2022-03-24
Delega fiscale, è lotta anche sulla flat tax
Nessun accordo tra governo e partiti della maggioranza in merito alla «tassa piatta», che i giallorossi vogliono smontare e il centrodestra difende compatto. Si rischia lo stallo come sul catasto: l’inizio della discussione in Aula slitta al 4 aprile.Continuano le tensioni, tra i partiti della maggioranza, sulla delega fiscale. Se prima il pomo della discordia è stato il catasto, adesso è la volta della flat tax. I vari membri della maggioranza hanno infatti idee diametralmente opposte sul tema e al momento non si è riusciti a trovare una sintesi che possa mettere d’accordo tutti. La posizione della Lega, ma anche di tutto il centrodestra, è quella di mantenere ed ampliare la tassa piatta già esistente che riguarda i redditi fino a 65.000 euro. Opzione che vede l’opposizione della sinistra, fatta eccezione per il M5s. I grillini hanno una visione ibrida sull’argomento, dato che hanno proposto la «easy tax», che ha come obiettivo uno scivolo graduale, per chi supera i 65.000 euro l’anno per accompagnare il contribuente verso il regime di tassazione Irpef ordinario. Per il Pd, invece, si devono prevedere solo delle agevolazioni per chi esce dalla flat tax ed entra nel regime classico di tassazione. Inoltre il partito di Enrico Letta vorrebbe che parte del gettito della tassa piatta andasse ai Comuni e alle Regioni. Da parte sua il governo, giovedì scorso, aveva avanzato due ipotesi: mantenere la flat tax fino a 65.000 euro (senza variazioni) o eliminare la misura. Da allora i partiti hanno portato avanti le loro posizioni fino ad arrivare a questa settimana ad una situazione di forte tensione all’interno della maggioranza, tanto che il passaggio della discussione in Aula della delega fiscale è slittata dal 28 marzo al 4 aprile. Per evitare dunque, la stessa situazione (a livello di votazione) verificatasi in commissione Finanze alla Camera sul catasto, il governo ha convocato ieri al Mef incontri bilaterali con i diversi partiti per cercare di trovare una sintesi comune. Sulla flat tax l’esito della riunione è stato positivo, spiegano Alberto Gusmeroli, capogruppo in commissione Bilancio e vicepresidente della commissione Finanze, e Massimo Bitonci, deputato della Lega: «Bene l’apertura del governo alla nostra proposta di mini flat tax. Abbiamo proposto di tornare alla nostra versione della legge di Bilancio 2019 senza quei paletti che limitavano dipendenti e pensionati». Il documento in questione vedeva una tassa piatta ampia, prevedendo una tassazione agevolata al 15% per i soggetti con partita Iva che avevano ricavi fino a 65.000 euro, e dava la possibilità anche ai pensionati o ai dipendenti che superavano i 30.000 euro di reddito di accedere al regime forfettario. Altro punto su cui la Lega si dichiara soddisfatta è «l’apertura (del governo) sull’uscita graduale dal tetto dei 65.000 euro di fatturato». Al momento non si è ancora parlato di soglie, e infatti resta da capire il compromesso che troverà il governo tra le varie anime politiche, visto che le posizioni sono distanti fra loro. Altri segnali positivi arrivano sull’ abolizione dell’Irap (operazione inserita in Manovra 2022 solo per alcune categorie), che secondo la Lega sarebbe il momento di estendere anche alle società di persone e agli studi associati. E sulla rateizzazione del secondo acconto di novembre 2022 nel semestre gennaio-giugno 2023, con contestuale riduzione della ritenuta d’acconto.Nell’incontro di ieri il Carroccio ha inoltre risposto anche all’idea del Pd in merito alla flat tax e la distribuzione a pioggia ai Comuni e alle Regioni: «Abbiamo confermato la nostra posizione sul carattere vincolante del parere espresso dalle commissioni parlamentari sulla delega e che se una quota della mini flat tax dovesse andare ai Comuni, il criterio deve essere federalista», concludono Gusmeroli e Bitonci. Per quanto riguarda la flat tax, tanto ambita dal centro destra, anche il M5s ha proposto al governo, nell’incontro di ieri, una sua idea di tassa piatta. Secondo gli esponenti del partito la flat tax è sicuramente uno strumento valido ma che presenta delle distorsioni. Per questo motivo il Movimento guarda con scetticismo l’idea di alzare la soglia oltre i 65.000 euro. La loro idea è invece racchiusa all’interno della easy tax. Questa, secondo Vita Martinciglio, capogruppo del M5s in commissione Finanze alla Camera, che assieme al collega Giovanni Currò ha partecipato all’incontro tecnico al Mef sulla delega fiscale, «può rappresentare un punto di caduta ideale fra due diverse istanze relative alla flat tax. Aspettiamo che il governo faccia sintesi. Intanto la struttura base del documento presentato ieri (martedì, ndr) dall’esecutivo ci soddisfa, perché è stata accolta la struttura del cashback fiscale che abbiamo proposto noi e introduce il principio transitorio del regime forfettario», spiega Martinciglio. L’idea è dunque quella di creare uno scivolo per chi supera la soglia dei 65.000 euro con una tassazione agevolata (superiore al 15%) che accompagni il contribuente verso il regime Irpef. Oggi si sarebbe dovuta tenere una nuova riunione di maggioranza per trovare un’intesa sui principali nodi della delega fiscale in base alle varie esigenze dei partiti, ma essendoci ancora diverse questioni irrisolte il tutto dovrebbe slittare a martedì prossimo.
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