2022-09-04
«Crollano le nascite in 18 Paesi europei. È l’effetto vaccino?»
La «correlazione» tra culle vuote e adesione alla campagna in uno studio tedesco. Gli esperti: cautela, ma serve indagare.Un documento di 90 pagine, pubblicato a fine agosto dal tedesco Raimund Hagemann, analista di dati tra i più affidabili a livello Ue per i lavori che realizza con il suo team di esperti, medici inclusi, reca come titolo Diminuzione del numero di bimbi nati vivi in Europa. Tabelle, grafici, elaborazioni sono state fatte utilizzando i numeri forniti dagli istituti di statistica di 18 Paesi, tra i quali spicca l’assenza dell’Italia «che aveva dati fermi al 2020», spiega l’autore.Concentrato su due variabili, vale a dire i tassi di natalità e la frequenza della vaccinazione anti Covid, il lavoro confronta le nascite mensili dei primi cinque mesi del 2022 con la media degli ultimi tre anni, evidenziando come ciascuno Stato mostri un calo mensile fino a oltre il 10%. Si va dal -1,3% della Francia al -18,8% della Romania, dal -7,4% della Spagna al -8,9% della Germania. In 15 Paesi questo calo ha superato il 4%, in 7 è andato oltre il 10%.Non è stata trovata alcuna correlazione tra la diminuzione dei tassi di natalità e l’incidenza delle infezioni da Covid-19 o i ricoveri per questa malattia, mentre si riscontra una «significativa correlazione negativa tra il calo dei tassi di natalità e l’alto numero delle vaccinazioni nei nove mesi precedenti, nella fascia di età 18-49 anni, in 13 di 18 Paesi», si legge. Mettendo insieme tutte le segnalazioni, nei 18 Paesi presi in esame risultano -110.059 nascite (-7%) nei primi cinque mesi del 2022.La vaccinazione contro il Covid può davvero avere influito? Studi, su reazioni avverse negli organi riproduttivi femminili e sulla fertilità maschile, andrebbero approfonditi, si legge nel rapporto, per valutare l’effettivo beneficio delle vaccinazioni in larga parte della popolazione non a rischio, escludendo quindi possibili, tragiche correlazioni con il calo delle nascite di bambini vivi (ma è stato comunque acclarato il rapporto tra il vaccino e i disturbi mestruali). Nella ridottissima documentazione che l’Fda, l’ente regolatorio statunitense, è stata costretta a iniziare a pubblicare in merito alle 329.000 pagine del rapporto che portò all’approvazione in via emergenziale del vaccino anti Covid di Pfizer, si legge che su 270 casi di donne incinte, si registrarono 23 «aborti spontanei» e 5 casi di neonati morti prima e dopo il parto. Eventi avversi vennero riscontrati in 17 di 133 bambini allattati da madri che si erano vaccinate.Il New England Journal of Medicine, il 26 aprile 2021 scrisse che «più di 100.000 donne in gravidanza hanno riferito di aver ricevuto una vaccinazione Covid-19 e tuttavia solo una piccola frazione (4,7%) si è iscritta al registro delle gravidanze v-safe». Sottolineava «l’urgenza non solo di includere le donne in gravidanza nelle sperimentazioni cliniche, ma anche di investire in sistemi di sorveglianza sanitaria pubblica per la gravidanza, che coinvolgono un numero assai maggiore di donne», investendo nella sorveglianza e nella ricerca sulla salute materna anche in vista di nuove, possibili pandemie.La preoccupazione c’è, per gli effetti dei vaccini anti Covid sulla salute femminile, anzi cresce.Pochi giorni fa, il settimanale svizzero Die Weltwoche ha pubblicato un articolo inquietante dal titolo «Dimmi dove sono i bambini». Il sommario spiegava che «in cinque mesi, da gennaio a maggio sono “scomparsi” 6.000 bambini» e che i dati «suggeriscono che la vaccinazione anti Covid sia responsabile», di una crisi nella natalità in Svizzera «unica nella storia». Il calcolo, dei bimbi scomparsi (tra 5.500 e 6.000) è stato fatto prendendo i dati dell’Ufficio federale di statistica (Bfs), che indicano un -15,1% delle nascite in cinque mesi.«Non c’è mai stato un calo così forte, né in termini assoluti né in percentuale», scrive Konstantin Beck, professore di economia delle assicurazioni all’Università di Lucerna, autore dell’articolo, citando un solo dato simile, il -13,5% del 1915, quando la Grande guerra comunque peggiorò le condizioni di vita di una Svizzera neutrale. Circa 6.000 bambini che mancano all’appello e considerando gli attuali circa 83,6 anni di aspettativa di vita, «sono mezzo milione di anni» mancanti, scrive il settimanale.Susanne Grylka, vice capo della ricerca presso la scuola di formazione per ostetriche dell’Università di scienze applicate di Zurigo (Zhaw), ha parlato di un baby boom nel 2021, quando si ebbe un’impennata delle nascite del 3,5%, ma questa spiegazione non basta a spiegare un crollo così vertiginoso quest’anno. Fosse colpa del Covid, il calo, non si capirebbe l’aumento di bimbi nati lo scorso anno, molti dei quali concepiti in piena pandemia.Nel Paese elvetico «la vaccinazione ha raggiunto il picco a maggio e giugno 2021, rispettivamente con 537.100 e 843.700 prime vaccinazioni, e il tasso di natalità è crollato a febbraio e marzo 2022, nove mesi dopo», mette in fila i dati Beck. «In tutti i Cantoni attualmente mancano in media 339 nascite al mese, ma in quelli a più alto tasso di vaccinazione anti Covid, come Zurigo, Berna, Ginevra, Ticino, se ne aggiungono altri 381, vale a dire -720 nascite su base mensile».Quando terminerà l’anno e si conosceranno i numeri finali, l’argomento correlazione con il vaccino potrà essere confermato o privato di fondamento. Nel frattempo, un avvocato svizzero che al momento preferisce restare anonimo, sta elaborando un questionario da sottoporre alle imprese funebri per sapere, in modo anonimo ma certo, se è aumentato il numero di bambini nati morti. Diverse agenzie, infatti, l’hanno contattato segnalando un aumento di esequie di neonati, venuti al mondo privi di vita.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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