2023-05-31
Decessi dopo le punture. L’Aifa nascose i dati anche all’ufficio stampa
Anna Rosa Marra (Imagoeconomica)
Scoop di «Fuori dal coro». Anna Rosa Marra, ora direttore, contro la dipendente: «Non sta bene di testa». Malgrado le rivelazioni choc, nessuna replica.«La probabilità di osservare un decesso in un anziano vaccinato da poco, è elevata». Una frase che solleva molti dubbi, ma che purtroppo non è rimasta isolata. Nel corso di questi ultimi due mesi chi scrive ha condotto un’inchiesta mostrando in esclusiva dei documenti interni dell’Aifa, durante la diretta della trasmissione Fuori Dal Coro, su Rete 4.E anche ieri sera, in occasione dell’ultima puntata della stagione del programma condotto da Mario Giordano, si è aggiunto un nuovo tassello dal quale emerge con sempre più forza una verità sconcertante: l’Agenzia del farmaco ha nascosto dati e informazioni rilevanti. Il perché è ancora sconosciuto, dato che nonostante sia passato molto tempo dalla prima pubblicazione, nonostante ci siano dei documenti inconfutabili e non mere opinioni, nessuno si è esposto e da parte dei vertici dell’Aifa c’è stato un silenzio tombale. Il primo documento è datato 2 gennaio 2021, la campagna vaccinale è iniziata da appena una settimana e già l’Organizzazione mondiale della sanità si accorge che c’è qualcosa che non va, così scrive a tutte le nazioni che hanno avviato le vaccinazioni, Italia compresa. Gli esperti dell’Agenzia del farmaco si mobilitano immediatamente, scrivendo: «Ci è stata fatta una richiesta per sapere casi di anafilassi relativamente al vaccino Pfizer».In pratica, all’Oms hanno avuto segnalazioni di gravi casi di reazioni allergiche al vaccino, chiamate appunto anafilassi, sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti, e vogliono conoscere i nostri dati per capire la misura del problema, sorto a distanza di troppo poco tempo dall’inizio delle vaccinazioni nelle diverse nazioni. Eppure sembra che tutto questo infastidisca l’Aifa, che si interroga su quali informazioni dare: «Fateci sapere quale debba essere il tenore della risposta», scrive un funzionario. E dopo uno scambio di pareri, la decisione è questa: «Potremmo citare solo un caso, senza dare troppi dettagli». Insomma, anche in Italia, nonostante le vaccinazioni siano iniziate da appena una settimana, c’è già un caso di grave reazione allergica, ma questo non sembra preoccupare i vertici dell’Agenzia, anzi. Sembra proprio che stiano cercando di trovare il modo di negare i dati persinoall’Oms. Figuriamoci quanta trasparenza possa esserci nei confronti dell’opinione pubblica italiana.Ma vi è di più. Altri documenti rendono evidente come ci sia stata la volontà di nascondere i dati, persino all’interno della stessa Agenzia. Il 16 febbraio 2021, una giornalista specializzata nel campo medico manda una serie di domande all’ufficio stampa dell’Aifa. Il tema principale sono i 13 decessi post vaccino che vengono riportati nel primo rapporto di sicurezza. Vuole sapere: «Se sono stati eseguiti i necessari accertamenti per stabilire le cause esatte dei decessi». In pratica vuole assicurarsi che siano state fatte le autopsie e che ci siano i referti. Una domanda rilevante dal punto di vista dell’interesse pubblico, tanto che persino all’addetta dell’ufficio stampa Aifa viene il dubbio che siano dati importanti. E così, giustamente, chiede informazioni all’interno: «Ne approfittiamo per chiedervi quanti siano i referti disponibili rispetto a tutti i casi sottoposti ad autopsia».Risultato? La donna che è ora al vertice dell’Agenzia, Anna Rosa Marra, va su tutte le furie, tanto da insultare persino l’addetta stampa, scrivendo: «Questa ragazza mi sa che non sta molto bene con la testa!!! Ovviamente nessuno le fornisca risposta, per favore». Eppure l’addetta stampa non chiedeva altro che dei dati che tutti noi avremmo voluto conoscere, informazioni di interesse pubblico. Quell’interesse pubblico che, a parole, la dirigente Aifa ha sempre detto di difendere. Come durante la conferenza stampa del 9 febbraio 2022, quando è stato presentato il rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini contro il Covid 19. Nel suo intervento, Anna Rosa Marra dice: «Siamo convinti che il nostro è un vero servizio pubblico». Ma allora se è un servizio pubblico perché nasconde informazioni di interesse pubblico? La dirigente vuole mettere subito a tacere quelle che ritiene essere delle domande scomode fatte dall’addetta dell’ufficio stampa della stessa Aifa. Domande su come sia stata valutata la correlazione nei 13 decessi che sono stati segnalati dopo appena un mese dall’inizio della campagna di massa.Le parole della Marra «nessuno le fornisca risposta per favore», rendono evidente il muro di omertà che è stato volutamente alzato per non informare gli italiani di quello che stava realmente accadendo. Un muro di omertà che continua ancora oggi, perché nonostante tutti questi documenti ufficiali siano venuti a galla, nessuno è intervenuto per fare chiarezza.E non finisce qui. È il 21 settembre 2021, la Danimarca si accorge che ci sono dei casi di una malattia che è sempre stata considerata rara al mondo, che però si sono verificati dopo l’inoculazione del vaccino Moderna e uno è stato segnalato anche dall’Italia. Nella comunicazione danese si legge: «Riguarda una donna di 37 anni, tre giorni dopo la seconda dose». Proprio per questo la nazione affacciata sul Mar Baltico scrive all’Italia, vuole maggiori informazioni sulla possibilità che questa malattia rara sia insorta a causa della puntura. L’Aifa quindi è costretta ad ammettere che i casi nel mondo sono davvero pochi, meno di 500, ma soprattutto che in realtà il caso individuato dalla Danimarca, non è l’unico italiano. Nel documento interno dell’Agenzia gli esperti scrivono: «Nel database italiano ci sono altri tre casi associati all’altro vaccino Comirnaty», ossia Pfizer. Una situazione che potrebbe rappresentare un vero e proprio problema. Tre casi di malattia rara concentrati solo su Pfizer: all’Aifa si pongono il dubbio che possa emergere un segnale di sicurezza. «Visti i tre casi, non ci sono gli estremi per un segnale?», domanda un funzionario.Ma un’esperta critica la decisione di segnalare il problema, solo dopo che se ne è accorta la Danimarca, ponendo un’allerta a livello internazionale, e così sottolinea: «Penso che se avevate un segnale, andava inserito tempestivamente senza aspettare tutto questo tempo». Anche questa volta il risultato è sempre lo stesso: il segnale viene ignorato. La Danimarca appena lo rileva dà l’allarme, noi no, rimaniamo immobili. Eppure la dirigente dell’Aifa, Marra, lo sa benissimo che i segnali sono molto importanti, tanto da sottolinearlo sempre nella conferenza del 9 febbraio 2022, dicendo che: «Il segnale è un campanello d’allarme». Ma allora a questo punto è inevitabile chiedersi: quanti campanelli d’allarme sono stati ignorati? E quante persone hanno pagato per questo? Ora queste persone chiedono una risposta. Chiedono la verità. E non possiamo far altro che augurarci che finalmente tutta questa inchiesta porti la magistratura a indagare per far emergere la giustizia.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
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