servizio idrico integrato, hanno inserito due finestre temporali e in questo modo «due regioni d’Italia che non avevano regolarizzato la loro posizione sul servizio idrico integrato, ora lo sono». Catalano ha messo in luce soprattutto le difficoltà, spiegando che «abbiamo messo in atto dei criteri di controllo tecnico e di spesa per cui ci stiamo accorgendo delle criticità di alcuni soggetti attuatori». Anche nella linea di investimento che coinvolge le grandi infrastrutture idriche, ha parlato di «criticità». La prossima settimana sarà in audit alla Commissione Ue e poi si svolgerà l’attività ispettiva e di controllo «per verificare l’avanzato delle attività». Ma ha già anticipato che «ci sono scelte delicate da assumere, alcuni soggetti attuatori andranno de finanziati, il Pnrr non concede sconti». Sull’apertura di nuovi bandi, Catalano ha detto che prima serve comprendere strategicamente «se verranno destinati fondi in maniera dedicata».Durante l’evento sulle reti idriche e la digitalizzazione, sono però emersi anche esempi virtuosi di alcune aziende che hanno abbracciato questo percorso di trasformazione. È il caso di Alfa Varese che usa la tecnologia satellitare «predittiva» per ottimizzare le videoispezioni. Questo consente sia di rilevare le criticità, ma anche di «dare una pianificazione delle attività a medio e lungo termine», usando la Sar multi temporale, come ha spiegato Marco Sciarini, responsabile ufficio idraulica di Alfa. In questo modo vengono definite con precisione «le attività da indagare a campo secondo una priorità di intervento ulteriormente implementata dai dati satellitari e da fattori esterni che possono aggravare la situazione come le aree di allagamento». Le informazioni raccolte dai dati satellitari e dalle ispezioni in campo sono inserite in «una dashboard interattiva con informazioni in tempo reale per definire la programmazione e il piano di monitoraggio esteso nel tempo».Riguardo il Pnrr, il direttore tecnico e commerciale, B. M. Tecnologie Industriali Spa SB del Gruppo Almaviva Paolo Ridella ha spiegato che si tratta di «una leva importante per arrivare alla digitalizzazione delle reti» ma è anche vero che ha messo sotto pressione i gestori, dato che «non è un processo graduale ma concentrato in soli due anni dove si sono dovute fare una serie di attività» che porteranno «a uno tsunami di dati». In questo momento storico si segna infatti il passaggio «da carta e penna» a «gestione digitale delle reti». Sebbene, ha ricordato Ridella, non tutte le aziende partivano da zero, come il caso di Acquedotto pugliese dove lì il Pnrr «è servito per cambiare tipo di gestione di servizi da campo a quella che parte da conoscenza, analisi e validazioni di dati».Mercoledì invece la sessione plenaria internazionale degli Stati generali della green economy si è aperta con la notizia dell’elezione di Donald Trump come 47° presidente degli Stati Uniti. Un risultato che pare non preoccupare eccessivamente per quanto riguarda la transizione green. Il direttore della Fondazione per lo sviluppo Raimondo Orsini, prevede infatti che «la nuova amministrazione Trump non cambierà molto questa direzione» considerando che «l’Inflation reduction act è molto difficile da modificare e d’altra parte i quattro quinti dei finanziamenti previsti dal provvedimento sono diretti verso Stati repubblicani». Ripercorrendo gli anni della sua prima presenza alla Casa Bianca, è stato ricordato che gli investimenti in energia green erano molto cresciuti, mentre con Joe Biden l’impennata nel solare era anche dovuta alla riduzione dei costi.Prima che si ripercorresse la situazione delle emissioni di Co2 di vari Paesi a livello mondiale, la plenaria è stata inaugurata da un collegamento del ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, che pur affermando che la «transizione in atto» è «la strada giusta», ha anche ricordato che «va percorsa con la consapevolezza di guardare la realtà per quella che è». Il ministro ha spiegato che «in Europa la cattiva gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche determina una perdita economica di 10 miliardi di euro di materie prime disperse», quindi è necessario «investire nella crescita dei volumi raccolti, nella realizzazione di impianti di trattamento e nell'utilizzo delle materie prime seconde nelle produzioni industriali».Analizzando i «grandi emettitori», l’anno scorso l’Unione Europea ha ridotto le emissioni di gas serra del 31% rispetto al 1990. E nel giro di un anno, tra il 2022 e il 2023, ha tagliato le emissioni di quasi 200 milioni di tonnellate. Se continuasse su questa traiettoria, sarebbe in grado di raggiungere il target del – 55% al 2030. Resta da vedere se riuscirà a raggiungere il net zero entro il 2050. L’india invece è diventata il terzo emettitore globale superando l’Europa. Le rinnovabili presenti nel Paese non sono in ottica di sostituzione del carbone, ma piuttosto di affiancamento. Gli Stati Uniti, secondo emettitore globale, invece nel 2023 ha ridotto le emissioni del 14,5% nel 2022 e con l’amministrazione Biden si è dato l’ambizioso obiettivo di raggiungere il 100% di elettricità green entro il 2035. La Cina continua a essere il primo emettitore mondiale di Co2 ma allo stesso tempo è impegnata nella transizione energetica. E guardando ai dati si comprende il motivo: nel 2022 ha venduto a livello globale il 60% delle auto elettriche, il 45% di quelli solari fotovoltaici, il 50% degli impianti eolici.Dal punto di vista delle imprese italiane, il presidente del Gruppo Iren Luca Dal Fabbro ha detto chiaramente che: «la battaglia delle batterie è persa. Nei prossimi 10, 20 anni le batterie cinesi saranno più competitive di quelle americane». Parte della soluzione starebbe nel recuperare i rifiuti contenenti materiali critici, come ha raccontato Dal Fabbro: «Due anni fa lanciai un programma di analisi su materiali critici: in Italia abbiamo quantità di rifiuti ricchi di questi materiali che servono per produrre batterie e manufatti di difesa». E l’11 dicembre ad Arezzo il Gruppo Iren inaugurerà il primo impianto idrometallurgico europeo a tecnologia avanzata.Riguardo il riciclo della carta, Armando Mariano, R&D Material & Product Director di Seda International Packaging Group, ha spiegato che in Italia abbiamo un tasso di riciclo pari a oltre il 92%, quindi «abbiamo ampliamente superato i target della Commissione Ue». Tuttavia, ci sarebbero ancora «700 milioni di tonnellate di cartone che vanno in discarica. Noi impresa cerchiamo di intercettarle». Infatti, Seda ha avviato collaborazioni con la ristorazione veloce e take away, come ha raccontato Mariano: «È il primo modello di business di raccolta packaging all’interno di ristoranti». Uno di questi esempi è McDonald’s, in cui è stata fornita una chiara indicazione al consumatore su come separare il packaging, oltre ad essere state eliminate le componenti plastiche.A riferire sulla situazione della gestione dei rifiuti industriali è stato Marco Codognola, amministratore delegato di Itelyum. Ci sono due fattori fondamentali, il primo è quello della filiera: i rifiuti non sono uguali, quindi «alimentare il processo produttivo per garantire un prodotto rigenerato vuol dire essere presenti lungo tutta la filiera. Il nostro settore chiede di essere presente su tutta la filiera non solo per compliance dato che siamo il settore più regolato, ma anche per garantire la qualità indipendentemente dalle condizioni di partenza» ha dichiarato Codognola. Mentre il secondo fattore importante è la tecnologia. Itelyum è all’avanguardia anche sul riciclo chimico del Pet con un impianto pilota.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.
Ansa
Dopo il doppio disastro nella corsa alle rinnovabili e lo stop al gas russo, la Commissione avvia consultazioni sulle regole per garantire l’approvvigionamento. È una mossa tardiva che non contempla nessuna autocritica.
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Dimmi La Verità | Alessandro Rico: «Le reazioni della sinistra all'omicidio di Charlie Kirk»
Ecco #DimmiLaVerità del 16 settembre 2025. Insieme al nostro Alessandro Rico commentiamo le reazioni della sinistra all'omicidio di Charlie Kirk.