2023-08-20
Ora è innegabile: Kiev non avanza Ma chi lo diceva era un «filo Putin»
Tutti i media, anche i più bellicisti, adesso ammettono la realtà: la controffensiva ucraina sta fallendo. Era già chiaro il mese scorso, però chiunque invocasse negoziati era tacciato di parteggiare per gli invasori.Ormai è chiaro a tutti: la controffensiva ucraina è fallita. Non è una notizia per chi segue il conflitto senza fare il tifo. Quasi tutti gli analisti lo dicono e lo scrivono da settimane mentre i giornali che riportavano le perplessità degli esperti, come La Verità, venivano accusati di essere filo putiniani. L’obiettivo di liberare la Crimea è praticamente impossibile da raggiungere. Lo scrive il Washington Post, chiarendo che secondo l’intelligence americana la controffensiva ucraina non riuscirà a liberare Melitopol e quindi non potrà bloccare il corridoio terrestre che collega la Russia alla Crimea. Puntualmente La Stampa, il Corriere della Sera e Repubblica riportano quella che a loro sembra essere una notizia. E lo fanno con dovizia di particolari di campo, mappe, immagini e quant’altro. Il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari titola: «L’imprendibile linea russa costringe gli ucraini a ridimensionare i piani» e poi scrive: «I soldati di Kiev non sfondano i 30 km di difese allestite dal generale Surovikin. Per arrivare al Mare d’Azov dovranno rinunciare alla presa di Melitopol». Cambiano i toni insomma, e di molto, ma è La Stampa a dare la notizia in prima pagina aprendo il giornale di ieri. Lo fa così: «Ucraina, fallisce l’offensiva di Kiev» e poi dentro «Offensiva fallita». Meno plateale il Corriere della Sera, che ripropone la notizia senza grande enfasi, scrivendo: «I dubbi di Washington sull’offensiva». È la Russia che sta difendendo i territori occupati meglio di quanto previsto. Campi minati e trincee che hanno bloccato letteralmente ogni tentativo di sfondamento delle linee da parte delle truppe di Kiev. Il quotidiano di Torino scrive «Non è la prima volta che vengono messi in discussione obiettivi e tempistiche della nuova operazione con cui Kiev tenta di assestare un colpo decisivo sul campo alla Russia (…) Il 12 agosto La Stampa aveva individuato alcune delle difficoltà sul campo della controffensiva annunciata a maggio». Il 12 agosto era già tardi, dubbi sull’offensiva erano già stati fatti mesi prima. Esperti di guerra, prima ancora che cominciasse la controffensiva, nutrivano perplessità circa il fatto che se ne fosse parlato troppo, i russi si stavano già organizzando per trincerarsi e blindare le zone strategiche conquistate. Nelle settimane successive le autorità ucraine avevano negato l’esistenza di una controffensiva che in realtà era palesemente già iniziata. Più avanti si è capito, proprio sul campo, che qualcosa stava andando storto. Per ogni chilometro conquistato, se ne perdevano altri sugli altri fronti. Quando poi le truppe ucraine hanno dovuto cambiare strategia, lasciare i carri armati per proseguire a piedi a causa delle mine per molti le difficoltà erano divenute evidenti. Il 4 agosto La Verità titolava: «L’addestramento Usa è un flop: Kiev resta impantanata». Così come già il 28 luglio sempre La Verità scriveva: «L’offensiva arranca» mentre sia Washington che Londra negavano e anzi rilanciavano spiegando che si stava avvicinando la parte più intensa dell’attacco. Così non è stato e ha ragione Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza della Casa Bianca a commentare con cautela i dubbi esposti dagli 007 americani: «Negli ultimi due anni ci sono state molte analisi su come la guerra si sarebbe evoluta. Noi stiamo facendo il possibile per sostenere gli ucraini. Non facciamo previsioni perché la guerra, questa guerra, è imprevedibile». Parole sante le sue, perché di questa guerra si sa poco e niente e ogni informazione, su entrambi i fronti, è ormai filtrata dalla propaganda di entrambi i Paesi. Quello che si può osservare, senza essere tifosi, è quello che accade sul campo. I morti aumentano, nessuno sta vincendo, nessuno sta perdendo. È una guerra di logoramento. E forse è per questo che anche la Nato spinge (alzando il tiro) perché si arrivi a un accordo. In questo momento nessuna delle due parti ha la forza necessaria per concludere il conflitto né per imporre una trattativa. Il rischio è che la guerra si espanda oltre i confini e questo davvero non lo vuole nessuno. Intanto, come ogni giorno che passa, non esistono pause, non esistono tregue. Un attacco russo a Chernihiv ha ucciso 7 persone, tra cui un bambino di sei anni. Tra i 129 feriti anche 12 bambini e 10 poliziotti. Il missile ha colpito la piazza centrale, danneggiando un’università e un teatro. Il teatro colpito stava ospitando un raduno di produttori di droni e scuole di addestramento di ricognizione aerea come parte di una giornata dimostrativa di «Uccelli feroci», sebbene solo i partecipanti all’evento conoscessero il luogo esatto. Lo ha scritto Ukrainska Pravda. Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha visitato la Svezia dove, insieme alla moglie, ha incontrato il premier svedese. I due secondo la Bbc hanno parlato della possibilità che Kiev riceva i caccia Gripen per rafforzare la sua difesa aerea.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.