2022-09-11
Domani si prenota il siero bivalente. Ma per gli under 60 non serve a nulla
I dati dell’Iss certificano che, anziani a parte, chi ha fatto anche la dose booster si può infettare e ammalare con la stessa incidenza di un non vaccinato. E le 19 milioni di dosi anti Omicron 1 rischiano di andare sprecate.A New York è allarme poliomielite. Il governatore dello Stato americano ha dichiarato l’emergenza: il virus è stato scovato nei campioni di acque reflue. E una persona ha contratto quello derivato dal vaccino.Lo speciale comprende due articoli.La prossima campagna vaccinale di massa che si avvierà lunedì con i vaccini aggiornati su Omicron 1 rischia di essere l’ennesimo flop. Al netto dei possibili sprechi denunciati dal capo della task force per il completamento della campagna vaccinale, Tommaso Petroni, che ha avvertito: «Sono 28 milioni le dosi di vaccino anti-Covid che scadono a fine anno». Dosi ormai obsolete e che rischiano di rimanere nei frigoriferi per un danno da almeno 500 milioni di euro. Non finisce qui, perché ad ostacolare la campagna vaccinale potrebbe esserci anche la convinzione che il nuovo vaccino Pfizer basato su Omicron 5 in arrivo in Italia per fine mese, possa proteggere meglio dalle nuove varianti. In molti, infatti, potrebbero decidere di attendere e mandare quindi vanificato l’acquisto delle 19 milioni di dosi dei vaccini basati su Omicron 1 disponibili da lunedì. Vaccini che, in ogni caso, si confermano non utili alla limitazione del contagio e che, secondo alcuni studi, potrebbero essere poco decisivi per proteggere le fasce di età sotto ai 60 anni. Lo dimostra, con tabelle e dati alla mano, l’ultimo bollettino dell’Epicentro dell’Istituto superiore di sanità: il tasso di incidenza dei contagi Covid calcolato su base settimanale, infatti, soprattutto tra gli under 60, nei casi di vaccinati e non vaccinati è praticamente sovrapponibile. Insomma, stando al report il vaccino, anche la dose booster, dai 60 anni in giù non apporterebbe nessun vantaggio in termini di infezioni. Lo stesso direttore generale della Prevenzione sanitaria presso il ministero della Salute, Giovanni Rezza, in conferenza stampa ha chiarito che l’obiettivo della campagna vaccinale non è quello di limitare i contagi ma quello di prevenire dalle forme severe della malattia. Se così fosse, perché lanciare con così tanta fretta i vaccini ambivalenti che, a loro volta, verranno rimpiazzati dal nuovo Pfizer a fine mese per mandare buttati i 28 milioni di vaccini elaborati sul ceppo originario di Wuhan? Insomma, il sospetto è che le decisioni delle autorità seguano più che altro l’andamento commerciale dei vaccini, senza considerare gli effetti, i pro e i contro e anche i costi di queste decisioni. Si calcola, infatti, che potrebbero andare in fumo fino a due miliardi di euro se si sprecassero tutte queste dosi. Un patrimonio, praticamente, che in questo momento di forte crisi economica non possiamo proprio permetterci di bruciare. Anche il grafico successivo del bollettino di Epicentro, che calcola la malattia severa, ripropone lo stesso schema dai 60 anni in giù. Vaccinati e non vaccinati nelle fasce di età 12-38 e 40-59, andrebbero incontro alla malattia severa quasi con la stessa incidenza. Quindi, secondo i loro dati, il booster, oltre a non proteggere dal contagio, non cambierebbe neanche la possibilità di andare incontro alla malattia grave negli under 60. Notizie, queste, non molto confortanti e che rischiano, anzi, di far partire questa campagna vaccinale con il freno a mano tirato. Nonostante tutto questo, la campagna è aperta a tutti anche se dovrà essere emanata una nuova circolare che apra la possibilità di prenotazione per ogni fascia di età. Infatti, attualmente, le Regioni hanno in mano una circolare che raccomanda la somministrazione solo a ultrasessantenni, fragili, sanitari, ospiti delle Rsa e donne in gravidanza in attesa della quarta dose, più gli over 12 in attesa della terza. Quindi i sistemi informatici regionali non consentono di prenotare chi non è ricompreso tra le categorie elencate. Serve un nuovo provvedimento, e subito, perché altrimenti lunedì si rischia di ripartire con il solito caos. Si raccomanda, in ogni caso, di somministrare le nuove dosi booster a distanza di almeno quattro mesi dall’ultima inoculazione. Tuttavia, non è chiaro perché un anziano fragile che ha ricevuto la quarta dose a marzo non possa ricevere la copertura che offre anche il nuovo vaccino. E il direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, a porre un altro quesito: «Sto cercando di capire perché un settantenne con un tumore che ha ricevuto la quarta dose» di vaccino anti-Covid «a marzo, non può ricevere un richiamo con il nuovo vaccino bivalente a ottobre. Io lo farei e lo consiglierei senza alcun dubbio, ma pare non sia possibile sulla base di quello che si è detto ieri a Roma» al ministero della Salute, in occasione della conferenza stampa sulla prosecuzione della campagna vaccinale. Aggiunge Bassetti: «Occorre fare chiarezza sul richiamo perché la gente è molto confusa», scrive su Facebook, «non si può assistere a un altro fallimento della campagna sulla quarta dose come quello di luglio/agosto».L’emergenza Covid può dirsi superata, almeno per adesso, ma è chiaro che due anni e mezzo di pandemia non hanno insegnato nulla sulla gestione delle vaccinazioni. Ancora meno sulla comunicazione sanitaria, confusionale e spesso tanto incoerente. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/domani-si-prenota-il-siero-bivalente-ma-per-gli-under-60-non-serve-a-nulla-2658175392.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="a-new-york-e-allarme-poliomielite" data-post-id="2658175392" data-published-at="1662838118" data-use-pagination="False"> A New York è allarme poliomielite È allarme poliomielite nello Stato di New York. Il governatore locale, Kathy Hochul, ha proclamato lo stato d’emergenza: l’obiettivo è quello di accelerare gli sforzi per vaccinare i residenti contro la poliomielite, dopo che il virus è stato rilevato in campioni di acque reflue prelevati in ben quattro contee. Tutto questo, mentre a luglio si è registrato un caso di polio relativo a un residente non vaccinato di Rockland. Secondo Reuters, lo stato di emergenza rimarrà in vigore fino al 9 ottobre, mentre l’obiettivo è quello di vaccinare il 90% della popolazione locale. Nell’ordine esecutivo, Hochul ha anche specificato che «il poliovirus che ha infettato la persona della contea di Rockland è stato identificato come un caso di poliovirus derivato dal vaccino, l’ultimo dei quali è stato identificato a New York nel 1990». Un problema, questo, che era stato sottolineato nel recente passato anche dalla rivista Nature. «Nonostante l’eradicazione del poliovirus selvaggio», si leggeva in un articolo pubblicato ad agosto 2020, «la lotta dell’Africa contro la polio non è finita. In molti Paesi, la vaccinazione viene effettuata con gocce orali contenenti una forma indebolita del poliovirus, che a volte si trasforma in un ceppo che può diffondersi nelle comunità sotto-immunizzate e causare paralisi. Da agosto 2019, più di 20 Paesi in tutto il mondo hanno segnalato casi di poliomielite di derivazione vaccinale. Poiché questi focolai, di solito, possono essere tenuti sotto controllo con un’ulteriore immunizzazione, i Paesi dovrebbero continuare a vaccinare quante più persone possibile, secondo Chima Ohuabunwo», epidemiologo della Morehouse school of Medicine di Atlanta. È importante, quindi, sottolineare che il rischio riguarda il vaccino orale (non quello per iniezione): un rischio (non elevatissimo) che, come riferito da Nature, può essere tuttavia combattuto attraverso un incremento del tasso di vaccinazione. D’altronde, nel suo decreto, la Hochul ha precisato anche che «la poliomielite è stata dichiarata debellata negli Stati Uniti nel 1979, principalmente a causa degli alti tassi di vaccinazione contro la poliomielite». «Sulla poliomielite, semplicemente non possiamo rischiare», ha nel frattempo dichiarato il commissario statale per la salute di New York Mary Bassett in una nota. «Se tu o tuo figlio non siete vaccinati o non siete in regola con le vaccinazioni, il rischio di malattia paralitica è reale», ha aggiunto. Un ulteriore elemento preoccupante messo in evidenza dalla governatrice è che «i tassi di vaccinazione di routine contro la poliomielite in tutte le età sono diminuiti durante la pandemia di Covid-19 e l’esitazione sui vaccini è aumentata». In particolare, la contea di Orange, una delle quattro attenzionate, ha un tasso di vaccinazione molto basso, che si attesta al di sotto del 59%. Un allarme era stato lanciato a inizio agosto dalla commissaria sanitaria per la contea di Rockland, Patricia Schnabel Ruppert. «Non c’è un solo caso di poliomielite se si vede un caso di paralisi. L’incidenza della poliomielite paralitica è inferiore all’1%», affermò. «La maggior parte dei casi sono asintomatici o lievemente sintomatici e questi sintomi spesso vengono ignorati», aggiunse, per poi concludere: «Quindi ci sono centinaia, forse anche migliaia di casi che si sono verificati per poter vedere un caso di paralisi». La poliomielite può provocare la paralisi irreversibile. Tuttavia tre iniezioni di vaccino garantiscono quasi il 100% di immunità.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)