2021-07-15
Draghi-Salvini, tagliando alla maggioranza
Mario Draghi e Matteo Salvini (Ansa)
Incontro a Palazzo Chigi. Per il premier è un modo per mettersi al riparo da sorprese sui principali dossier prima della pausa. Il leader leghista ha invece potuto riaffermare il peso del centrodestra. Sul tavolo: riaperture, parametri, green pass, giustizia e fiscoLa nota di Palazzo Chigi è neutra, fattuale e priva di coloriture particolari: «Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto un incontro a Palazzo Chigi con il segretario della Lega, Matteo Salvini. Durante il colloquio sono stati affrontati temi legati alle riforme, con particolare riferimento agli interventi sulla giustizia, la concorrenza e il fisco, alle prospettive economiche generali e all'evoluzione del quadro epidemiologico del Paese».Eppure, a ben vedere, il vertice Draghi-Salvini ha un doppio valore politico tutt'altro che trascurabile. Dal punto di vista del premier, è un modo per stringere i bulloni nella maggioranza e per raggiungere un'intesa di massima sui principali dossier prima della pausa estiva e poi - a settembre - delle inevitabili tensioni elettorali legate al voto amministrativo di ottobre. Dal punto di vista di Salvini, è un'occasione per rimarcare ciò che i suoi avversari non ritenevano possibile all'inizio della navigazione del governo Draghi: allora quasi tutti scommettevano sulla vecchia maggioranza giallorossa come padrona di casa anche nel nuovo assetto, con una Lega marginale, sopportata e perfino provocata (da Roberto Speranza sui temi sanitari, da Nicola Zingaretti prima e da Enrico Letta poi sull'Europa). Oggi però il leader leghista ha buon gioco a indicare un panorama in cui il M5s è nel caos, il Pd è senza bussola, e in cui l'oggettivo peso del centrodestra nel governo è notevolmente cresciuto. Al termine, Salvini non ha nascosto la sintonia complessiva con il capo del governo: «Incontro molto utile, totale condivisione su come andare avanti nei prossimi mesi». Dopo di che, il leader leghista ha fatto cenni abbastanza precisi a una serie di temi sul tappeto. Intanto, la necessità di procedere alle ultime riaperture: «Ho chiesto la riapertura di locali da ballo e discoteche, ovviamente rispettando i protocolli del caso».Poi, la questione (sollevata da La Verità) dei parametri sanitari: «Ho sottoposto al presidente quello che verrà avanzato dalle Regioni, ossia cambiare i criteri di colori ed eventuali chiusure, quindi passare dal numero dei contagi, che dice poco, a quello dei ricoveri e delle terapie intensive, che fortunatamente invece dice molto ed è sotto controllo. Ci potranno essere più contagi? Sì, ma questo non vuol dire che ci saranno più ricoverati e morti».A seguire, la questione rovente del green pass, tema su cui Salvini mantiene una linea di contrasto agli eccessi illiberali di Emmanuel Macron: «Il modello francese non è un modello. L'obbligo, la costrizione, chiedere il green pass per chi prende l'autobus o un caffè è fuori discussione». Poi un indizio sul pensiero del premier, forse non incline - par di interpretare dalle parole di Salvini - a fotocopiare la linea francese: «Cosa ne pensa Draghi? Chiedetelo a lui, ma le scelte estreme non piacciono né a me né a lui, mettiamola così». Salvini si attesta dunque su una linea pragmatica ma contraria a imposizioni non liberali: «Non devi tirare fuori la siringa o un tampone per andarti a bere un cappuccino o mangiare una pizza. Se ci sono eventi particolarmente affollati, come allo stadio, ci può essere una richiesta di controlli sacrosanta. Tutti i fragili hanno la convenienza di mettersi in sicurezza con il vaccino. Ma il vaccino deve essere una scelta consapevole, non un obbligo«. E ancora, sulla stessa linea, a proposito di scuola: «L'esclusione dalle classi per chi non è vaccinato per me non è assolutamente immaginabile».Poi altri due capitoli, giustizia e fisco. La riforma della giustizia è «da portare in Parlamento e approvare entro l'estate». Quanto ai referendum, «servono per accelerare e coprire anche temi che la riforma Cartabia non affronta». Quanto al fisco, Salvini ribadisce che «il taglio delle tasse per la Lega è prioritario». Entro fine luglio il governo deve proporre al Parlamento un disegno di legge delega in materia fiscale, che dovrebbe essere ispirato anche al recente documento conclusivo dell'indagine conoscitiva condotta dalle due commissioni Finanze. In quella sede, i parlamentari leghisti hanno tolto le mine più insidiose (ipotetici ritorni dell'Imu prima casa, interventi sul catasto) e hanno inserito, come direzione di marcia, diversi interventi di riduzione fiscale. Realistico che il segretario leghista abbia chiesto al premier che, al momento del varo del ddl, non ci siano brutte sorprese per i contribuenti. Poi una notazione più generale sulla centralità della Lega: «Chiunque si metterà di ostacolo o di traverso sulla via delle riforme, che sia Conte o Grillo o qualche corrente del Pd, avrà nella Lega un avversario. Lavoriamo con buonsenso, ho detto al presidente: la Lega c'è».Chiusura sul ddl Zan, tema su cui il leader leghista ributta la palla nel campo di Letta, prigioniero del suo stesso irragionevole irrigidimento: «Se Letta si ostina a non ascoltare niente e nessuno, affossa la legge. Togliamo dal testo quello che divide, e la legge viene approvata prima al Senato e poi alla Camera entro l'estate». Sarà ben difficile per i dem descrivere questa posizione come oltranzista e non dialogante.
Jose Mourinho (Getty Images)