2018-07-12
Dopo i cinesi il Milan ritorna nelle mani dei manager di Berlusconi
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La presidenza all'ex numero uno di Eni Paolo Scaroni; il possibile ritorno del «ministro degli Esteri» Umberto Gandini; la trattativa per l'entrata di Riccardo Silva, in affari con Barbara, e infine il possibile affidamento dell'area tecnica a Paolo Maldini: gli uomini del Cavaliere rimettono le mani sui rossoneri. Il Milan ritorna al passato, cioè a Silvio Berlusconi. Cioè nelle mani dei manager eredi del Cavaliere, lo storico presidente che l'anno scorso aveva venduto ai cinesi di Yonghon Li per la cifra di 740 milioni di euro. Non è uno scherzo, ma la realtà se si mettono insieme i fili delle trattative in corso in queste ore convulse, dopo che il fondo d'investimento statunitense Elliott, con sede a New York, ha comunicato martedì sera che Project RedBlack, la società lussemburghese che controlla e che ha creato per finanziare il Milan, ha ottenuto la proprietà e quindi il controllo della società che fino a oggi ha detenuto la maggioranza del club, la Rossoneri Sport Investment Luxemburg dell'investitore cinese Yonghong Li. Elliott è quindi il nuovo proprietario del Milan. L'obiettivo di Paul Singer, numero uno del fondo d'investimento, è rilanciare la squadra nei prossimi tre anni e portarla subito a pareggio di bilancio, immettendo nei prossimi giorni 50 milioni di euro per fermare le perdite. Il consiglio di amministrazione è stato una semplice formalità. Ma intanto, data la mancanza dei consiglieri cinesi (dati ormai per scomparsi insieme all'ex presidente), è stato nominato come presidente Paolo Scaroni, che era già consigliere di amministrazione. L'ex amministratore delegato di Eni, coinvolto in alcune inchieste sul case a sei zampe in Africa, è un tifoso sfegatato dei rossoneri. Come lui, anche tutta la sua famiglia è da sempre milanista tanto proprio il Cavaliere anni fa gli cedette una piccola quota del club (è uno dei piccoli azionisti che detengono in totale lo 0,03%) che attualmente ha ancora in portafoglio. Scaroni ha un rapporto di lunghissima data con Berlusconi. Fu l'ex presidente del Consiglio a volerlo prima in Enel e poi in Eni. Il manager vicentino è stato un punto di riferimento nello scacchiere geopolitico berlusconiano, in particolare nei rapporti con la Russia di Vladimir Putin e poi con il continente africano. Dal 2014 è vicepresidente di Rothschild, l'advisor che ha seguito tutta la trattativa di cessione del Milan ai cinesi. Ma non c'è solo lui nella lista dei ritorni. In queste ore si fa forte l'ipotesi di un ritorno di Umberto Gandini, lo storico ministro degli Esteri del Milan berlusconiano, dal 1993 braccio destro dell'ex amministratore delegato Adriano Galliani. Gandini lasciò nel 2016, nel mezzo delle polemiche sul ruolo proprio dell'attuale senatore di Forza Italia e in piena crisi dei rossoneri, che all'epoca avevano nel loro organigramma societario anche la figlia del Cavaliere, Barbara Berlusconi. L'ultimo ruolo ricoperto da Gandini è stata la Roma come direttore generale. C'è chi parla di un suo ritorno come amministratore delegato, ma è probabile che se ne saprà di più il 21 luglio quando durante l'assemblea del Milan sarà nominato ufficialmente il nuovo consiglio di amministrazione. Insomma gli americani di Ellott vanno a ripescare tra le vecchie leve che hanno reso grande il Milan nello scorso ventennio. Non sorprende quindi che possa arrivare pure Riccardo Silva, manager noto per i diritti televisivi del calcio, già in passato amministratore delegato di Milan Channel. Secondo Milano Finanza, Silva e il fondo Elliott stanno valutando l'ipotesi di far entrare l'imprenditore milanese nell'azionariato del nuovo Milan targato Elliott con una quota di minoranza compresa tra il 5 e il 20%. E' escluso invece, come ha riportato il Financial Times, che Silva possa pensare ad acquisire la maggioranza del club. Silva è al momento comproprietario dei Miami Fc insieme con Paolo Maldini, lo storico terzino e capitano dei rossoneri, da qualche tempo lontano dalla società ma ora anche lui in procinto di ritornare come responsabile dell'area tecnica. Non solo. Silva ha vanta una quota nella Cardi black box srl dal 2014, la galleria d'arte di Niccolò Cardi, che salvò nel 2014. A raccontarlo sono stati i consulenti della procura di Milano che indagavano su Infront, come riportato dalla Verità. Tra i soci della galleria che ha sede a Londra ci sono Barbara Berlusconi e Geronimo La Russa (figlio dell'ex ministro della Difesa Ignazio) oltre che Luca Etro, figlio del noto stilista. Insomma la squadra manageriale va a ricomporsi. Di più se ne saprà nelle prossime settimane. Su Gandini non ci sono ancora certezza, come non ce ne sono su Maldini. L'ex capitano vorrebbe avere mano libera sull'area tecnica, ma il fondo Elliott avrebbe qualche remora perché metterebbe in quel ruolo un manager con esperienza. In attesa del 21 luglio, però, si può dire che un po' di Berlusconi sta ritornando con forza nel Milan.
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