2025-02-18
De Pascale getta la maschera. Il «modello» Emilia-Romagna è solo tasse, lacrime e sangue
Michele De Pascale, presidente dell'Emilia Romagna (Ansa)
Il governatore rosso presenta il conto ai cittadini: stangata fiscale con aumenti per 420 milioni. E scarica la colpa sul governo, tacendo chi ha creato il buco nella sanità: i dem.«È tutta colpa del governo». Il presidente dell’Emilia-Romagna ha portato a termine la rapina dell’anno con la maschera di Giancarlo Giorgetti calata sul volto; si sa che i boomers progressisti adorano il film Point break. Con un abile diversivo e senza passare dall’Assemblea legislativa, a meno di tre mesi dalla vittoria elettorale Michele De Pascale ringrazia chi lo ha votato con la più pesante stangata fiscale del decennio: aumenti per 420 milioni di euro necessari soprattutto per chiudere un buco di 300 della sanità regionale, non così brillante come la narrazione mainstream vorrebbe far credere.«Di fronte a uno squilibrio tra la spesa sanitaria regionale e il finanziamento statale nel 2024, potevamo scegliere: tagliare o mantenere, anzi potenziare», ha spiegato il governatore anticipando il Bilancio alla stampa. La strategia è consolidata: incolpare del buco chi non ha mai governato la regione, minacciare di recidere servizi essenziali a disabili e fragili, infine mettere in atto manovre «lacrime e sangue», facendole passare per compassionevoli gesti di solidarietà sociale, necessari «per mantenere i servizi, anzi potenziarli». Per ora De Pascale ha potenziato solo le tasse, mettendo le mani in tasca a emiliani e romagnoli direttamente sull’Irpef, con l’aumento dell’addizionale regionale sul terzo e sul quarto scaglione di reddito (28-50.000 e oltre 50.000). Chi guadagna 60.000 euro ne pagherà 330 in più, chi 50.000, 220 in più con meccanismo progressivo. La media degli aumenti è del 3%. Il pacchetto regalo comprende subito anche la riforma del ticket sanitario, che per la prima volta riguarderà pure la farmaceutica. E dal prossimo anno ecco piombare a valle gli aumenti del bollo auto (+10%) e dell’aliquota dell’addizionale Irap (di circa lo 0,3% sul 3,9 fisso) per le imprese. Il gettito finale sarà di circa 420 milioni a vantaggio della fiscalità regionale, così suddivisi: 200 arriveranno dall’Irpef ai ceti medi, 100 dall’Irap alle piccole aziende, 70 dai ticket sanitari e 50 dal bollo. La legnata sarà doppia per i bolognesi, che la settimana scorsa hanno dovuto subìre anche quella del sindaco, Matteo Lepore, sul trasporto pubblico. Dopo aver imposto «la città a 30 all’ora» per indurre i residenti a lasciare l’auto in garage, ha aumentato del 53% in un colpo solo il prezzo dei ticket degli autobus: 2,30 euro, record nazionale. Neo-socialismo in purezza. È il regalo del centrosinistra a chi ha creduto alla «continuità con il buon governo di chi mi ha preceduto» e a chi s’è bevuto fiumi di latte e miele elettorali. Una frase di De Pascale per depistare sull’identikit dei responsabili della stangata è invece illuminante per definirne silhouette e Rayban. «La manovra sui redditi medi e alti servirà a mettere in sicurezza i conti e i servizi della sanità regionale, coprendo il disavanzo di 200 milioni accumulato l’anno scorso». Ora è tutto chiaro, e invece della maschera di Giorgetti avrebbe dovuto calarsi sul volto quella di Stefano Bonaccini, che per anni ha evitato di usare la leva fiscale per motivi di consenso, lasciando che il buco diventasse voragine. Il governatore evita, per amor di partito, di chiamare in causa il suo predecessore che ora sverna serenamente a Bruxelles.Un altro indizio conduce direttamente dagli aumenti di oggi alla gestione di Bonaccini più Elly Schlein, allora vicepresidente con delega all’ecologia. Il Bilancio regionale prevede il «raddoppio della quota dedicata alla manutenzione di fiumi, costa e frane (da circa 24 a 50 milioni l’anno già dal 2025)». Questo a conferma di due realtà contrapposte: la colpevole incuria del passato alla base del dissesto idrogeologico del territorio e la corsa di De Pascale a rimediare con un sostanziale incremento dei fondi, da dragare dai conti correnti dei cittadini. Anche perché, da sindaco di Ravenna sott’acqua, l’attuale presidente regionale fu molto critico nei confronti degli ex leader piddini, sostenitori del partito delle nutrie. E ricevette minacce di morte dagli ambientalisti.La stangata ha fatto infuriare l’opposizione. Pietro Vignali e Valentina Castaldini (Forza Italia): «È una scorrettezza che sia stato illustrato il bilancio regionale senza prima presentarlo all’assemblea legislativa. Chiediamo che De Pascale venga a riferire in aula in merito ai sacrifici chiesti con una manovra da lacrime e sangue alle aziende e alle famiglie». Marta Evangelisti, capogruppo di Fratelli d’Italia: «La strategia appare chiara, incolpare il governo e aumentare tutto ciò che era possibile. Se questa è la linea di De Pascale, ci fa rimpiangere Bonaccini». Nell’arte del salasso a sinistra di Paperino c’è qualcuno con i canini più affilati del governatore: è il sindaco di Modena, Massimo Mezzetti, che per essere più estremo, nella sua personalissima stangata ideologica ha ampliato la tassazione Irpef anche alla fascia 15-28.000 euro. Perché in quel gran pezzo dell’Emilia non devono piangere solo i (molto presunti) ricchi. Ma anche gli altri.
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