2024-12-11
Dopo la condanna dell’intellighenzia, per Caffo arriva quella del tribunale

Leonardo Caffo (Imagoeconomica)
Quattro anni di carcere al filosofo per maltrattamenti e lesioni all’ex compagna. Farà appello: «Io colpito per educarne mille».
Con un post sul suo social Truth alle 2.24 della notte italiana, il presidente americano ha annunciato: «Abbiamo completato con successo il nostro attacco. Tutti i nostri aerei sono ora fuori dallo spazio aereo iraniano». E ha avvertito: «Se non ci sarà la pace, ci sarà una tragedia come mai prima». L’Onu: «Pericolosa escalation».
È una notte che potrebbe segnare una svolta drammatica nella crisi mediorientale. Gli Stati Uniti hanno colpito tre siti nucleari in Iran: Fordow, Natanz e Isfahan. L’operazione è stata annunciata dal presidente Donald Trump in un messaggio su Truth: «Abbiamo completato con successo il nostro attacco. Tutti i nostri aerei sono ora fuori dallo spazio aereo iraniano».
Secondo quanto riferito da Fox News e da fonti militari statunitensi, l’attacco ha coinvolto almeno 30 missili Tomahawk e sei bombe bunker buster GBU-57 sganciate sul sito sotterraneo di Fordow. Anche bombardieri stealth B-2, partiti dalla base di Whiteman nel Missouri, avrebbero partecipato al raid. L’obiettivo, spiegano fonti Usa, era «neutralizzare la capacità di arricchimento dell’uranio» dell’Iran e fermare la minaccia nucleare di Teheran. Trump, in un discorso alla nazione pronunciato poche ore dopo l’operazione, ha definito l’azione «un successo spettacolare» e ha avvertito: «Se non ci sarà la pace, ci sarà una tragedia come mai prima. Gli impianti chiave sono stati completamente distrutti. Se non si siederanno al tavolo, gli attacchi futuri saranno ancora più grandi». A Teheran, le autorità iraniane hanno detto di non aver rilevato segni di contaminazione dopo gli attacchi americani ai tre siti nucleari. «Nessun segno di contaminazione è stato registrato - ha reso noto il Centro per il sistema della sicurezza nucleare, che opera sotto l'Organizzazione per l'energia atomica - Comunque non c'è rischio per gli abitanti che vivono intorno ai siti», aggiungendo che «le attività nucleari non si fermeranno» dopo gli attacchi «barbari» degli Usa. La prima reazione ufficiale di Teheran è stata affidata a un commento del ministro degli Esteri Abbas Araghchi, che ha accusato Washington di aver compiuto una grave violazione della Carta delle Nazioni Unite: «Gli Stati Uniti, membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, hanno commesso una grave violazione della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e del Trattato di non proliferazione nucleare attaccando gli impianti nucleari pacifici dell'Iran» ha scritto su X. «Gli eventi di questa mattina sono vergognosi e avranno conseguenze eterne. Ogni singolo membro delle Nazioni Unite deve essere allarmato da questo comportamento estremamente pericoloso, illegale e criminale».
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres si è detto «gravemente allarmato»: «C’è il rischio crescente che il conflitto possa sfuggire di mano, con conseguenze catastrofiche per la regione e il mondo». Hamas ha parlato di «una brutale aggressione», una «flagrante violazione del diritto internazionale» che minaccia la sicurezza globale. Negli Stati Uniti, invece, la politica americana si è divisa. Il senatore democratico Bernie Sanders ha definito l’azione «incostituzionale» e ha chiesto che sia il Congresso a pronunciarsi su ogni impegno bellico. Critico anche il deputato repubblicano Thomas Massie. Ma c’è chi, come il senatore Roger Wicker, presidente della Commissione Forze Armate, ha sostenuto il raid come «una decisione corretta per garantire la sicurezza degli Stati Uniti e dei nostri alleati». Intanto, l’Iran alza il livello dell’allerta. I media di Teheran parlano di evacuazioni già avvenute nei siti colpiti, che sarebbero stati svuotati «da tempo» e dagli impianti sarebbe stato rimosso tutto l’uranio arricchito. Le autorità iraniane restano però nel silenzio: il Paese è in blackout internet, e le notizie faticano a filtrare.
La tensione cresce anche in Israele dove le Forze di difesa israeliane hanno imposto la chiusura immediata di scuole e assembramenti, e solo le attività essenziali restano autorizzate. L'operazione militare è stata seguita e monitorata dal gabinetto di guerra in diretta da un bunker, in pieno coordinamento - secondo quanto riferito da fonti di Tel Aviv - tra l’aeronautica americana e quella israeliana. Israele sarebbe stato avvisato preventivamente del raid. Sul fronte diplomatico, gli Stati Uniti fanno sapere tramite la Cbs di non avere intenzione di avviare un’operazione di regime change. L’attacco - spiegano fonti dell’amministrazione - «è tutto ciò che avevamo pianificato». L’obiettivo ora è riportare Teheran al tavolo dei negoziati. Ma la tv di Stato iraniana non lascia spazio al dialogo: «Ogni cittadino americano nella regione è da ora un legittimo obiettivo».