2024-12-15
Ateneo occupato e Roma sottosopra. Caos al corteo contro il ddl Sicurezza
La manifestazione contro il ddl Sicurezza a Roma (Getty Images)
Sfilano movimenti studenteschi, pro migranti, filopalestinesi, Cgil e centri sociali. Petardi e graffiti su vetrine e muri. Striscione con la Meloni che bacia Mussolini. Contestato Conte: «Fai schifo». Blitz alla Sapienza.Ieri pomeriggio, dopo lo sciopero di venerdì, un corteo di 6 chilometri, da piazza del Verano a piazza del Popolo, ha paralizzato la Capitale per manifestare contro il ddl Sicurezza. Indetto dalla rete «A pieno regime», al corteo hanno aderito Cgil, Anpi, Arci, Avs, Pd, M5s, Rifondazione, centri sociali da tutta Italia, movimenti per i migranti come la rete No Cpr, i movimenti per la casa, gli ambientalisti, gli antiproibizionisti, compresa la filiera produttiva della cannabis light, Libera dalle mafie, le realtà Lgbt+, la rete Disability pride, reti civiche, i collettivi universitari e sindacati e associazioni studentesche medie e universitarie. Imponente il dispositivo di sicurezza previsto dalla questura di Roma con oltre mille agenti dislocati nei punti strategici lungo il percorso.Per rilanciare la manifestazione, venerdì notte gli studenti di alcuni collettivi hanno occupato la facoltà di Lettere della Sapienza per «costruire un’opposizione studentesca, universitaria e giovanile a un progetto di legge liberticida che svuota la nostra democrazia, individuando in migranti, studenti, attivisti e movimenti sociali dei nemici da reprimere e silenziare».Secondo gli organizzatori, in piazza sono scese dalle 50.000 alle 100.00 persone che hanno sfilato dietro un grande manifesto con l’immagine dipinta del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che bacia Benito Mussolini. Tanti i cartelli e gli striscioni: da «Dittatura senza democrazia, senza libertà, senza sicurezza», a «La repressione serve solo a rinforzare e unire le oppressioni. No ddl paura», fino a «Se voi fate il fascismo, noi seminiamo resistenza: no ddl paura» e «Arrestateci tutti». «Il ddl Sicurezza sta provando a limitare ogni tipo di insorgenza sociale o di attività sociale. La nostra sicurezza è stare qui oggi per impedire che questo ddl diventi legge», ha spiegato Simona Biffignandi di A pieno regime. A inizio corteo c’è stato anche un attacco ad Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia di Fdi: «Delmastro ha detto che vuole dare calci nel sedere a chi occupa le case. E noi diciamo che vogliamo cacciare chi occupa abusivamente il Parlamento».Durante la marcia, gli attivisti hanno gridato «Benvenute zecche rosse. Siamo tutti antifascisti, siamo tutte antifasciste», «A chi sta nel governo Meloni diciamo: stiamo venendo a prendervi» e poi «Non consentiremo che l’Italia diventi una nuova Ungheria. Daremo vita a una resistenza democratica diffusa. Non ci fermeremo finché non faremo cadere questo governo».Alcuni studenti pro Pal hanno lanciato petardi contro la vetrina di un punto vendita del Carrefour dove avevano scritto «assassini» mentre altri manifestanti hanno imbrattato con vernice spray un distributore dell’Eni, scrivendo «Eni complice» e «Free Palestine», e il Policlinico Umberto I. Petardi anche sul portone della sede dell’ambasciata di Germania.«Siamo qui in piazza per manifestare contro una lettura del bisogno di sicurezza che è completamente deformata. I cittadini, quando parlano di sicurezza, non chiedono di reprimere il dissenso politico, ma chiedono di poter uscire la sera e di poter tornare a casa anche a tarda sera, chiedono di poter uscire di giorno senza essere assaliti da scippi, rapine e furti, chiedono di poter stare nelle strade in sicurezza in tutti i quartieri. Quindi è un concetto completamente sbagliato. Questo decreto sicurezza è completamente reazionario e lo respingiamo nel modo più assoluto», ha detto il leader del M5s Giuseppe Conte che è stato contestato al grido «Fate schifo, ci siete stati pure voi al governo con la Lega».Per il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, la manifestazione «così partecipata è la dimostrazione che la democrazia non si cambia o limita per decreto, come pensa di fare la destra. Continueremo ad opporci con tutte le nostre forze in Parlamento per far ritirare il provvedimento o per cambiarlo nelle parti in cui si mettono a rischio i diritti fondamentali di chi manifesta. Sono ossessionati da chi non la pensa come loro e insofferenti verso i contrappesi democratici». Secondo Nicola Fratoianni di Avs, anche lui in piazza, «è un ddl della paura», che viene da una destra «che ha come obiettivo quello di cancellare i diritti di libertà e il diritto al dissenso». Il provvedimento, per Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, anche lui in corteo, «è un disegno di legge illiberale: trasforma in narcotrafficanti 3.000 aziende che coltivano la canapa, causando il licenziamento di circa 15.000 lavoratori e lavoratrici. E se questi ultimi decidessero di manifestare occupando una strada, questo governo applica una misura che prevede il carcere fino a 7 anni». Per Laura Boldrini, il ddl è un «provvedimento liberticida che spinge il nostro Paese verso una democratura repressiva in stile orbaniano».In piazza anche diversi personaggi dello spettacolo, come Zerocalcare e gli attori Valerio Mastandrea, Elio Germano e Michele Riondino che ha detto: «Bisogna essere qui perché con questo ddl vogliono criminalizzare il pensiero critico».Intanto gli ecoattivisti di Ultima generazione hanno lanciato una petizione per convincere il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, a non firmare il ddl Sicurezza, «una misura liberticida in palese contraddizione con i diritti costituzionali di cui è garante».
Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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