2018-09-01
È l’Europa che tiene sotto sequestro l’Italia
Il procedimento contro il leader leghista è in realtà un processo alla politica che si oppone alle folli scelte sull'immigrazione. Ma fermare i flussi incontrollati significa solamente porre fine a violenze indiscriminate e ruberie sulla pelle dei cittadini. Non stanno mettendo sotto accusa un ministro, bensì un'intera politica. L'inchiesta a carico del vicepremier, Matteo Salvini, e del capo di gabinetto del Viminale, Matteo Piantedosi, è a tutti gli effetti un atto politico, poiché punta a bloccare l'azione del governo riguardo la questione migratoria. I capi d'accusa, come ormai noto, sono cinque: sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d'ufficio e omissione d'atti d'ufficio. Secondo il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, Salvini avrebbe tenuto in ostaggio i 177 migranti a bordo della nave Diciotti al fine di ricattare l'Unione europea. Vi sembra una ricostruzione dei fatti corrispondente alla realtà? Se così fosse, se davvero il ministro dell'Interno è colpevole di sequestro e ricatto, allora i precedenti governi di che cosa dovrebbero essere accusati? Di sequestro di Paese, probabilmente, visto che hanno obbligato l'Italia e gli italiani a sottostare al diktat dell'accoglienza indiscriminata. La stessa Unione europea, poi, dovrebbe essere messa sotto torchio, per via di tutte le imposizioni in materia migratoria che ci ha gentilmente regalato. Non entriamo nello specifico degli atti giudiziari perché, vale la pena ripeterlo, la questione è tutta politica, ed è semplicemente grottesca. Tanto per cominciare, la gestione dei flussi migratori è da sempre uno strumento di trattativa politica. Lo ha spiegato bene la ricercatrice di Harvard Kelly Greenhill, autrice di un corposo saggio intitolato Armi di migrazione di massa. Non per nulla, la stessa Unione europea si è fatta «ricattare» a più riprese, persino da figuri decisamente più loschi di Salvini. Vogliamo parlare, per esempio, del turco Recep Tayyip Erdogan? Quante volte ha minacciato Bruxelles di provocare un'invasione migratoria se non avesse ricevuto i miliardi di euro promessi? Eppure, nessuno si è sognato di denunciare il sultano, anzi.È evidente che la tesi del ricattone ordito dal responsabile del Viminale non regge. Ed è chiarissimo che questa inchiesta abbia un solo obiettivo: impedire il blocco degli sbarchi. Intendiamoci: il problema non è tanto che un pm si permetta di fare uno sgarbo a Salvini, creando peraltro una situazione abbastanza surreale. Il dramma è che si voglia smantellare una impostazione politica che gli italiani hanno richiesto a gran voce. Fino allo scorso 4 marzo, tutti i provvedimenti in materia di immigrazione sono stati presi contro la volontà popolare. Tanto che, a un certo punto, persino l'esecutivo a trazione Pd ha dovuto cambiare linea, piazzando Marco Minniti al ministero dell'Interno. L'approccio salviniano alla questione non piove dal cielo: è stato votato e agognato da larga parte della popolazione, simpatizzanti di sinistra inclusi. Fermare l'immigrazione indiscriminata significa evitare che si ripetano episodi come quello riguardante il commissario di polizia di Catania Nuccio Garozzo, aggredito con una lametta (80 punti di sutura) in casa sua a scopo di rapina. A ferirlo sono stati due uomini, uno dei quali è un gambiano di 18 anni con precedenti per violenza, minacce e spaccio. Un signore arrivato su un barcone che godeva della protezione umanitaria (gli è stata prontamente revocata).Limitare gli ingressi significa, ancora, combattere le ruberie consentite dal fallace sistema dell'accoglienza. Facciamo un altro esempio concreto. In un'intercettazione telefonica del 14 aprile scorso riporta alcune frasi attribuite a Patrizia Impresa, ex prefetto di Padova. La signora, parlando con il vice prefetto vicario Pasquale Aversa, avrebbe detto: «È vero che ne abbiamo fatte di porcherie, però quando le potevamo fare». Le «porcherie» in questione sono relative proprio a una serie di loschi affari riguardanti il mantenimento dei migranti. Ecco: fermare gli sbarchi vuol dire porre fine - o comunque far calare - le violenze, mettere un freno a ladrocini e porcherie assortite, a cui da troppo tempo ci tocca assistere in nome della solidarietà e dei buoni sentimenti. A bordo della Diciotti, casomai vi fosse passato di mente, c'erano pure quattro trafficanti di uomini (tre egiziani e un bengalese), il cui arresto è stato convalidato due giorni fa. Anche loro sono vittime del sequestratore Salvini? Non scherziamo. Sapete chi è stato tenuto in ostaggio, dal 2014 a oggi (a essere buoni)? Gli italiani. Costretti a pagare miliardi e miliardi di euro, costretti a subire le ricadute sociali ed economiche dell'invasione, perfino insultati e trattati da razzisti sia dagli «amici» europei che da numerosi politicanti nostrani. Alla fine, gli italiani vessati di cui sopra si sono stufati, e hanno votato chi prometteva di mettere ordine. Salvini lo sta facendo, e vogliono bloccarlo. Non è giustizia, è politica. E pure delle più tristi e dannose.
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