Bocciatura immediata. Con l’ipotesi di attivazione dell’Area C a pagamento anche nei week end, il sindaco di Milano Beppe Sala rimedia un sonoro no dalla Confcommercio meneghina. Dopo lo stop al progetto voluto dal ministero dei Trasporti, il primo cittadino ha rilanciato la misura per aiutare a rimpinguare le casse comunali: pagamento del ticket anche sabato e domenica per entrare in auto nella cerchia dei bastioni. Ma c’è altro. L’amministrazione sta infatti pensando pure a una tariffa per il parcheggio proporzionata alle dimensioni e al peso delle vetture, con i Suv, elettrici e non, che chiaramente pagheranno di più la sosta. Idee che Sala scopiazza da Parigi e che rendono Milano la città italiana con più restrizioni alla circolazione delle auto, con due zone a traffico limitato: l’Area B, che comprende quasi tutto il Comune, non a pagamento ma che impone divieti di circolazione per le auto più datate, e l’Area C, in centro, che prevede il pagamento di 7,5 euro al giorno finora dal lunedì al venerdì.
Idee però che non piacciono tanto ai milanesi a cominciare dai commercianti della Ztl come dimostrano i risultati del sondaggio flash (aperto mercoledì e chiuso ieri mattina) di Confcommercio, guidata a livello nazionale da Carlo Sangalli, a cui hanno risposto in prevalenza gli addetti ai lavori di: servizi e professioni (62,7%), commercio al dettaglio (17,9%), turismo e ristorazione (12,4%), commercio all’ingrosso (7,1%). Il 57% delle imprese commerciali che hanno bocciato Sala ha fino a tre addetti. Su 549 imprese che hanno risposto, quasi il 90% si è schierato contro l’Area C a pagamento anche il sabato e la domenica. Nella domanda era indicata la motivazione espressa per giustificare il provvedimento: non fare cassa, ma mettere ordine al bilancio comunale. Dal sondaggio è emerso che il 77% degli imprenditori reputa il progetto un danno alle attività commerciali, il 65% ha detto che causerebbe una perdita di attrattività per il centro città, mentre il 62% ha affermato che la misura potrebbe portare a un peggioramento del traffico nelle zone esterne all’Area C. Solo il 19% ritiene rilevante l’opzione della diminuzione del traffico e del miglioramento della vivibilità di Milano.
Sul tema della mobilità nel sondaggio c’era una domanda più strategica: il ripensamento con maggiori divieti, vincoli ambientali e incremento delle tariffe in vista delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Un deciso no dall’88,9% delle imprese (favorevole solo l’11,1%). Pessimi risultati anche sull’ipotesi del sovrapprezzo alla sosta dei Suv: il 75% delle imprese commerciali si schiera contro (sì solo dal 24,7%). Secondo Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, «i numeri espressi dal sondaggio in così poco tempo credo siano molto significativi. Far pagare l’Area C nel weekend è sbagliato perché penalizza le imprese, colpisce i cittadini e incide negativamente sull’attrattività di Milano. Bene fa il Comune a puntare sul trasporto pubblico, ma fare cassa indistintamente non è certo la strategia giusta». Per Simonpaolo Buongiardino, presidente di Assomobilità, «l’indagine ha confermato quanto da tempo andiamo dicendo rispetto alla contrarietà del sistema imprenditoriale milanese su questo inasprimento di Area C che danneggerà le nostre attività e penalizzerà gli utenti».
Contrari anche gli esponenti del centrodestra a cominciare dal deputato milanese della Lega Luca Toccalini: «L’ennesima vessazione per i cittadini che penalizza le attività commerciali. Senza contare che, dopo Area B, questa soluzione non porterà alcun miglioramento all’ambiente. Decisioni che non tengono conto delle vere esigenze dei milanesi». «Una misura ingiusta, iniqua, ipocrita con cui l’amministrazione vorrebbe solo far cassa mettendo le mani in tasca ai nostri cittadini» incalza Fabrizio Cecchetti, coordinatore regionale lombardo del Carroccio.





