2025-11-10
Il super sconto Irpef lo fece Draghi
Giancarlo Giorgetti e Mario Draghi (Ansa)
Giancarlo Giorgetti difende la manovra: «Aiutiamo il ceto medio ma ci hanno massacrati». E sulle banche: «Tornino ai loro veri scopi». Elly Schlein: «Redistribuire le ricchezze».«Bisogna capire cosa si intende per ricco. Se è ricco chi guadagna 45.000 euro lordi all’anno, cioè poco più di 2.000 euro netti al mese forse Istat, Banca d’Italia e Upb hanno un concezione della vita un po’…». Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dopo i rilievi alla manovra economica di Istat, Corte dei Conti e Bankitalia si è sfogato e, con i numeri, ha spiegato la ratio del taglio Irpef previsto nella legge di Bilancio il cui iter entra nel vivo in questa settimana. I conti corrispondono a quelli anticipati dal nostro direttore Maurizio Belpietro che, nell’editoriale di ieri, aveva sottolineato come la segretaria del Pd, Elly Schlein avesse lanciato la sua «lotta di classe» individuando un nuovo nemico in chi guadagna 2.500 euro al mese ovvero «un ricco facoltoso».Anche perché c’è un dato curioso, notato da Franco Bechis su Open: il più grande sconto Irpef della storia del nostro Paese porta la firma di Mario Draghi ed è stato fatto durante la finanziaria del 2022: «Allora le aliquote toccate furono tre. La prima, quella del 41% fu semplicemente cancellata. La seconda, del 38% sui redditi fra 28 e 50 mila euro, fu abbassata di 3 punti, portandola al 35% attuale (quello abbassato dalla Meloni dall’anno prossimo). La terza aliquota toccata fu quella fra 15 e 28 mila euro lordi, abbassata di due punti dal 27 al 25 per cento. Il beneficio massimo della manovra Draghi sull’Irpef fu quasi il doppio di quello a cui si arriva oggi: 765 euro. E ne beneficiarono senza alcun limite anche i redditi più alti, perfino quelli milionari». Ma questa è storia. Tornando alla cronaca, Giorgetti ha ribadito: «Noi siamo intervenuti quest’anno sul ceto medio perché i ceti più svantaggiati sono stati attenzionati negli anni scorsi. Abbiamo messo circa 18 miliardi e li abbiamo rimessi quest’anno per i redditi fino a 35.000 euro. Quest’anno abbiamo fatto uno sforzo ulteriore e coperto la fascia fino a 50.000 euro. Non solo. All’interno della legge di Bilancio, è prevista una misura ad hoc per i redditi fino a 28.000 euro, ovvero gli incentivi fiscali per incentivare i rinnovi dei contratti di lavoro. La manovra va vista complessivamente: un intervento fiscale da un lato e un incentivo ai rinnovi contrattuali. A me sembra una logica, in fine dei conti considerando l’orizzonte pluriennale, assolutamente sensata».Giorgetti inoltre si è detto rammaricato soprattutto per una cosa: «Mi dispiace che le analisi si concentrano solo su una annualità dimenticando che abbiamo reso stabili e definitivi i tagli del cuneo contributivo. Ma non c’è problema, perché pensiamo di essere nel giusto». Inoltre il responsabile del Mef ha rimarcato: «A giudicare il comportamento degli altri si fa molto in fretta, assumersi responsabilità e far quadrare il cerchio, in questa situazione di instabilità, è più complicato». Dal congresso dei Giovani Dem di Napoli, la Schlein ha subito risposto a Giorgetti: «Saremo quelli che vogliono portare una parola fondamentale per la sinistra al centro del dibattito: la redistribuzione delle ricchezze, del potere, ma anche del tempo che è diventata una risorsa fondamentale».Altro tema su cui invece il responsabile dell’economia ha difeso l’azione di governo sono le banche: «Le banche devono tornare a concentrarsi sull’attività creditizia tradizionale. Per una banca è molto più semplice guadagnare e fare profitto con la gestione statica dei soldi depositati, ma sul piano dell’economia reale è molto più importante mettere in moto l’attività di credito. Qualche minimo segnale si sta registrando». Un aspetto su cui Giorgetti non ha chiuso alle modifiche è quello relativo agli iper ammortamenti e super ammortamenti «perché sono quelli che in qualche modo danno un impulso quasi automatico per rinnovare, investire, migliorare e renderli pluriennali sarebbe una bella cosa».
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