
Il leghista da Barbara D'Urso: «Si torna al voto. Forza Italia? Non so, ai Mondiali non ci saremo». In onda anche il leader dei grillini. Prove di fidanzamento, un gemellaggio catodico tra i due nuovi alleati della politica italiana.La Terza Repubblica irrompe in diretta nelle case degli italiani con una irresistibile fiction pop, veicolata dai vetrini azzurrati e dalle luci sfavillanti di Pomeriggio 5, che illuminano in sequenza prima il sorriso amaro e arrabbiato di Luigi Di Maio, il concorrente numero uno, quello giovane, e poi il faccione sarcastico e caustico di Matteo Salvini, il concorrente numero due, il tele-combattente. Prove di fidanzamento, un gemellaggio catodico tra i due nuovi alleati della politica italiana.La Terza Repubblica nasce da questa contaminazione totale di codici, linguaggi, slogan, se ti distrai per un attimo non capisci più dove sei. Salvini ne è consapevole e ci ride su, addirittura ci gioca: «Che dici, Barbara?». Lei: «Su cosa?». «Cottarelli lo facciamo entrare nella casa del Grande Fratello?». La D'Urso (su certe cose non si scherza): «La puntata è domani». Applauso scrosciante. Lei, Barbara D'Urso, per una sera sacerdotessa di un nuovo tempio, sorride, legge comunicati del Quirinale su Pomeriggio 5 (si riferiscono alle battute di Di Maio di un secondo prima) con il piglio di un sottosegretario alla presidenza, scarta con sagacia il sospetto di «impar» condicio: «Guardate che Fassino doveva essere già qui ma non riesce ad arrivare perché ci dice che è bloccato nel traffico di Roma». Buche malefiche. E subito dopo: «Se Renzi vuole chiamare, in qualsiasi momento, noi siamo quiiiii...». E Salvini, beffardo: «Ma perché? Tanto sono cinque anni che Renzi va in giro a dire bugie ogni giorno, se per una volta non è in tv, non cambia nulla». Lei: «I miei autori mi dicono che al Nazareno sono chiusi in una riunione e nessuno può telefonare». Dove inizia la realtà e dove la fiction quando Barbara legge in tempo reale quel comunicato del Quirinale su Pomeriggio 5? «Matteo, il Colle dice che Di Maio ha mentito quando ha detto che erano stati proposti anche Siri e Bagnai!». Il leader del Carroccio: «Non lo so. Quando è accaduto io non c'ero». D'Urso, sorriso: «Maddaì!». Matteo, ghigno: «E che devo dirti? Mica seguo Di Maio ovunque». Di nuovo Barbara, cortese ma incalzante: «Matteo, dicono che avevi previsto tutto, che hai fatto questa manovra su Savona apposta». Lui, spiazzante: «Ma allora sono un genioooo!». Lei sorride, ma non molla: «Rispondi?». E Salvini: «Dopo due mesi a lavorare e a trattare per cercare un accordo, dopo quindici giorni a studiare i dossier, dopo notti in bianco per decidere la squadra? Allora sarei davvero un genio». Ancora la signora del pomeriggio Mediaset: «Perché avete rotto proprio su Savona? Perché non Giorgetti?». E Salvini, appellandosi al pubblico dursiano: «Scusate, quanti di voi conoscono il professor Savona alzino la mano!». Campo largo. Non si alza nessuna mano. Lui, trionfante: «Vedi Barbara? Non hanno colpito un uomo ma le sue idee. Potevamo dire Savona, D'Urso, Pippo, Pluto, Paperone, Salvini, noi volevamo qualcuno che andasse a trattare con l'Europa i soldi per mettere a posto le pensioni e ridurre le tasse!». Applauso. La Terza Repubblica entra in campo quando Barbara cambia tono e chiede: «E Berlusconi? E Forza Italia?». E Salvini, con una battuta che a Cologno in altri tempi avrebbe fatto tremare qualcuno: «Forza Italia? L'Italia non si è qualificata ai Mondiali». La Terza Repubblica è quando arriva il momento sguardo in Camera, e Matteo si rivolge a Mattarella in un confessionale: «Presidente, nessun problema». Il primo piano si stringe: «Torniamo a votare, ci vediamo tra qualche mese, con più voti, e ricominciamo da dove ci eravamo fermati». Leu si è spaccata ieri, Forza Italia forse entrerà in fibrillazione sul voto, il Partito democratico si ritrova al governo dopo aver ripetuto per 70 giorni: «Staremo all'opposizione, dove ci hanno collocato gli elettori, tocca ad altri governare». La Terza Repubblica ha prima disarticolato l'asse tradizionale politico destra-sinistra, poi l'asse cromatico identitaria rosso-blu (sostituendolo con il giallo-verde), poi quello tra vecchio e nuovo, infine ha fatto saltare anche l'architrave delle alleanze tradizionali. Il sovranismo e il pensiero eurocritico sono cresciuti come un culto di nicchia, lontano dai riflettori, e poi hanno trovato la loro bandiera in un signore di ottant'anni che passa in un giorno dai convegni con Giorgio La Malfa, Claudio Borghi e Antonio Rinaldi, al quiz di Salvini nel pubblico di Pomeriggio 5. La Terza Repubblica è troppo piccola e insieme troppo grande per trovare una forma, entra nelle nostre case alla velocità di un tweet, con un trillo di Whatsapp, con un video, un sms e una webcam, a metà strada tra il Grande Fratello e il Grande Quirinale.
Andrea Crisanti (Ansa)
Levata di scudi delle levatrici contro la proposta del dem di far praticare pure a loro le interruzioni di gravidanza. Il senatore dava per scontato il benestare, ma ieri è arrivato lo schiaffo dagli Ordini: «Insuperabili criticità, totalmente estranei al progetto».
(IStock)
Ira Pd per il divieto di educazione sessuale alle medie: «Valditara e Roccella siano auditi dalla bicamerale sul femminicidio». Proibendo l’indottrinamento, il ddl impedisce de facto agli «esperti» di avere finanziamenti.
Legacy codes
Oltreoceano si valuta di potenziare la deterrenza. Per colpire in profondità però occorrono dati d’intelligence.
Vladimir Putin e Donald Trump (Getty images)
Prima protesta, dopo Bruxelles accoglie «con favore» il summit da Orbán: «Nessun divieto di viaggio». La Corte penale strepita: «Arrestare lo zar». I magiari invece se ne infischiano: «Lo aspettiamo con rispetto».