2019-01-06
Domani Boeri farà una riunione segreta. I gialloblù temono l’agguato a quota 100
Dall'incontro è stato escluso perfino il direttore generale Gabriella Di Michele. In discussione i costi legati all'abolizione della Fornero.Il cielo sopra il quartiere romano dell'Eur è plumbeo. Come l'umore delle truppe in ritirata del presidente dell'Inps Tito Boeri. Il quartier generale dell'istituto previdenziale assomiglia al Fuhrerbunker costruito sotto la cancelleria del Reich nelle ultime febbrili ore di resistenza all'avanzata sovietica. Boeri riunisce a getto continuo i fedelissimi, asserragliato nella sua stanza al primo piano della palazzina di via Ciro il Grande. E davanti alle agenzie che battono senza sosta le ultime novità sul decreto che introduce quota 100 e il reddito di cittadinanza il comandante in capo uscente prova a piazzare le ultime mine. Per esempio ha organizzato con grande riservatezza una riunione per domani 7 gennaio alle 17 presso la Ragioneria dello Stato. Un summit che in ambiente leghista viene considerato propedeutico all'impallinamento di quota 100.Boeri l'ha convocato senza informare la direttrice generale Gabriella Di Michele, forse considerata troppo vicina al governo. All'incontro prenderanno parte i dirigenti del settore pensioni e il coordinatore del servizio statistico dell'Inps per discutere delle relazioni tecniche già definite su quota 100, ossia le analisi che devono quantificare quanto peserà la riforma sulle casse dello Stato. Ma la notizia del meeting, che doveva rimanere riservata, è trapelata ed è giunta alle orecchie della Di Michele che difficilmente lascerà partecipare i dirigenti in sua assenza. L'informazione è arrivata anche al ministero dell'Economia, dove qualcuno teme che il coordinatore statistico dell'Inps, Gianfranco Santoro, venga spinto a redigere previsioni di spesa più onerose rispetto a quelle già fatte, ponendo nuovi vincoli al decreto che avrebbero un impatto negativo sulle misure che l'esecutivo ha già definito la notte del 20 dicembre a Palazzo Chigi quando il premier Giuseppe Conte, di ritorno da Bruxelles, incontrò il vicepremier Luigi Di Maio, il ministro del Mef Giovanni Tria, i sottosegretari all'Economia Massimo Garavaglia e Laura Castelli, quello del Lavoro Claudio Durigon e il ragioniere generale dello Stato Daniele Franco.La preoccupazione di chi ha lanciato l'allarme per la riunione di domani è legittima, considerato il curriculum di chi dovrà dare i numeri alla Ragioneria dello Stato. Il coordinatore generale statistico attuariale dell'Inps, ovvero l'uomo che sottoscrive le relazioni tecniche dell'istituto per i dicasteri dell'Economia e delle finanze e del Lavoro, è stato scelto personalmente da Boeri dopo che una commissione esterna designata dallo stesso presidente aveva valutato come più idonei altri tre dipendenti dell'Inps. Santoro ha anche collaborato, su indicazione dell'istituto, con lo staff di Tommaso Nannicini, ex sottosegretario al Welfare nel governo Renzi e ha perorato la causa del Jobs act elaborando dati e slide quasi entusiastici. Per non lasciare dubbi sul proprio posizionamento, alla vigilia delle ultime elezioni ha condiviso un post su Facebook che invitava a recarsi alle urne «l'Italia che ha voglia di futuro», quella che «guarda all'esperienza dei governi Renzi e Gentiloni non per nostalgia, ma perché finalmente, dopo 20 anni di immobilismo, la politica ha dato prova di poter fare davvero le riforme di cui prima si parlava solo in pomposi convegni».polemiche L'ufficio statistico dell'Inps è lo stesso che, a luglio, ha fornito la stima, che causò molte polemiche, sugli 8.000 contratti di lavoro (su 80.000) che non sarebbero stati stabilizzati con l'entrata in vigore del cosiddetto decreto Dignità.Le ultime mosse di Boeri sono studiate con grande attenzione soprattutto dalla Lega. I ben informati raccontano che Durigon, sottosegretario in quota Carroccio, stesse perorando da tempo il commissariamento di Inps e Inail per evitare imboscate. Un'ipotesi che i giornali davano quasi per certa. Ma ieri il ministero del Lavoro ha diramato un comunicato con cui ha spiegato che non intende procedere in questa direzione. Da via Veneto hanno precisato che la norma che prevede il ritorno a un consiglio d'amministrazione non contempla alcuna decadenza immediata degli attuali vertici. In particolare dal ministero hanno evidenziato che nell'ultima bozza del decreto legge sul reddito di cittadinanza e quota 100 vengono reintrodotti all'articolo 24 i cda di Inps e Inail, composti da cinque consiglieri compreso il presidente, ma che non vi è alcuna norma che ponga un commissario a capo dei due enti. Il comunicato ha messo in allarme la componente leghista dell'esecutivo, che da tempo sospetta che Boeri abbia costruito un solido legame con una parte del movimento 5 stelle. Un indizio lo avrebbe fornito Il Messaggero che nei giorni scorsi aveva pubblicato la notizia della proroga di Boeri. Secondo la ricostruzione di alcuni uomini vicini a Salvini la fonte del quotidiano sarebbe interna all'entourage di Di Maio. Pertanto per arrivare alla nomina dei nuovi vertici per via ordinaria occorrerà aspettare sino all'inizio della primavera e alla vigilia delle elezioni europee. Grazie al tempo che gli verrà concesso Boeri, secondo i fautori del commissariamento immediato, comincerà a chiedere al ministero chiarimenti formali sui vari commi del decreto e a lamentare la carenza del personale e le mancate assunzioni e in questo modo causerà ritardi nell'erogazione degli assegni delle pensioni anticipate legate a quota 100. Non sappiamo se tale vaticinio si avvererà. Mentre ci pare di poter dire senza tema di smentita che Boeri, al contrario di migliaia di italiani, in pensione non ci voglia proprio andare.