2024-01-17
«Pure le elettriche paghino l’Area C»
La sinistra milanese preme su Sala per imporre i ticket ai veicoli con meno emissioni. Chiesti inoltre l’attivazione anticipata dei varchi e l’aumento delle tariffe fino a 10 euro.A Milano è ormai scattata a una vera e propria gara a chi è più ambientalista degli altri, a chi è più green del sindaco. E tutto questo avviene a danno degli automobilisti, già vessati da ticket di entrata in centro, balzelli di ogni tipo, regole sempre più complesse per capire se il proprio mezzo può circolare e sanzioni sempre più onerose. Succede così che, nella giornata di ieri, i consiglieri di centrosinistra Rosario Pantaleo, Enrico Fedrighini e Carlo Monguzzi (eletti nelle liste del Pd e della Lista Sala) abbiano presentato a Palazzo Marino un nuovo ordine del giorno in cui chiedono al sindaco, Giuseppe Sala, di prendere in considerazione l’introduzione di regole ancora più severe per ridurre l’inquinamento. In pratica vogliono che vengano tassati anche i veicoli elettrici e in più consigliano di portare il ticket di Area C a 10 euro, nonostante sia appena aumentato di 2 euro e mezzo.Da Palazzo Marino fanno sapere informalmente che il tema non è prioritario. Ma intanto se ne parla. E la Lega va all’attacco. «Siamo alle comiche finali, la sinistra comunale chiede ancora più tasse e ancora più vessazioni per i milanesi che devono utilizzare, soprattutto per lavoro, ma anche per altre importanti necessità quotidiane, la propria auto per circolare a Milano», denunciano il gruppo Consiliare comunale e la Segreteria provinciale Lega per Salvini premier di Milano.Va ricordato che l’Area C prevede al momento tre diverse tipologie di veicoli: quelli che non possono mai entrare perché troppo inquinanti, i mezzi che entrano pagando e quelli che accedono sempre gratuitamente. Per chi circola nell’Area C senza permesso, è prevista una multa di 83 euro più le spese di notifica a casa, per un totale di 95 euro. Il sistema di telecamere rileva le targhe in entrata, ma è vietato anche il movimento dei veicoli dall’Area C verso l’esterno. In questi anni c’è chi ha deciso di cambiare macchina proprio per venire incontro alle nuove regole imposte dal Comune di Milano. Significa che, a chi ha deciso di comprare un’auto elettrica, adesso potrebbe non servire più. Del resto, ultimi studi scientifici, come riportato dal sito Scenari economici, hanno rilevato che le vetture elettriche potrebbero non ridurre i livelli di Pm10 come ci si aspetta, a causa del loro peso particolarmente elevato. I veicoli elettrici, infatti, sono risultati più pesanti del 24% rispetto ai veicoli equivalenti con motore a combustione interna. Le batterie pesano. E di conseguenza, le emissioni totali di Pm10 dei mezzi elettrici sono risultate praticamente uguali a quelle dei moderni motori. L’idea di tassarle, da questo punto vista, e anche perché sono auto che costano caro, potrebbe avere un senso. Peccato che il fine ultimo sia quello di svuotare tutta Milano dalla circolazione delle auto. E questo progetto non va di pari passo con un potenziamento dei mezzi pubblici.Il presupposto dell’ordine del giorno è che l’ultimo report di Amat (agenzia del Comune che monitora il traffico), ha segnalato che a novembre - in concomitanza dell’incremento delle tariffe da 5 a 7,5 euro - sono entrati in Area C 130.000 veicoli al giorno; di questi il 39% sono auto elettriche o ibride. Ed essi «sono inspiegabilmente esentati dal pedaggio», chiosano i consiglieri, ricordando che la congestion charge di Londra non prevede esenzioni. Per i verdi Fedrighini e Monguzzi questi dati dimostrano che l’incremento delle tariffe non ha ridotto il traffico. E che anzi, in concomitanza con la proposta di Palazzo Marino di chiudere il quadrilatero della moda, bisognerebbe attivarsi per tassare quel 39% di veicoli ibridi in entrata, utilizzando il ricavato per il trasporto pubblico nelle periferie. Non solo. I Verdi, che da mesi attaccano Sala sull’inutilità delle misure antinquinamento, chiedono di anticipare anche l’orario di apertura dei varchi di ingresso di Area C. Ma non ci si ferma qui. Nell’ordine del giorno viene chiesto di incrementare i ticket per i mezzi pesanti e persino definire delle finestre temporali per la distribuzione commerciale. «Si tratta dell’ennesimo atto della politica classista perpetrata dalla sinistra, volta a colpire le fasce deboli della popolazione che non si possono permettere di cambiare l’auto ogni quattro anni, i commercianti, gli artigiani, i rappresentanti in difficoltà e chiunque abbia la necessità di usare un mezzo privato. Nel contempo, è palese il netto calo di efficienza dei mezzi pubblici milanesi con continui tagli alle linee, minori frequenze di passaggio e in contraddizione con il costante aumento dei titoli di viaggio», conclude la Lega.