2021-01-30
Da accessorio di potere a ossessione fashion. Le borse dettano le tendenze
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Jane Birkin (Mike Daines, Shuttershock / Courtesy of Victoria&Albert)
La mostra organizzata dal Victoria&Albert a Londra ripercorre la storia dell'accessorio più amato dalle donne. In esposizione anche la valigetta rossa di Winston Churchill. I 36 modelli che hanno fatto la storia. Dalla speedy di Louis Vuitton alla sacchetta porta sigillo di Elisabetta I. Lo speciale contiene gallery fotografiche. Si dice che la Regina Elisabetta II utilizzi la sua borsa per comunicare in modo discreto con il suo staff. Ad esempio, se la borsetta passa dalla mano sinistra alla destra significa che desidera terminare la conversazione in cui si trova al momento impegnata. Se la poggia per terra significa che è terribilmente annoiata, mentre se deposita sul tavolo significa che è stanca e vuole lasciare l'evento entro pochi minuti. Anche Margaret Thatcher era solita usare la sua borsa come “arma segreta". Durante le trattative più ardue la metteva ben in vista sulla scrivania a dimostrare che non aveva alcuna intenzione di indietreggiare. «Politici e privati. Ogni borsa ha una storia a sé. Racconta chi siamo, la nostra appartenenza sociale e segna un'epoca» ha raccontato Lucia Savi, curatrice della nuova mostra Bags: Inside out. Il museo londinese Victoria&Albert ha infatti deciso di dedicare un'esposizione a questo oggetto di culto riunendo oltre 300 modelli, dalle borse firmate alle scatole da spedizione, dai vanity case agli zaini militari. Bags: Inside out fornisce uno sguardo senza precedenti a questa ossessione globale. «Spesso proiettando dichiarazioni audaci al mondo esterno, mentre nasconde i nostri beni più preziosi, la mostra esplora la funzione, lo status e l'artigianato delle borse» ci raccontano da Victoria&Albert. «Questa mostra tematica esplora il patrimonio mondiale di questi oggetti molto ambiti dal XVI secolo ad oggi». La prima sezione della mostra su «Funzione e Utilità» esamina le borse come oggetti pratici progettati per contenere i nostri beni. Dai vestiti per le vacanze ai documenti confidenziali, dai trucchi ai soldi e persino alle maschere antigas, il design e i materiali delle nostre borse spesso riflettono il loro scopo come oggetti funzionali. Tra i rari oggetti esposti vi sono una grande borsetta ricamata usata per proteggere la matrice d'argento del Grande Sigillo d'Inghilterra di Elisabetta I, una borsa con maschera antigas appartenuta alla Regina Maria durante la Seconda Guerra Mondiale, la scatola rossa per le spedizioni di Winston Churchill e la valigetta di Vivien Leigh. Un sorprendente baule di Louis Vuitton dei primi anni del 1900 incarna il modo in cui le modalità di trasporto nel corso della storia hanno influenzato il cambiamento della forma dei bagagli. Intitolata «Status e Identità», la seconda delle tre sezioni della mostra, esamina il ruolo centrale della borsa nella cultura delle celebrità e la sua notorietà tra l'élite politica e sociale. Con una Hermès 'Kelly' chiamata così in onore di Grace Kelly e una borsa 'Lady Dior' chiamata così in onore della principessa Diana, la mostra esplora il potente e influente mondo dell'approvazione delle celebrità. La prima borsa Hermès Birkin di proprietà dell'attrice e cantante Jane Birkin è al centro della scena - una borsa che è diventata una delle più ricercate e celebrate del XX e XXI secolo. Con le sue iniziali, l'omonima borsa è stata molto usata dalla star e mostra residui degli adesivi che le piaceva applicare. Alimentando il fenomeno delle 'It bag' a partire dalla fine degli anni Novanta e l'inizio degli anni 2000, l'associazione delle celebrità ha aiutato a guidare le vendite delle borse di lusso e a vedere certi modelli raggiungere lo status di icona nella cultura popolare. La borsa "Baguette" di Fendi, indossata da Sarah Jessica Parker nel telefilm di culto Sex and the City, si affianca alla borsa dorata Louis Vuitton Monogram Miroir "Speedy" di Marc Jacobs, resa popolare da Paris Hilton e Kim Kardashian. Sono presenti anche le invidiabili e senza tempo borse Mulberry - brand partner della mostra - 'Bayswater' e 'Alexa'. Disegnata da Nicholas Knightly e posseduta da Kate Moss, la "Bayswater" in mostra riunisce il meglio delle abilità artigianali e delle influenze del patrimonio di Mulberry, mentre la 'Alexa' in prestito da Alexa Chung, ha giocato un ruolo chiave nel revival della 'It Bag' ed è diventata rapidamente una delle borse più ricercate di una generazione. La sezione finale guarda invece al processo di «Design and Making». Dallo schizzo al campione, dal cucito alla vendita. Con specialisti di materiali dislocati in diverse località del mondo e competenze tramandate all'interno di case di moda centenarie, questa sezione svela l'ingegnosità impiegata dai principali marchi. Un "tavolo dei creatori" permette ai visitatori di avvicinarsi ai processi di produzione delle borse e ai materiali, insieme a nuove interviste commissionate a designer e creatori. Schizzi, campioni e prototipi di case di moda internazionali e del marchio di lusso britannico Mulberry mostrano le innovative fasi iniziali del processo di design. Uno sguardo all'abile lavoro di modellazione delle borse include esempi di intricato artigianato impiegato su una borsa a forma di cuore in filigrana d'argento del XVII secolo e un porta lettere del XIX secolo decorato con uno squisito ricamo di paglia. Esplorata attraverso il processo di design, questa sezione esamina le forme sperimentali create dai designer e il ruolo della borsa come oggetto di sovversione capricciosa così come un'opportunità di collaborazione artistica. Una borsa del XVII secolo a forma di rana, un giocoso 'Florist's Basket' di Lulu Guinness, la borsa di Thom Browne a forma del suo cane Hector e una borsa Chanel trasformata in un cartone del latte esplorano il surrealismo e l'umorismo evocato attraverso gli accessori. Un focolaio di collaborazioni, la borsa offre un'opportunità per la sperimentazione e il design. Le collaborazioni tra fashion designer, artisti e architetti hanno dato vita a collezioni innovative e spesso in edizione limitata, come la borsa in nylon di Prada reinventata dall'architetto giapponese Kazuyo Sejima, la collaborazione di Valextra con Bethan Laura Wood e la valigia 'International Woman' di Tracey Emin per Longchamp. Uno sguardo al futuro termina la mostra con i designer che sperimentano materiali innovativi ed ecosostenibili, tra cui uno zaino di Stella McCartney realizzato con rifiuti di plastica oceanica riciclata e una borsa realizzata con tubi antincendio dismessi da Elvis e Kresse.
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