2020-11-25
Domani è il D day delle larghe intese. L’extra deficit sbarca in Senato
Silvio Berlusconi (M.Insabato/Getty Images)
Vertice del centrodestra alla vigilia del voto in Aula. Silvio Berlusconi respinge la federazione dei gruppi e annuncia un sostegno condizionato: «Il governo tuteli le partite Iva». La Lega prova a serrare le fila con una risoluzione.Una certezza economica e un rischio politico. La certezza economica - tutt'altro che positiva - è quella di un governo ancora senza strategia. Domani, giovedì, chiederà al Parlamento (dalle 10.30 alla Camera e dalle 13 al Senato) uno scostamento di bilancio per 8 miliardi, ma ancora ieri sera - parole e intenzioni a parte - non c'era alcuna chiarezza sul contenuto del decreto Ristori quater che, una volta ottenuta dalle Camere l'autorizzazione allo sforamento, dovrebbe essere varato dall'esecutivo. È chiaro che questo nuovo provvedimento avrà come destinatari il mondo del lavoro autonomo e le piccole imprese, ma il punto, in questi casi, non è limitarsi al «titolo» del tema: occorre leggere nei dettagli lo «svolgimento», per ora largamente avvolto nella nebbia. La sensazione - più volte denunciata dalla Verità - è quella di un governo che, un po' come accadde durante la prima ondata, procede dal punto di vista economico a spizzichi e bocconi, tappando i buchi anziché delineando una strategia, inseguendo le urgenze con microprovvedimenti anziché impostando un intervento arioso e complessivo.A fronte di questa certezza economica negativa, che in tempi normali avrebbe affossato un esecutivo fragile come questo, il rischio politico - e insieme il paradosso di questa fase - è che invece possa essere proprio l'opposizione a pagare un prezzo, se non con una definitiva disarticolazione e sfaldamento, per lo meno in termini di crescente e visibile disarmonia tra le sue componenti.Oggi si terrà un vertice di Lega, Fdi e Fi nel tentativo di trovare in extremis una posizione comune, come avvenne l'ultima volta, quando Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, alla vigilia di un'analoga richiesta governativa di scostamento, scrissero una lettera congiunta al Sole 24 Ore subordinando un eventuale sì a una serie di misure e condizioni. La risposta del governo fu vaga, e il centrodestra alla fine si astenne. Sembra esserci un impegno forte in particolare della Lega, in queste ore, per recuperare un respiro unitario, anche attraverso il rilancio della proposta di federazione tra i partiti. Per ciò che riguarda invece la dinamica parlamentare di domani, gli occhi sono puntati sul Senato, non solo perché alla Camera il quadripartito giallorosso ha i numeri più nettamente dalla propria parte, ma anche perché a Palazzo Madama c'è una particolarità procedurale che il capogruppo leghista Massimiliano Romeo è stato abile a sfruttare. A Montecitorio, infatti, si può tentare di emendare la risoluzione di maggioranza (quella in cui i giallorossi espliciteranno i motivi e gli obiettivi dello sforamento). Al Senato, la Lega è stata pronta a depositare per prima un suo testo (a prime firme dello stesso Romeo e di Alberto Bagnai) con alcuni obiettivi sia fiscali sia previdenziali.La maggioranza non l'ha presa bene: ma il regolamento parla chiaro, e ora per primo andrà votato proprio il testo della Lega. Se questo fosse bocciato dalla maggioranza, com'è probabile, solo allora entrerebbe in gioco la risoluzione giallorossa. Ora, è abbastanza facile prevedere cosa accadrà nel primo tempo della partita: pure Forza Italia dovrebbe realisticamente sostenere, con il resto del centrodestra, la risoluzione leghista. Ma, se questa fosse rigettata e si arrivasse al testo di maggioranza, che succederebbe a quel punto? Che farebbe il centrodestra sul documento dei giallorossi? La riunione di oggi serve proprio per consentire a Lega-Fdi-Fi di cercare una posizione comune, con le prime due forze che sperano che gli azzurri non si siano già in qualche modo impegnati a dire sì al governo. Da questo punto di vista, non contribuiscono molto a chiarire la situazione le parole del Cavaliere: voteremo lo scostamento dibilancio se il governo garantirà le partite Iva (come intende farlo il governo? Questo è il punto). Di sicuro, c'è solo che Silvio Berlusconi ha cortesemente rispedito al mittente la proposta di Matteo Salvini, per una «federazione di centrodestra» che unisca i gruppi parlamentari (un chiaro tentativo per prevenire eventuali fughe degli onorevoli azzurri verso i giallorossi).Come si vede, dunque, la posta in gioco è alta. Non c'è purtroppo da farsi illusioni sulla capacità del governo di guardare lontano, dal punto di vista economico. Anche perché la traversata nel deserto si annuncia lunga: ieri, intervistato da Mattino 5 su Canale 5, il viceministro Pierpaolo Sileri, con apprezzabile onestà intellettuale, ha ammesso che, anche quando i vaccini Covid saranno disponibili, il processo per consentire a una trentina di milioni di italiani di vaccinarsi potrebbe durare fino alla prossima estate e anche oltre. Se a quel punto, in presenza di un arco temporale così lungo, il governo perseverasse nella strategia assurda degli stop and go rispetto alle riaperture delle attività economiche, delle mezze chiusure, dei lockdown striscianti e parziali, saremmo dentro a un tunnel infinito, con munizioni economiche limitatissime. Sarebbe davvero un peccato se, mentre questi nodi vengono al pettine, fosse il centrodestra a disunirsi politicamente. Il rischio è quello che i giuristi chiamerebbero una fictio, una finzione: un centrodestra unito nelle schede elettorali amministrative, ma sostanzialmente diviso nella prospettiva politica, con Forza Italia più o meno esplicitamente a supporto, se non già di questo governo, di una (semi)nuova maggioranza allargata. Opzione politica insostenibile per Lega e Fratelli d'Italia.
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.