2025-07-26
Domani incontro fra Donald e Ursula. Il nodo principale: dazi su auto e acciaio
Vertice durante il viaggio in Scozia del tycoon, che ha detto: «Le possibilità di un accordo con l’Europa sono 50 e 50».Continuano i segnali a distanza tra Usa ed Europa per chiudere il negoziato sui dazi. Domani il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, avrà un faccia a faccia con il presidente americano Donald Trump in Scozia, dove il presidente è volato per una visita privata di cinque giorni nei suoi resort di golf a Turnberry e Menie. È stata la stessa Von der Leyen, su X, ad annunciare l’incontro. Trump avrà un colloquio anche con il premier britannico Keir Starmer lunedì. Il vertice informale sarà l’occasione per capire quali sono le intenzioni di Trump sui nodi che ancora restano da sciogliere. Secondo le ultime dichiarazioni del presidente americano, i negoziati «stanno andando bene» e c’è «il 50% di possibilità che si giunga ad un accordo». Ciò che fa tremare i polsi è quel 50% ancora in sospeso. Come i dazi su acciaio e alluminio che Trump vorrebbe mantenere al 50% (sono stati alzati dal 25% a giugno scorso) e quelli sulle auto al 27,5%. Le esenzioni settoriali, dagli alcolici ai prodotti agricoli, dall’aeronautica ai disposti medici, sono altri temi delicati della trattativa sui quali sarà difficile trovare un punto d’incontro. Il presidente americano ha detto: «Oggi (ieri, ndr) mandiamo altre lettere, la maggior parte degli accordi li faremo entro il 1° agosto». E poi: «Siamo vicini a un accordo con la Cina». Parlando del dollaro, ha sottolineato: «Con il dollaro forte non vendiamo nulla, ma non vogliamo un dollaro debole».Nella logica di proteggere il mercato, l’Unione europea sta intervenendo in alcuni settori sensibili. L'emittente norvegese Nrk, citando una lettera inviata dalle autorità Ue ai Paesi dello Spazio economico europeo (See), riferisce che saranno introdotti dazi protettivi sulle ferroleghe norvegesi, utilizzate tra l’altro nell’acciaio. I dazi saranno variabili in base a un prezzo minimo stabilito nell’Unione. La misura si applicherà inizialmente per 200 giorni. Nella lettera Ue si dice che «i produttori dell’Ue stanno subendo danni significativi a causa di un calo della produzione, delle vendite, delle quote di mercato e dell’occupazione».Sul tavolo delle trattative c’è sempre il pacchetto dei controdazi da 93 miliardi, da far scattare dal 7 agosto in assenza di un accordo. Saranno applicati in diverse fasi, come riferisce l’agenzia Dire su indicazione di una fonte europea vicina al dossier. Nel caso in cui diventassero necessarie, le prime contromisure colpirebbero un gruppo di prodotti dal valore pari a 21 miliardi con un’aliquota del 25% applicata a beni quali elettrodomestici, motociclette e barche a motore, ma anche carne bovina, pollame, oli vegetali, orzo, grano e avena. Tariffe al 25% anche sulla soia dal 1° dicembre. Il 7 settembre entrerebbero in vigore il divieto di importazione di rottami di alluminio e rifiuti ferrosi e gran parte delle misure del secondo pacchetto da 72 miliardi, che prevede aliquote fino al 30% su prodotti come aeromobili e parti di aerei, automobili e parti di automobili, macchinari, prodotti chimici e plastici, dispositivi medici e apparecchiature elettriche. Le voci alimentari del pacchetto includono bourbon, altri alcolici, vino, animali da allevamento, api, tabacco e cibo per animali. Circa 66 miliardi dei 72 del pacchetto riguardano beni industriali. Il resto delle misure sarà applicato dal 7 febbraio 2026 per dare la possibilità all’industria di adattare le catene produttive.«Penso che sui dazi l’importante sia mantenere i nervi saldi, come quando si gioca a poker, perché, in un’analisi geopolitica, non credo che ci sia, non solo la volontà, ma neppure la possibilità che gli Stati Uniti rinuncino al rapporto stretto che hanno con l’Europa», ha commentato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. «Non dimentichiamoci che negli Stati Uniti spesso queste cose si fanno anche per parlare all’opinione pubblica interna che in questo caso, almeno una parte, pensa di aver mantenuto l’Europa. A noi può dare fastidio ma se negli Stati Uniti questo sposta dei voti ci sono delle reazioni di questo tipo».E sempre guardando al mercato interno, Trump attende che la Fed abbassi i tassi. I rapporti con il presidente, Jerome Powell, continuano a esser tesi. Ieri l’ennesimo scontro. Il numero uno della Fed ha smentito pubblicamente il presidente americano che ha criticato i costi eccessivi per la ristrutturazione della sede dell’istituto «passati da 2,7 milioni previsti ai 3,1 milioni». «La cifra è falsa», ha dichiarato Powell, scuotendo la testa, visibilmente infastidito. La replica di Trump non si è fatta attendere: seccato, ha accusato Powell di voler fare politica e ha rilanciato le sue critiche alla gestione della Banca centrale. Dal presidente però è arrivata anche una schiarita dopo l’incontro con Powell avvenuto ieri: «Abbiamo avuto un ottimo incontro... Credo che abbiamo avuto un ottimo incontro sui tassi di interesse», ha detto Trump ai giornalisti, aggiungendo che Powell, «è davvero un brav’uomo. Mi ha detto che l’economia sta andando molto bene. Penso che abbasserà i tassi d’interesse».