2024-06-08
Donna diventa uomo senza bisturi: così i giudici resuscitano il ddl Zan
Il tribunale di Napoli ha autorizzato il cambio di sesso di una ragazza sofferente di disforia, che però non si è sottoposta all’operazione. In questo modo le toghe continuano a commissariare la politica.Un paio di anni fa, la sinistra ne aveva fatto una bandiera. Arcobaleno, ovviamente. Stiamo parlando del famigerato ddl Zan che, nella mente dei suoi promotori, avrebbe dovuto finalmente catapultare l’Italia rozza e retrograda nel XXI secolo. Il disegno di legge, tuttavia, era architettato talmente male che persino alcuni esponenti progressisti espressero numerose perplessità. Alla fine della fiera, malgrado una martellante campagna mediatica a favore, il Parlamento bocciò la riforma: un colpo davvero duro per i giannizzeri Lgbt, che avevano pensato di imporre la volontà delle minoranze fregandosene della maggioranza. La democrazia, in teoria, funziona così. O, almeno, dovrebbe. E invece, come ben sappiamo, dove non arriva la politica, arrivano molto volentieri i tribunali. Anche se questo vuol dire calpestare la separazione dei poteri: il Parlamento fa le leggi, i giudici le applicano.Che cosa aveva di sbagliato il ddl Zan? Tante cose, ma in particolare due: un articolo che apriva alla propaganda Lgbt nelle scuole e, soprattutto, la consacrazione giuridica dell’«identità di genere». Conosciuta nel mondo anglosassone anche come «self-id», l’identità di genere privilegia l’autopercezione rispetto alla biologia e, anzi, cancella la differenziazione naturale (binaria) tra i due sessi. Al di là delle melliflua retorica sui «diritti» e la «battaglia di civiltà», l’identità di genere ha creato veri e propri sconquassi, specialmente nell’universo anglofono. Un esempio su tutti: carcerati uomini che si sono definiti «donne», anche in mancanza di operazione di cambio del sesso, per accedere a penitenziari femminili. Senonché le cronache si sono presto riempite di prigionieri uomini che hanno violentato compagne di cella (donne biologiche). Tanto che la Gran Bretagna ha dovuto fare marcia indietro e cambiare le proprie leggi in materia.Insomma, bocciando il ddl Zan e l’identità di genere, il Parlamento italiano ha preso la decisione giusta. Anche perché, pur affossando la riforma, non è che gli omosessuali e i trans vengano impiccati in pubblica piazza. Ma, appunto, da noi le leggi non le fanno solo i politici. È fin troppo noto, infatti, che alcuni tribunali hanno il brutto vizio di sostituirsi ai parlamenti. Come il Tribunale di Napoli, che in questi giorni ha imposto al Comune di Pozzuoli di registrare all’anagrafe una donna biologica come uomo. Che non si chiamerà più Federica, bensì Christian. Anche se, e qui sta la forzatura, Federica non si è sottoposta ad alcuna operazione chirurgica.Finché un Parlamento sovrano non deciderà altrimenti, in Italia vige la legge 164 del 1982, la quale prevede che il cambio di sesso di un cittadino può essere sancito giuridicamente solo «a seguito di intervenute modificazioni dei suoi caratteri sessuali». In pratica, solo ed esclusivamente in presenza di un trattamento medico. Eludendo il dettato legislativo, però, il Tribunale di Napoli ha dato ragione a Federica, una ragazza di 34 anni residente a Pozzuoli. Il suo caso, in effetti, è particolare: la ragazza, a cui è stata diagnosticata la disforia di genere, soffre di una grave patologia che le impedisce di sottoporsi ai vari interventi per la «transizione». Questa circostanza pare sia stata decisiva per convincere i giudici a forzare la mano. Ma tanto è bastato alla stampa compiacente per gridare subito al miracolo e alla «sentenza storica». Anche se, in realtà, sentenze simili sono già state emesse in passato da altri tribunali che, evidentemente, si sentono investiti di una missione superiore che travalica leggi, elezioni e parlamenti. E così le testate di sinistra, come da copione, si sono ben guardate dall’analizzare la cornice giuridica della vicenda, ma hanno fatto appello all’emotività dei lettori, raccontandoci la bella storia della ragazza prigioniera in un corpo non suo che, dopo tanto penare, ha finalmente ottenuto giustizia.Nel merito della vicenda, invece, è entrato l’avvocato di Federica, Claudio Russo. Che, mischiando giurisprudenza e ideologia, ha spiegato: «Con una decisione che va a piantare una pietra miliare nel cammino che porta i transgender alla visibilità sociale del fenomeno, anche il Tribunale di Napoli si è schierato in materia, in linea con quanto disposto già dai Tribunali di Messina, Roma, Rovereto, Siena e Trapani, aderendo pienamente all’indirizzo della Corte costituzionale. Dal punto di vista umano, al di là delle implicazioni giuridiche», ha proseguito l’avvocato Russo, «ciò che diventa davvero rilevante è che la Corte ha motivato la sua scelta anche sull’esperienza di vita di Christian, il quale ha sempre sentito di avere un’identità di genere differente da quella biologica. Grazie a questa consapevolezza, unita al percorso avviato e concluso, con il trascorrere del tempo ha raggiunto finalmente la sua armonia e il suo equilibrio psichico».Dopo aver lumeggiato il travaglio interiore dei giudici (che però non dovrebbe fare testo), l’avvocato arriva al punto: «In mancanza dell’operazione, le persone erano costrette a continuare ad essere giuridicamente e burocraticamente appartenenti a un genere che non sentivano essere il loro. La giustizia non resta, però, sorda ai cambiamenti sociali e si adegua alle modifiche e alle evoluzioni del mondo reale e dinanzi a chi chiedeva di prendere posizione rispetto alla rettifica dei dati anagrafici, in caso in cui la persona non volesse o, peggio, non potesse provvedere al cambio fisico di genere, ha finalmente cambiato rotta». Tutto bellissimo. Peccato solo questa decisione avrebbe dovuto prenderla un Parlamento eletto dal popolo, non un tribunale.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.