2019-03-24
Dopo la cena sono arrivate le firme. E anche le frizioni tra Lega e 5 stelle
Via al memorandum tra Roma e Pechino. Dai porti di Genova e Trieste, alla frutta esportata, all'archeologia, l'intesa vale 20 miliardi. Salvini: «Sì ma lì non c'è libero mercato». Di Maio caustico: «Lui parla io porto i fatti».Il tanto discusso memorandum d'intesa tra il governo italiano e quello cinese è divenuto realtà. Ieri, dopo la serata di gala al Quirinale di venerdì sera, il premier Giuseppe Conte ha incontra a Villa Madama il presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping, per siglare il protocollo inserito nell'ambito della Via della seta economica e dell'Iniziativa per la «Via della seta marittima del 21 secolo». L'Italia diventa così il primo Stato del G7 a entrare nel quadro commerciale promosso dallo stesso Xi Jinping nel 2013 con il fine di agevolare la circolazione delle merci e gli scambi internazionali. L'appuntamento si è aperto in mattinata con i colloqui privati delle reciproche delegazioni ministeriali, a seguire si è svolta la cerimonia di firma degli accordi e delle intese tra i ministri italiani e cinesi, e tra le imprese dei due Paesi, per poi concludere con una colazione istituzionale. Il Mou (Memorandum of understanding) - che il governo italiano ha definito in più occasioni «non vincolante» - si articola in due macro-categorie: da un lato, le intese di carattere ministeriale e/o istituzionale; dall'altro, le intese commerciali stipulate fra soggetti privati, che, secondo le stime del governo, dagli attuali 2,5 miliardi potrebbero produrre un volume di affari di 20. Scendendo nel dettaglio, i protocolli sottoscritti sono 29, 19 istituzionali e 10 commerciali, con il coinvolgimento di ben sette settori. Fra i privati, figurano aziende come Ansaldo, Eni, Intesa Sanpaolo, oltre agli ormai noti memorandum riguardanti i porti di Genova e Trieste, strategici per la circolazione di merci. Di primo piano anche il protocollo strategico, a carattere finanziario, tra Cassa depositi e prestiti e la Bank of China Limited. All'interno della sala Giulio Romano, il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, quello dei Beni Culturali Alberto Bonisoli e della Salute Giulia Grillo hanno firmato il maggior numero di accordi: tre per ogni ministero. Di Maio e He Lifeng, presidente della National development and reform commission, si sono impegnati per la collaborazione sulla Belt&road, poi il ministro del Lavoro ha firmato un accordo sulle «start up innovative» e uno sulla «cooperazione nel settore del commercio elettronico». Giovanni Tria, ministro dell'Economia e delle Finanze, ha invece firmato, con il consigliere di Stato e ministro degli Affari Esteri Wang Yi, un accordo per eliminare le doppie imposizioni sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali. Il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio ha invece firmato un'intesa sui requisiti fitosanitari per l'esportazione di agrumi freschi dall'Italia alla Cina. Bonisoli, per il Mibac, si è impegnato su temi come la prevenzione dei furti, gli scavi clandestini e la restituzione di 796 reperti archeologici appartenenti al patrimonio culturale cinese. Importante anche l'intesa fra il ministero della Salute per l'esportazione di carne suina congelata dall'Italia alla Cina. La città di Verona ha ufficializzato il suo gemellaggio con la città di Hangzhou per la promozione della conoscenza. Nella prima tranche di accordi anche l'Agenzia spaziale italiana, la Rai, l'associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, l'Ansa e il Torino world affairs institute. Dal punto di vista commerciale, appaiono fondamentali gli accordi di cooperazione fra il colosso da 80 miliardi China communications construction company e i porti di Genova, Trieste e Monfalcone. Per il primo si prevedono progetti concordati per l'ampliamento dei moli, per i secondi potenziare i collegamenti per l'Europa dell'Est e del Centro. Csp ed Eni, come dicevamo, hanno stretto ognuno un accordo con la Bank of China limited. Accordi anche per Intesa Sanpaolo con il governo della città di Qingda e quello tra Cdp, Snam e Silk road fund. Infine, è stata ufficializzata un'intesa di cooperazione strategica anche tra l'agenzia Ice e il gruppo Suning, proprietario dell'Inter, per la realizzazione di una piattaforma integrata di promozione dello stile di vita italiano nell'ex Celeste impero, con la vendita online di 200 prodotti italiani.Le parti, Cina e Italia, incoraggeranno sinergie e consolideranno la comunicazione e il coordinamento, promuoveranno il dialogo sulle politiche relative alle iniziative di connettività e sugli standard tecnici e regolamentari, e si adopereranno congiuntamente nell'ambito delle infrastrutture con la Banca asiatica d'investimento, in conformità con gli scopi e le funzioni della Banca. Spostandoci sul terreno delle reazioni politiche alla firma del memorandum, il vicepremier Mattero Salvini già la sera prima non si era visto alla cena di Stato offerta dal Colle in onore di Jinping. Ieri, da Cernobbio - dov'era per il forum di Confcommercio - ha commentato: «Sono contento che il presidente cinese sia in visita in Italia, ma ci vuole parità di condizioni. Non mi si dica che in Cina ci sia il libero mercato, dove lo Stato non interviene nell'economia e nell'informazione». E poi la puntualizzazione: «Noi vogliamo essere assolutamente cauti quando c'è in ballo la sicurezza nazionale». Il suo riferimento va al «trattamento dei dati sanitari, dei dati telefonici, la nostra privacy e l'energia che deve essere sotto controllo di organismi italiani». Poi per il resto, «se si portano i nostri produttori in Cina piuttosto che in Russia o Brasile, benissimo». Non si è fatta attendere la reazione di Di Maio, che dalla corte di Villa Madama, dopo il pranzo, ha tuonato: «Lui ha il diritto di parlare, io ho il dovere di fare i fatti», rispondendo a chi gli chiedeva un parere sul fatto che la Cina non è un'economia di libero mercato. Ora non resta che «monitorare l'attuazione di tutti gli accordi e aiutare gli imprenditori a fare business in Cina», ha concluso il ministro del lavoro.