2019-10-13
Difendersi dal cancro con i vaccini. La nuova era della prevenzione
Nel nostro Paese quasi il 10% di tutti i tumori è legato alla presenza di virus e batteri, circa 31.000 casi all'anno. Uno studio uscito su The Lancet svela l'impatto sostanziale della profilassi contro quelli causati da Hpv.Quando si parla di vaccini ci si riferisce prevalentemente o quasi sempre ai vaccini antinfettivi dei bambini ma bisognerebbe ricordare che i vaccini, che danno risultati molto importanti, sono anche quelli antitumorali. I vaccini contro il papilloma virus e quelli contro il virus dell'epatite B hanno dimostrato, in entrambi i casi, una riduzione netta di nuovi tumori a loro correlati grazie alla vaccinazione. In Italia, ma così anche in tutti i Paesi occidentali, quasi il 10% di tutti i tumori è legato alla presenza di virus e batteri che, utilizzando meccanismi e strategie differenti, riescono a infettare le cellule sane e a dare il via ai processi di formazione del cancro. Tra questi virus ci sono i Papilloma virus umani o Hpv, responsabili di circa il 20% dei 31.000 casi di tumori causati da virus che si verificano ogni anno in Italia. Il carcinoma della cervice uterina rimane il più frequente effetto della infezione persistente da Hpv ed è la quarta più comune malattia tumorale nelle donne nel mondo sia per l'incidenza che per la mortalità, con un numero di quasi 600.000 nuovi casi e 300.000 nuove morti soltanto nel 2018. I vaccini sono entrati in commercio negli ultimi decenni e sono disponibili contro diversi sierotipi di Hpv e rappresentano uno strumento di prevenzione sicuro ed efficace. Sono trascorsi più di 10 anni dall'inizio della vaccinazione contro l'Hpv e 100 Paesi hanno introdotto programmi di vaccinazione contro l'Hpv. È stata effettuata una revisione sistematica e una meta analisi dell'impatto a livello di popolazione della vaccinazione contro l'Hpv su ragazze e donne ma anche su ragazzi e uomini, in termini di infezioni da Hpv, diagnosi di verruche anogenitali Hpv correlate e neoplasia intraepiteliale cervicale di grado 2+ (Cin2+) per riassumere le prove più importanti sull'efficacia dei vaccini Hpv e per quantificare l'impatto della vaccinazione nella popolazione generale. La revisione sistematica è stata pubblicata su The Lancet dall'Hpv vaccination impact study group, coordinato dal professore Marco Brisson del Canada e sponsorizzato dall'Organizzazione mondiale della sanità, al quale hanno partecipato ricercatori provenienti da tutto il mondo, compresa l'Italia. Il gruppo ha cercato sul database Medline studi pubblicati tra l'1 febbraio 2014 e l'11 ottobre 2018, identificando 1.702 articoli potenzialmente idonei per questa revisione sistematica e meta analisi, inclusi 65 articoli in 14 Paesi ad alto reddito (Italia, Canada, Germania, Belgio, Svezia, Stati Uniti, Australia, Danimarca, Nuova Zelanda). Revisione e meta-analisi includono dati da 60 milioni di individui e fino a 8 anni di follow-up post-vaccinazione. Si è verificata una significativa riduzione dovuta anche alla vaccinazione anti Hpv dell'incidenza di infezioni e tumori Hpv correlati sia per quanto riguarda le lesioni della cervice uterina che dell'ano e della tonsilla. Questi risultati mostrano prove convincenti circa l'impatto sostanziale dei programmi di vaccinazione Hpv sulle infezioni da Hpv e Cin2+ tra ragazze e donne e sulle diagnosi di verruche anogenitali, sempre associate all'Hpv, tra ragazze, donne, ragazzi e uomini. Non sono riferite tossicità importanti e questa valutazione della vaccinazione, se ce ne fosse ancora bisogno, dimostra la sua enorme utilità per diminuire significativamente i tumori correlati, così come avviene con la vaccinazione antiepatite B e la diminuzione dei tumori del fegato correlati. Un limite di questo studio è la mancanza di dati che provengano da Paesi poveri dove il carcinoma della cervice uterina ha oltre l'80% delle morti attribuibili a tumori correlati con l'Hpv. Il costo dei vaccini e la difficoltà a ottenerli sono il problema principale per i Paesi poveri che porta a rallentare significativamente il processo dell'implementazione dei vaccini. Comunque, i dati presentati dal gruppo enfatizzano l'importanza di implementare in tutto il mondo il vaccino contro l'Hpv che porterebbe in questo caso a una riduzione netta della mortalità dei tumori correlati con l'Hpv, e non solo quindi quelli della cervice uterina (e della vulva e della vagina) ma anche quelli del capo e collo e dell'ano (e del pene). In tempi di critica spesso infondata ai vaccini questi dati ci ricordano l'importanza della vaccinazione, che può come in questo caso eliminare drasticamente la mortalità per malattie che invece sono molto severe e diffuse come il carcinoma della cervice uterina. Va ricordato che anche con la vaccinazione contro l'epatite B che è praticata ormai in tutto il mondo avanzato da anni, si è verificata una riduzione significativa dei tumori del fegato, in particolare dell'epatocarcinoma che può essere correlato con l'infezione da epatite B, grazie a questa vaccinazione. In alcuni paesi dell'Asia orientale, l'epatocarcinoma era in passato il tumore più frequente nei bambini proprio perché questi acquisivano l'infezione da epatite B durante il parto dalle madri infette: oggi l'epatocarcinoma dei bambini in queste aree è nettamente ridotto grazie al fatto che le loro mamme sono state vaccinate e quindi non hanno sviluppato l'infezione da epatite B e non l'hanno trasmessa ai loro bambini. In futuro prevediamo di sviluppare vaccini efficaci contro l'epatite C (e dei tumori del fegato e linfomi correlati), contro l'Helicobacter pylori (e dei tumori dello stomaco correlati), contro l'Epstein Barr virus (Ebv) (e dei tumori del nasofaringe e dei linfomi correlati), contro l'Htlv (e delle leucemie acute correlate) e contro l'herpesvirus tipo 8 (e del sarcoma di Kaposi e dei linfomi correlati).
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