2022-10-06
E per entrare nel centro della città la Panda ibrida paga, la Porsche no
Anche le nuove regole per l’ingresso in area C sembrano favorire i residenti facoltosi.La Panda non è cool, meglio non farla vedere nei servizi fotografici di Vogue o di Madame Figaro. Sembra di sentirlo, il Vanity sindaco Giuseppe Sala, mentre trasforma Milano in un set perfetto per uno shooting di moda o di design, lontano anni luce da nove decimi dei milanesi. Ma come si fa a polverizzare la Panda 1.000 Firefly e pure la Ford Fiesta 1.000 Ecoboost, in modo che non disturbino la modella transgender in monopattino con il Bosco verticale sullo sfondo? Basta non farle entrare in centro, basta assimilarle ai furgoni grigio fumo con la marmitta bucata. Anche se sono regolarmente ibride, anzi Hybrid.Lo ha scoperto la rivista Quattroruote, che da sempre presidia il settore con autorevolezza e ha sottolineato la contraddizione: con il provvedimento del 3 ottobre, le city car che superano la soglia dei 100 g/km di CO2 devono pagare l’accesso all’Area C, nella Cerchia dei Bastioni, controllata da 43 varchi con telecamere: cinque euro al giorno. Quelle tipologie di auto sono state costruite per girare in città, sono state immesse sul mercato con ogni garanzia green (comprese le foto con l’edera che si arrampica sulle portiere), sono state acquistate con sovrapprezzi da milanesi ligi ai messaggi della municipalità più asservita d’Europa a Greta Thunberg. Ma gratis non entrano. E i proprietari non hanno neppure l’illusione di far contento il sindaco arcobaleno.Come abbiamo notato sul tema parallelo degli accessi in Area B, vietati anche agli Euro 5 diesel, Sala è animato da furia talebana e non ammette deroghe. Neppure per le consorelle Fiat 500 1.0 Hybrid, Lancia Ipsilon 1.0 Firefly, Suzuki Ignis 1.2 e per l’iconica Toyota Prius, simbolo dell’ecologismo da centro storico, le cui emissioni partono da 109 g/km. Niente da fare, o paga o sta fuori dall’Area C. Con un corto circuito clamoroso: mentre le piccole ibride languono con qualche decimale di troppo, il centro di Milano rappresentato dal Municipio 1 radical-piddin-calendiano continua ad abbracciare gratis supercar e grandi Suv. Secondo l’indagine di Quattroruote, le Porsche Panamera (122.000 euro) e Cayenne E-Hybrid (189.000), le Bmw X5 XDrive (72.000), le Jaguar E-Pace da 300 cavalli (61.000), le maneggevoli Range Rover Velar 2.0 (a partire da 60.000) avranno via libera, accolte nel grande abbraccio delle Ztl elettorali che mandano in visibilio Sala. Del resto sarebbe controproducente far inquietare gli elettori più fedeli e facoltosi: anche se il secondo mandato a palazzo Marino è l’ultimo, meglio tenerseli buoni per un radioso futuro oltre la Martesana. La vicenda è paradossale anche perché, come sottolinea la Bibbia dell’automobile, «lo stesso modello può rientrare o no nel limite stabilito dal Comune di Milano a seconda di diversi parametri; le emissioni omologate cambiano in base alla misura dei pneumatici adottati, alla configurazione aerodinamica. L’unica voce che fa fede è quella riportata sulla carta di circolazione della vettura».Dopo avere promesso in un’intervista al Guardian che «Milano avrà l’aria più pulita d’Europa» (alla stampa italiana non osa dirlo), il borgomastro del Municipio 1 non intende tornare indietro. «Non c’è nessuna possibilità che io cambi idea», ha spiegato ai consiglieri della Lega che hanno occupato l’aula. Lo slogan è la sua barricata, a costo di trincerarsi in consiglio comunale con la giunta per evitare i pomodori. In uno studio pubblicato su Lancet l’area metropolitana di Milano è definita «la più inquinata d’Europa» e l’Oms sostiene che 3.967 decessi all’anno potrebbero essere evitati se fossero rispettati gli standard di qualità dell’aria. Si parla di aziende, riscaldamento dei condomini, efficientamento energetico (di questi tempi). Strategie complesse. Ma il sindaco tutto marketing va di fretta: una Porsche in più, una Panda in meno e il gioco è fatto.
Simona Marchini (Getty Images)