2018-07-23
All'ombra della fatturazione elettronica scoppia il business dei software gestionali
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In vendita un centinaio di software presenti su Internet per gestire l'emissione e la conservazione della fattura elettronica. Dal primo gennaio del 2019 la e-fattura sarà obbligatoria anche per tutte le operazioni tra i privati. Si può scegliere sia il prodotto che costa 30 euro l'anno e offre 100.000 fatture, sia il software che costa 2.100 euro l'anno e offre 300.000 fatture.Intervista a Guido Beltrame, consigliere dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano: «L'Italia non è pronta, i piccoli imprenditori non avranno alcun vantaggio».Dal primo settembre la fattura digitale arriva anche per i negozi al confine con la Svizzera. Lo speciale contiene tre articoliCi sono circa un centinaio di software presenti su Internet per gestire l'emissione e la conservazione della fattura elettronica. Dal primo gennaio del 2019 la e-fattura sarà obbligatoria anche per tutte le operazioni tra i privati. Le case di software non hanno dunque perso tempo e hanno visto nella novità in arrivo un modo per far aumentare il loro business. Analizzando il mercato dei software si notano tre aspetti. Il primo riguarda il ventaglio delle offerte. I prodotti presenti sul mercato coprono tutte le fasce di prezzo. Si può scegliere sia il prodotto che costa 30 euro l'anno e offre 100.000 fatture, sia il software che costa 2.100 euro l'anno e offre 300.000 fatture. A livello qualitativo i prodotti offerti sono tutti molto simili tra loro. Danno infatti la possibilità di emettere la fattura elettronica, di monitorare il processo di invio e ricezione e di conservarla nelle modalità richieste. Altro aspetto in comune è il periodo temporale. Quasi tutte le soluzioni offerte hanno pensato all'opzione annuale.Le case di software si possono però dividere tra chi rende chiaro fin da subito il costo del prodotto offerto e chi non mostra il pezzo finale. Molte società, anche tra le più famose, non mostrano online il loro listino prezzi. Tutte chiedono di fare una prova gratuita del prodotto per un mese, senza però specificare quanto andrà a costare dopo il software provato. Comportamento poco comprensibile, visto che una delle discriminanti nella scelta del prodotto, per la fattura elettronica, è sicuramente il prezzo. Il sistema economico italiano, sembra si sia dimenticato, è composto per il 70% da piccole e medie imprese, con una possibilità di fare spese extrabudget limitata. Mostrare fin dal principio il prezzo del software, che si vuole far provare gratis per un mese, è il minimo che si possa fare. Forse, molte case di software dovrebbero ricordarsi che dall'operazione della fattura elettronica tra privati le piccole e medie imprese italiane hanno ben altre spese da sostenere, in aggiunta al software. Aspetto ignorato, dato che molte imprese saranno costrette ad acquistare un determinato prodotto a causa dei legami passati. Questo perché se un'azienda ha già dei programmi informatici, realizzati da una società, per continuare a far «parlare» i sistemi operativi fra di loro, dovrà per forza scegliere il prodotto della società che già conosce. In questo mercato sta però per arrivare una new entry. Il consiglio nazionale dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili vuole infatti lanciare il proprio software per l'emissione e la gestione della fattura elettronica. Questa estate verrà infatti lanciato il bando per trovare la società di software, con la quale realizzare il programma digitale. Secondo il consigliere Maurizio Grosso «in autunno il software dovrebbe essere operativo». Obiettivo del consiglio è creare un prodotto uguale per tutti gli utenti, ma renderlo gratuito per gli studi più piccoli, per i quali la spesa potrebbe essere un aggravio economico importante. Il nuovo prodotto dovrà però essere introdotto in un mercato dove la concorrenza è spietata. Inoltre, il risultato potrebbe non essere quello sperato. C'è infatti il rischio di arrivare sul mercato troppo tardi, quando già la maggior parte degli studi si sono già attrezzati per affrontare la fattura elettronica.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/dietro-la-fatturazione-elettronica-e-scoppiata-la-gara-dei-software-gestionali-2588954026.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="litalia-non-e-pronta-i-piccoli-imprenditori-non-avranno-alcun-vantaggio" data-post-id="2588954026" data-published-at="1757467736" data-use-pagination="False"> «L'Italia non è pronta, i piccoli imprenditori non avranno alcun vantaggio» La fattura elettronica è un progetto che sarebbe dovuto nascere in sede europea, coinvolgendo tutti gli Stati membri. Il governo italiano ha invece deciso di imboccare una strada che porterà più costi che benefici alle imprese, dato che dal 1° gennaio 2019 la fattura elettronica sarà obbligatoria anche per le operazioni tra privati. Sono queste alcuni degli aspetti negativi legati alla e-fattura spiegati da Guido Beltrame, consigliere dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano.Il ministro dell'Economia e delle finanze, Giovanni Tria, la settimana scorsa ha annunciato che non ci sarà nessuna proroga per l'entrata in vigore della fattura elettronica. Il sistema Paese è pronto per questa novità? «No, non è pronto. Ma l'interesse che stanno dimostrando le case di software verso questa innovazione, dimostra come sotto ci siano delle logiche diverse rispetto a quelle che vengono decantate. Lo studio del consiglio nazionale ha dimostrato come nessun Paese in Europa usi la fattura elettronica tra privati. Questo non dovrebbe essere un motivo di vanto, anche perché il sistema operativo creato è complesso. I piccoli non avranno vantaggi da questa innovazione. Ci saranno costi maggiori e pochi benefici per l'impresa e l'imprenditore». Prima ha parlato di logiche diverse, legate alla nascita della e-fattura, cosa intende?«Si vuole arricchire un determinato settore, creare nuovo lavoro e nuove spese per le imprese». A quali spese andranno dunque incontro le società?«Dietro la fattura elettronica c'è l'obbligatorietà della conservazione sostitutiva dei documenti. Le specifiche tecniche non sono però alla portata della maggioranza delle imprese. Questo significa che le società dovranno pagare qualcuno perché conservi i documenti in modo appropriato, al posto loro. Inoltre, le imprese dovranno adeguare i propri processi aziendali. Questo comporta dei costi aggiuntivi. E le società che esportano all'estero si ritroveranno a strutturare sistemi diversi quando emettono una fattura per una società italiana e quando lo fanno per un paese europeo o extra europeo. Anche questi rappresentano costi aggiuntivi per le imprese». Un altro problema riguarda il sistema informativo dell'Agenzia delle entrate, realizzato da Sogei. Sarà in grado di sopportare tutti i dati che arriveranno dal 1° gennaio 2019? «Se guardiamo gli ultimi due anni quando ci sono stati invii massivi di dati a Sogei il sistema ha sempre crashato. Parliamo, per esempio, del 2017 quando c'è stata la "proroga" sugli invii della dichiarazione Iva annuale, o dei recenti rinvii degli spesometri. Uno di questi è avvenuto proprio l'anno scorso. Abbiamo, dunque, avuto prove recenti che in presenza di invii massivi di dati il sistema non è strutturato per accoglierli». Nel 2017 l'Italia aveva chiesto una deroga alla Commissione europea per poter introdurre la e-fattura tra privati. La richiesta era stata giustificata con l'esigenza di combattere l'evasione Iva. Ma, con tutti i dati già a disposizione dell'Agenzia delle entrate (spesometro, dichiarazione Iva) era davvero necessario introdurre la fattura elettronica?«È la bulimia dell'Agenzia delle entrate. Si vogliono sempre più dati ma si fa fatica a processarli in maniera rapida ed efficace. Tantissime informazioni già si hanno, ma bisogna sapere individuare quali sono quelle necessarie per sconfiggere l'evasione Iva». La fattura elettronica sarà operativa dal 1° gennaio del 2019. Il consiglio nazionale dei commercialisti lancerà il suo software per la e-fattura in autunno. Non arriva un po' in ritardo, dato che tutte le maggiori case software hanno già portato sul mercato i loro prodotti?«Il progetto è stato annunciato durante l'assemblea del 4 luglio. È una scelta del consiglio nazionale per agevolare i più piccoli. Il rischio è che quando il progetto sarà operativo tutti i commercialisti si saranno già attrezzati autonomamente». Quali differenze esistono tra i software commerciali e quello offerto gratuitamente dall'Agenzia delle entrate? «I software sul mercato sono integrati con il sistema operativo dell'azienda. Quello dell'Agenzia delle entrate dà la possibilità di produrre un documento ma rimane estraneo a tutti gli adempimenti civilistici e fiscali necessari». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/dietro-la-fatturazione-elettronica-e-scoppiata-la-gara-dei-software-gestionali-2588954026.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="dal-primo-settembre-la-fatturazione-elettronica-arriva-anche-nei-negozi-al-confine-con-la-svizzera" data-post-id="2588954026" data-published-at="1757467736" data-use-pagination="False"> Dal primo settembre la fatturazione elettronica arriva anche nei negozi al confine con la Svizzera Dal primo di settembre sarà obbligatorio emettere la fattura tax free in modalità elettronica. A ricordarlo è l'Agenzia dogane e monopoli. La novità andrà dunque a riguardare tutti i negozi di frontiera che hanno come clienti persone non appartenenti alla comunità europea. Parliamo per esempio del commerciante di Varese o di Como che vende un bene ad un cittadino svizzero. Fino a fine agosto il negoziante potrà emettere una fattura cartacea, che successivamente il cliente svizzero dovrà mostrare alla dogana. Dal primo di settembre avranno invece valore solo le fatture elettroniche. Questo significa che il commerciante dovrà emettere e inviare all'Agenzia delle dogane la e-fattura usando Otello 2.0, programma messo a disposizione dalle Dogane. Questa comunicazione arriverà direttamente alle dogane, che verificheranno il match tra il dato inviato e il prodotto in uscita dall'Italia. Per registrarsi su Otello 2.0 il commerciante si dovrà procurare un dispositivo per la firma digitale, oppure usare le credenziali Spid. La differenza, rispetto alle aziende che saranno obbligate dal primo gennaio 2019 a usare la fattura elettronica, è la possibilità di rivolgersi ad un intermediario. I commercianti di confine non potranno infatti rivolgersi ad alcun soggetto terzo, perché dovranno emettere la fattura nel momento esatto in cui avviene l'acquisto. Il negoziante dovrà inoltre rilasciare una copia cartacea al cliente in modo che possa averla come prova. Altro aspetto da tenere in considerazione è la connessione internet. Molto spesso infatti nelle zone di confine ci possono essere problemi di connessione. Se si dovesse perdersi la linea internet, o ci dovessero essere disservizi su Otello 2.0 le fatture elettroniche non potranno essere emesse. E dunque l'acquisto del bene non potrà essere finalizzato.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.