2025-11-13
L’Italia vince nel finale in Moldova. Ora la Norvegia a San Siro e poi i playoff
True
Ansa
A Chisinau gli azzurri faticano a sfondare il muro moldavo e sbloccano solo negli ultimi minuti con Mancini e Pio Esposito. Arriva la quinta vittoria consecutiva della gestione Gattuso, ma per la qualificazione diretta al Mondiale si dovrà passare dai playoff di marzo.
A Chisinau gli azzurri faticano a sfondare il muro moldavo e sbloccano solo negli ultimi minuti con Mancini e Pio Esposito. Arriva la quinta vittoria consecutiva della gestione Gattuso, ma per la qualificazione diretta al Mondiale si dovrà passare dai playoff di marzo.Per ottantotto minuti lo Zimbru Stadium ha raccontato una storia già vista: un’Italia padrona del pallone, costantemente nella metà campo avversaria, ma incapace di trasformare il dominio in qualcosa di concreto. Solo nel finale, quando la serata sembrava destinata a chiudersi con l’ennesimo passo falso in trasferta, sono arrivate le due zampate che hanno salvato il risultato e, in parte, anche la faccia della Nazionale. Prima Mancini, poi Pio Esposito nel recupero: due colpi di testa per risolvere un match che ha messo in luce più problemi che certezze.Gattuso aveva scelto un undici molto offensivo, quasi un 4-2-4 mascherato, per cercare di sbloccare subito la gara contro l’ultima del girone. Scamacca e Raspadori davanti, Orsolini e Zaccagni larghi, Tonali e Cristante a dirigere: una squadra costruita per aggredire. L’Italia lo ha fatto, almeno nelle intenzioni: baricentro alto, tanti uomini sopra la linea del pallone e una spinta costante sugli esterni. Ma l’azione è rimasta lenta, prevedibile, soffocata dagli spazi intasati e dalla serata ispirata del portiere moldavo Cojuhar, bravo a respingere tutto ciò che gli azzurri sono riusciti a costruire.Nel primo tempo le occasioni sono arrivate più per inerzia che per brillantezza. Raspadori e Scamacca hanno impegnato il numero uno di casa, Cristante ha sfiorato il palo dal limite, poi Mancini ha avuto sui piedi – e non sulla testa – la chance più grande, calciata alta da pochi passi. L’unico vero brivido dalle parti di Vicario è arrivato da Postolachi, ma anche quella fiammata non è bastata a cambiare l’inerzia di una gara che l’Italia controllava senza però riuscire a graffiare.La ripresa è proseguita sulla stessa falsariga: possesso quasi esclusivo, ma ritmo compassato e tante scelte sbagliate negli ultimi metri. L’ingresso di Pio Esposito e Retegui ha aggiunto fisicità in area, mentre Politano e Dimarco hanno dato più profondità sulle corsie. Gattuso ha spinto tutto quello che poteva sulla scacchiera, finché la diga moldava – dopo quasi un’ora e mezza di resistenza – non ha ceduto. A due minuti dal novantesimo, sull’ennesimo cross dalla sinistra, Mancini si è avventato sul pallone con un tuffo di testa che ha finalmente sbloccato la partita. Poco dopo, in pieno recupero, un altro cross – questa volta dalla destra – ha trovato la zampata decisiva di Pio Esposito.Una vittoria arrivata con enorme fatica, che vale la quinta consecutiva dell’era Gattuso ma non cambia lo scenario: la Norvegia, travolgente contro l’Estonia, resta irraggiungibile nella differenza reti. Per evitare i playoff servirebbe un improbabile 9-0 nell'ultimo match del girone in programma domenica sera a San Siro proprio contro Haaland e compagni. Lo ha ribadito anche il ct, furioso per i fischi piovuti dagli spalti: «Ho sentito quello che hanno detto i tifosi, è una vergogna che ci dicano andate a lavorare. Una vergogna: non lo accetto ma noi andiamo avanti. Io ho visto un'Italia che ha giocato, loro non hanno mai tirato in porta» ha sbottato a Rai Sport. E poi, sulla formula: "Ai miei tempi la miglior seconda andava direttamente al Mondiale, oggi è cambiato tutto".Il futuro è quindi nei playoff di marzo, dove l’Italia sarà testa di serie in semifinale. L’avversaria arriverà dalle quattro ripescate della Nations League – tra cui spiccano i nomi, non proprio rassicuranti, di Galles, Romania, Svezia e Irlanda del Nord. In caso di passaggio del turno, la finale potrebbe riproporre incroci antichi e dolorosi: le proiezioni attuali indicano Macedonia o Scozia come possibili rivali.
Nel riquadro, Giancarlo Tulliani in una foto d'archivio
A Fontanellato il gruppo Casalasco inaugura l’Innovation Center, polo dedicato a ricerca e sostenibilità nella filiera del pomodoro. Presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini e il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta. L’hub sarà alimentato da un futuro parco agri-voltaico sviluppato con l’Università Cattolica.
Casalasco, gruppo leader nella filiera integrata del pomodoro, ha inaugurato oggi a Fontanellato il nuovo Innovation Center, un polo dedicato alla ricerca e allo sviluppo nel settore agroalimentare. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la competitività del Made in Italy e promuovere un modello di crescita basato su innovazione, sostenibilità e radicamento nel territorio.
All'evento hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini, il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta e il management del gruppo. Una presenza istituzionale che sottolinea il valore strategico del progetto.
Urso ha definito il nuovo centro «un passaggio fondamentale» e un esempio di collaborazione tra imprese, ricerca e istituzioni. Per Marco Sartori, presidente di Casalasco Spa e del Consorzio Casalasco del Pomodoro, l’hub «non è un punto d’arrivo ma un nuovo inizio», pensato per ospitare idee, sperimentazioni e collaborazioni capaci di rafforzare la filiera.
L’amministratore delegato Costantino Vaia parla di «motore strategico» per il gruppo: uno spazio dove tradizione e ricerca interagiscono per sviluppare nuovi prodotti, migliorare i processi e ridurre l’impatto ambientale. Tamagnini, alla guida di FSI – investitore del gruppo – ricorda che il progetto si inserisce in un percorso di raddoppio dimensionale e punta su prodotti italiani «di qualità valorizzabili all’estero» e su una filiera sostenibile del pomodoro e del basilico.
Progettato dallo studio Gazza Massera Architetti, il nuovo edificio richiama le cascine padane e combina materiali tradizionali e tecnologie moderne. I mille metri quadrati interni ospitano un laboratorio con cucina sperimentale, sala degustazione, auditorium e spazi di lavoro concepiti per favorire collaborazione e benessere. L’architetto Daniela Gazza lo definisce «un’architettura generativa» in linea con i criteri di riuso e Near Zero Energy Building.
Tra gli elementi distintivi anche l’Archivio Sensoriale, uno spazio immersivo dedicato alla storia e ai valori dell’azienda, curato da Studio Vesperini Della Noce Designers e da Moma Comunicazione. L’arte entra nel progetto con il grande murale di Marianna Tomaselli, che racconta visivamente l’identità del gruppo ed è accompagnato da un’esperienza multimediale.
All’esterno, il centro è inserito in un parco ispirato all’hortus conclusus, con orti di piante autoctone, una serra e aree pensate per la socialità e il benessere, a simboleggiare la strategia di sostenibilità del gruppo.
Casalasco guarda già ai prossimi sviluppi: accanto all’edificio sorgerà un parco agri-voltaico realizzato con l’Università Cattolica di Piacenza, che unirà coltivazioni e produzione di energia rinnovabile. L’impianto alimenterà lo stesso Innovation Center, chiudendo un ciclo virtuoso tra agricoltura e innovazione tecnologica.
Continua a leggereRiduci
Da sinistra in alto: Piero Amara, Catiuscia Marini, Sergio Sottani e Luca Palamara (Ansa)