
Sul portale ufficiale della Santa Sede un vocabolario con 370 voci da leggere o ascoltare per conoscere il magistero degli ultimi Papi È collegato con un podcast sulle frequenze della loro radio. I testi sono tratti da frammenti significativi di interventi dei pontefici.Si potrebbe partire dalla voce «Luna». Nel celebre saluto ai fedeli partecipanti alla fiaccolata per l’apertura del Concilio Vaticano II, l’11 ottobre 1962, le parole ispirate di Giovanni XXIII, Angelo Roncalli, divennero celebri. «Cari figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero […] Si direbbe che persino la Luna si è affrettata, stasera - osservatela in alto! - a guardare questo spettacolo». In questa frase si trova il riflesso della più sofferta tensione interiore dell’uomo di Sotto il Monte: «Le anime, le anime… Che siano una cosa sola. Questo è il grande mistero della mia vita». Paolo VI, Giovanni Battista Montini, nell’Angelus del 20 luglio 1969, poche ore prima dell’allunaggio: «Oggi è un giorno grande, un giorno storico per l’umanità se davvero questa sera due uomini metteranno piede sulla Luna, come Noi con tutto il mondo trepidante […] auguriamo possa felicemente avvenire. […] Faremo bene a meditare sul cosmo, che ci apre davanti il suo volto muto, misterioso […] Faremo bene a meditare sull’uomo, sul suo ingegno prodigioso, sul suo progresso fantastico […] E chi è l’uomo? Chi siamo noi, capaci di tanto?». Se si passa alla voce «Aborto», il riferimento di Paolo VI al progresso diventa sgomento: «Sembra che il progresso umano esiga la licenza di uccidere» (Angelus dell’11 gennaio 1976). Benedetto XVI, Joseph Ratzinger, nel discorso del 12 maggio 2008 al Movimento pro-vita italiano: «L’aver permesso di ricorrere all’interruzione di gravidanza, non solo non ha risolto i problemi che affliggono molte donne e non pochi gruppi familiari, ma ha riaperto un’ulteriore ferita nelle nostre società».Sono circa 370 le voci del dizionario intitolato Papale papale, agevolmente fruibile sul sito Vatican News e frutto di una sinergia multimediale con la Radio Vaticana, che ha attinto dal suo archivio storico per realizzare un podcast quotidiano - curato da Amedeo Lomonaco, Fabio Colagrande e Benedetta Capelli - sui principali temi della weltanschauung cattolico-cristiana nei magisteri degli ultimi Papi - da Pio XII, Eugenio Pacelli, a Francesco, Jorge Mario Bergoglio - in occasione di discorsi pubblici, incontri, omelie e Angelus. Sul sito vaticano, cliccando su ogni singola voce, in circa 8-10 minuti di lettura, si possono leggerne i contenuti, ma anche ascoltarli nelle registrazioni originali mentre sono pronunciati dai pontefici. Un lavoro che, si comprende, ha richiesto un vasto impegno di ricerca e realizzazione e potrà essere, appena possibile, arricchito anche con citazioni specifiche del neoeletto Leone XIV, Robert Francis Prevost. Se, infatti, la lettura delle encicliche, comunque sempre consigliabile, richiede un certo impegno, questo glossario costituisce uno strumento adatto ai nostri tempi per conoscere le posizioni della Chiesa su ogni tema sensibile dell’esistere. Voce «Matrimonio». Nell’udienza generale del 6 settembre 1978 Giovanni Paolo I, Albino Luciani, che, a causa del brevissimo pontificato non poté scrivere nessuna enciclica, disse: «Una volta, su un giornale, mi sono permesso di scherzare, citando Montaigne. «Il matrimonio è come una gabbia. Quelli che son fuori fanno di tutto per entrare, quelli che sono dentro fan di tutto per uscire». […] Alcuni giorni dopo […] un vecchio Provveditore agli studi […] mi ha rimproverato dicendo: “Eccellenza, ha fatto male a citare Montaigne, io e mia moglie ci siamo uniti da 60 anni e ogni giorno è come il primo giorno”». Voce «Divorzio». Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, nel discorso agli avvocati del Tribunale della Rota Romana del 24 gennaio 1981: «Contro la prassi greco-romana e giudaica, che facilitava assai il divorzio, già l’apostolo Paolo dichiarava: “agli sposi ordino, non io ma il Signore: la moglie non si separi dal marito e il marito non ripudi la moglie”. Seguì la predicazione dei Padri, i quali, di fronte al dilagare dei divorzi, affermavano che il matrimonio, per volontà divina, è indissolubile». Voce «Lussuria». Francesco: «Il lussurioso cerca solo scorciatoie: non capisce che la strada dell’amore va percorsa con lentezza. E questa pazienza, lungi dall’essere sinonimo di noia, permette di rendere felici i nostri rapporti amorosi» (udienza generale del 14 gennaio 2024).Voce «Felicità». Benedetto XVI: «Sì, la gioia entra nel cuore di chi si pone al servizio dei piccoli e dei poveri. In chi ama così, Dio prende dimora, e l’anima è nella gioia. Se invece si fa della felicità un idolo, si sbaglia strada ed è veramente difficile trovare la gioia di cui parla Gesù» (Angelus, 16 dicembre 2007). Voce «Dolore». Paolo VI: «La vostra sofferenza non è inutile; il tempo della vostra malattia non è perduto. Essa può essere utile per voi stessi, una penitenza che vi fa più buoni, come un’esperienza che vi fa più saggi» (radiomessaggio ai malati del 10 settembre 1965). Voce «Ferragosto». Giovanni Paolo II, appena dimesso dal Policlinico Gemelli dopo il ricovero per l’attentato subito il 13 maggio 1981, nell’incontro con la comunità pontificia del 14 agosto 1981: «A tutti ancora una volta - poiché siamo in un certo periodo, qualificato dal punto di vista romano come Ferragosto - auguro un buon Ferragosto». Voce «Purgatorio». Benedetto XVI, nell’udienza generale del 12 gennaio 2011, parla di Santa Caterina da Genova, «che, nella sua esperienza mistica, non ha mai rivelazioni specifiche sul purgatorio o sulle anime che vi si stanno purificando». «In Caterina - spiegò Joseph Ratzinger - il purgatorio non è presentato come un elemento del paesaggio delle viscere della terra: è un fuoco non esteriore, ma interiore. Questo è il purgatorio: un fuoco interiore». Giovanni Paolo II, udienza generale del 4 agosto 1999: «Questo termine non indica un luogo, ma una condizione di vita. Occorre precisare che lo stato di purificazione non è un prolungamento della situazione terrena, quasi fosse data, dopo la morte, un’ulteriore possibilità di cambiare il proprio destino». Voce «Mistero». Pio XII, radiomessaggio del 24 dicembre 1944: «Il mistero del Santo Natale proclama questa inviolabile dignità umana con un vigore e un’autorità inappellabile, che trascende infinitamente quella cui potrebbero giungere tutte le possibili dichiarazioni sui diritti dell’uomo». Voce «Musulmani». Paolo VI, Angelus del 17 ottobre 1965: «La legge della carità si allarga e si applica a tutti. Ne daremo noi stessi oggi l’esempio, pregando per i non cristiani, per quelli specialmente che, derivando dal padre Abramo le loro credenze, hanno una parentela spirituale con la nostra fede, gli ebrei e, oltre a essi, anche i musulmani».Voce «Morte». Benedetto XVI, udienza generale del 15 febbraio 2012: «La morte di Gesù è caratterizzata esplicitamente come evento cosmico e liturgico. In particolare, segna l’inizio di un nuovo culto, in un tempio non costruito da uomini, perché è il corpo stesso di Gesù morto e risorto, che raduna i popoli e li riunisce nel Sacramento del suo corpo e del suo sangue». Voce «Operai». Giovanni Paolo II durante la visita pastorale a Livorno del 19 marzo 1982: «Sono passato accanto al banco del vostro lavoro e mi è tornato spontaneamente alla memoria il tempo in cui anch’io, dopo aver lasciato, a Cracovia, la cava di pietra di Zakrzrowek, entrai a lavorare alla Solvay, in Borek Falecki, come addetto alle caldaie. […] Considero una grazia del Signore l’essere stato operaio, perché questo mi ha dato la possibilità di conoscere da vicino l’uomo del lavoro, del lavoro industriale, ma anche di ogni altro tipo di lavoro. […] Quando lasciai la fabbrica per seguire la strada del sacerdozio ho portato con me l’esperienza insostituibile di quel mondo». Voce «Paura». Giovanni Paolo II, nella celebre omelia d’inizio pontificato del 22 ottobre 1978: «Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!». Voce «Defunti». Paolo VI, Angelus del 2 novembre 1969: «Dove sono i nostri defunti? E dove siamo noi, destinati alla medesima sorte? La paura, la desolazione ci prenderebbe se non avessimo in mano la nostra lampada, la lampada della fede, che rischiara l’immenso volto notturno del regno della morte. Noi vorremmo oggi accendere in ognuno di voi questa lampada». Benedetto XVI, Angelus, 2 novembre 2008: «È necessario anche oggi evangelizzare la realtà della morte e della vita eterna, particolarmente soggette a credenze superstiziose e a sincretismi, perché la realtà cristiana non rischi di mischiarsi con mitologie di vario genere». Francesco, Angelus del 2 novembre 2014: «Nessuno dei Tuoi figli vada perduto nel fuoco eterno dell’inferno, dove non ci può essere più pentimento». Voce «Giornalisti». Giovanni Paolo I, discorso ai rappresentanti della stampa internazionale del 1° settembre 1978: «Non ci nascondiamo i rischi di massificazione e di livellamento che i mezzi della comunicazione sociale portano con sé, con le conseguenti minacce per l’interiorità dell’individuo, per la sua capacità di riflessione personale, per la sua obiettività di giudizio». Voce «Credere». Giovanni Paolo I, udienza generale del 13 settembre 1978: «Mia madre mi diceva, quand’ero grandetto: “Da piccolo sei stato molto ammalato. Ho dovuto portarti da un medico all’altro e vegliare notti intere. Mi credi?”. Come avrei potuto dire: “Mamma, non ti credo”. […] E così è nella fede».
(Getty Images)
L’Assemblea sinodale chiede che «la Cei sostenga le giornate contro l’omofobia organizzate dalla società civile» e che «le Chiese locali promuovano il riconoscimento delle persone omoaffettive e transgender, superando discriminazioni in ambienti ecclesiali».
John Elkann (Getty Images)
John Elkann, nipote dell’Avvocato, sconterà dieci mesi ai servizi sociali. E darà lezioni di «cittadinanza attiva» ai giovani, nonostante l’accusa di aver frodato il Fisco e la madre, truccando il testamento di famiglia. Dal «Corriere» soltanto elogi.
Matteo Salvini (Ansa)
Forza Italia: no a misure punitive. Patuelli (Abi): per noi pressione fiscale sopra il 50%.
(IStock)
La proposta di Valditara non doveva essere portata avanti. Ora, quantomeno, si introduca il contraddittorio.






