2023-02-11
Crolla il tabù del contrasto alle Ong
Oltre a finanziare fortificazioni e vigilanza aerea, il Consiglio parla delle «entità private» che operano in acqua. E rispolvera la missione europea per i salvataggi.Il documento del Consiglio europeo sull’immigrazione, firmato dai 27 leader dei Paesi Ue, apre la strada a finanziamenti comunitari «sostanziali» per «infrastrutture e capacità» utili alla protezione dei confini, compresi mezzi di «sorveglianza aerea». Ma, soprattutto, riconosce «la specificità» delle frontiere marittime. E per costruire una «cooperazione rafforzata» sulle attività di ricerca e soccorso rispolvera il Gruppo di contatto europeo, un progetto messo su nella primavera del 2021 con l’obiettivo di evitare incidenti in mare, mantenere la sicurezza della navigazione e garantire una gestione efficace della migrazione, ma che non è mai diventato operativo. Di fatto, però, riconosce l’esistenza di un problema legato alle Organizzazioni non governative. Una delle pietre angolari sulle quali si regge il documento, infatti, affronta, anche se indirettamente, proprio la questione Ong: «Il Consiglio europeo condanna i tentativi di strumentalizzare i migranti a fini politici, in particolare se utilizzati come leva o nell’ambito di azioni ibride di destabilizzazione. Invita la Commissione e il Consiglio a portare avanti i lavori sugli strumenti pertinenti, comprese eventuali misure nei confronti degli operatori di trasporto dediti alla tratta di persone o al traffico di migranti o che agevolano tali pratiche». E anche se l’approfondimento sugli «operatori di trasporto», definiti «entità private», ovvero i taxi del mare, è slittato a marzo, un tassello che fissa la questione è stato posizionato. E deve essere andato storto al presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, che ieri sul codice di condotta per le Ong era stata categorica: «È stata adottata una direttiva sulla facilitazione (oltre 20 anni fa, ndr) ed è uno di quegli strumenti che dobbiamo prendere in considerazione». «Il Consiglio ha chiaramente riconosciuto che la migrazione è una sfida europea che richiede una risposta europea», ha detto il presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, subito dopo il vertice. Un punto che ovviamente incassa la soddisfazione di Giorgia Meloni, che l’ha definito «un cambio di passo ottenuto e non percepito». La difesa dei confini ora è un problema europeo. Meloni nel suo intervento sui migranti «è stata piuttosto vigorosa, molto efficace, rispettata e costruttiva», ha sottolineato un alto funzionario europeo in una dichiarazione riportata dall’Ansa. «Penso abbia fatto delle ottime osservazioni», ha aggiunto la fonte, «ha ascoltato, ha espresso una posizione, non condivisa, ma presentata sempre con una modalità rispettabile». Quella delle Ong, ha osservato il funzionario, «naturalmente è una questione. Il tema della ricerca e del soccorso è un problema per l’Italia come lo è per la Germania e per Malta, con vedute diverse». Poi ha concluso: «Meloni nel suo intervento ha sempre mantenuto il rispetto degli altri anche se con alcune opinioni molto differenti sui movimenti migratori. Grazie a un incontro trilaterale con l’Italia si è riusciti a concordare sul linguaggio» delle conclusioni. E, stando al documento approvato (con ben nove capitoli dedicati all’immigrazione e sei sotto capitoli sul controllo delle frontiere), «rafforzamento» e «accelerazione» sulle «misure operative» devono essere «immediati». In sostanza l’Unione europea, è scritto nel documento, «esprime il suo pieno sostegno all’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) [...] nella protezione delle frontiere esterne, nel contrasto alla criminalità transfrontaliera e nell’intensificazione dei rimpatri». Poi è stata ribadita «l’importanza di rendere operativi il sistema di ingressi-uscite e il sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi». E, punto sul quale si erano concentrati i Paesi più esposti, è stata invitata la Commissione «a finanziare misure degli Stati membri che contribuiscono direttamente al controllo delle frontiere esterne, quali i progetti pilota per la gestione delle frontiere, nonché al miglioramento del controllo delle frontiere nei Paesi chiave sulle rotte di transito verso l’Unione europea». Approvato anche il passaggio su «fondi e mezzi dell’Ue per sostenere gli Stati membri nel rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture di protezione delle frontiere, dei mezzi di sorveglianza, compresa la sorveglianza aerea, e delle attrezzature». Non si fa riferimento esplicito a barriere e muri chiesti da alcuni leader, ma il passo sulle «infrastrutture di protezione» ha di certo messo d’accordo anche loro.