2020-11-23
«È come se ci avessero espropriati. Nessuno farà più contratti lunghi»
Il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa: «Chi si fiderà ancora? Così alla fine si favoriranno soltanto i b&b per turisti. Sarà una catastrofe per chi cerca casa. I primi a pentirsene saranno proprio i sindacati degli inquilini».«Mai più, mai più: è quello che mi sento ripetere da mesi, da quando è entrato in vigore il blocco degli sfratti. I proprietari di immobili non si fidano più dello Stato. La maggior parte di loro dopo questa esperienza, dopo il trauma di vedersi privati del diritto di rientrare in possesso del proprio bene, si guarderà bene dall'affittarlo ancora con contratti lunghi. Per il mercato dell'edilizia residenziale sarà un duro colpo». Giorgio Spaziani Testa, presidente della Confedilizia, è una mitragliatrice: «Noi spingeremo i proprietari ad abbandonare le locazioni a lungo termine e a preferire i contratti brevi. Sarà una catastrofe e i primi a pentirsi di aver appoggiato la scellerata politica del blocco degli sfratti saranno proprio i sindacati degli inquilini».Alla fine, quindi, saranno gli inquilini a pagare questo blocco degli sfratti?«Se i sindacati avessero una visione di lungo termine, invece di arroccarsi su posizioni ideologiche, sarebbero contrari alla sospensione degli sfratti. Il blocco è il cimitero dell'affitto. I proprietari, quando torneranno in possesso del loro appartamento, si orienteranno verso i b&b per i turisti, che danno meno problemi, e si guarderanno bene dal ripetere l'esperienza dei contratti a lungo termine. Finora la politica residenziale è stata fatta dai privati, non certo dallo Stato. I sindacati non stanno facendo gli interessi degli inquilini e avvantaggiano i furbi».Vuol dire che, passata la bufera del Covid, il mercato si sposterà in modo marcato sulle locazioni turistiche?«Esattamente. I proprietari dopo questa esperienza hanno capito che non possono fidarsi dello Stato, che gli approfittatori la fanno franca, che all'improvviso possono essere espropriati del loro bene. Già nella normalità è problematico liberare un immobile da un inquilino moroso, ma con il blocco diventa un incubo. Ma al governo a quanto pare non importa».Quali azioni avete avviato a difesa della proprietà?«I nostri avvocati, in tutta Italia, stanno chiedendo ai giudici di portare la norma della sospensione degli sfratti alla Corte Costituzionale in quanto è palesemente illegittima. Inoltre è inaccettabile che il governo continui a dare bonus a pioggia mentre chi ha avuto l'esproprio del proprio immobile per 9 mesi, perché è di questo che si tratta, non solo non ha alcun ristoro ma deve continuare a pagare le tasse pur non avendo percepito i canoni. Eppure il governo è stato sollecitato più volte dal deputato della Lega Matteo Bianchi, con diverse interpellanze, a farsi carico del problema. Nessuna risposta è arrivata». Al termine del blocco, si stima che ci sarà una valanga di sfratti. Non c'è il rischio di un ingorgo di pratiche negli uffici?«È una certezza, non un rischio. Bianchi ha denunciato più volte il caos negli uffici giudiziari che per il Covid hanno interrotto le attività preparatorie all'esecuzione degli sfratti. Si sta perdendo tempo prezioso. Gli uffici avvieranno la programmazione al termine del blocco e per i primi sfratti c'è il rischio di attendere fine anno. Per questo Bianchi ha chiesto che vengano accelerate le operazioni preliminari. Ma alle interpellanze il governo continua a rispondere in modo evasivo, con un generico “stiamo valutando". E ora ci si mette pure l'emendamento dei 5s che vuole prolungare il blocco a tutto marzo». C'è chi teme l'esplosione del problema casa insieme con quello dei licenziamenti e di altre tensioni sociali.«La bomba sociale è di quegli anziani che arrotondavano la misera pensione con qualche centinaio di euro dall'affitto di un monolocale, o del lavoratore dipendente ora in cassa integrazione e pure minacciato dall'inquilino moroso, magari con il lavoro sicuro, che si approfitta della situazione perché sente di essere protetto dallo Stato».Ci sono però tante situazioni di morosità incolpevole.«È vero, ma spetta allo Stato verificare le singole situazioni di difficoltà e individuare i furbi. Non si può scaricare il costo della crisi su chi la crisi la sta vivendo. Basta con la narrazione ottocentesca del proprietario benestante che vessa l'inquilino. Ricevo mail da persone che avevano nell'affitto l'unica fonte di reddito e ora devono andare alla mensa della Caritas. L'altro difetto del blocco degli sfratti è che riguarda situazioni antecedenti al Covid. Intanto lo Stato continua a gestire in modo vergognoso il suo patrimonio immobiliare».Si riferisce alle case popolari?«A Milano ci sono ben 10.000 case popolari vuote e a Roma va anche peggio. Allora siccome manca una politica residenziale pubblica, si scarica il problema sui piccoli proprietari immobiliari. Ma è un boomerang perché così si danneggia il mercato. Gli attacchi al mattone sono continui, basta guardare la bozza di legge di bilancio».C'è qualche sorpresa sulla casa anche lì?«C'è una norma paradossale finalizzata a limitare gli affitti brevi proprio in un momento in cui il turismo è azzerato. Il governo, invece di preoccuparsi della crisi di chi aveva investito nell'affitto turistico e ora è fermo, fa una misura per penalizzarlo».Pensa che sia il primo passo per eliminare la tassazione agevolata?«Spero di no. Vorrei ricordare che proprio il Tesoro nella Nota di aggiornamento al Def ha riconosciuto che la cedolare secca ha influito in modo positivo sull'adempimento degli obblighi tributari. Eliminarla sarebbe una contraddizione».
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 18 settembre con Carlo Cambi
La commemorazione di Charlie Kirk in consiglio comunale a Genova. Nel riquadro, Claudio Chiarotti (Ansa)