2020-03-06
Crolla il mito delle lezioni online. Prof spiazzati, caos e disservizi
Negli atenei d'eccellenza ci si laurea in videoconferenza, mentre elementari e licei arrancano: insufficienti competenze e supporti.Nelle chat di classe di tutta Italia si è già scatenato il panico. Alimentato, ieri, dalle parole del presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, che non esclude una possibile proroga della chiusura delle scuole anche dopo il 15 marzo. Il problema non è (solo) gestire i figli a casa ma garantirne l'educazione attraverso la didattica a distanza. L'home schooling, o smart learning, sta creando scompiglio anche tra i docenti. Le difficoltà di gestione cambiano a seconda dell'età degli alunni: per le scuole elementari ci si appoggia soprattutto al registro elettronico, perché i bimbi da soli non sono capaci gestire una eventuale lezione online, con la consegna dei compiti a distanza o appunto sulle chat. Ma vanno recuperati quaderni e libri e non è consentito entrare negli edifici scolastici. Serve quindi un docente che raccoglie tutto il materiale e poi lo consegna fuori dalla scuola. Un gran caos, anche nella circolazione di video da caricare, link da scaricare, e indicazioni da comprendere. Tra screenshot sfuocati delle pagine e confusione sugli esercizi. Qualche insegnante coraggioso ha pure tentato di fare lezione direttamente nella chat salvo poi arrendersi all'ennesima richiesta di chiarimento da parte di madri e padri sul disegno da riprodurre o sull'equazione da completare. O all'ennesimo grazie ripetuto 28 volte da ciascun genitore online. Tutti incollati su Whatsapp in conversazioni multiple confondendosi tra il tema del figlio in prima B e il ripasso degli affluenti della figlia di terza C.Al liceo qualcuno ha adottato piattaforme per svolgere lezioni interattive in videoconferenza (come Microsoft teams e G suite). Ma seguire da casa è quasi impossibile, troppe distrazioni per i ragazzi e troppo complicato per i professori che in qualche caso non riescono nemmeno a identificare gli alunni connessi con i nickname più strani. Secondo Save The Children, oltre il 48% degli insegnanti non è formato sull'uso delle nuove tecnologie per la didattica, solo uno su tre si sente particolarmente preparato ad utilizzarle. La situazione è più gestibile nelle università. Finché ci sarà l'emergenza, le sedute di laurea all'università di Milano Bicocca si svolgeranno connessi da casa con parenti e amici che virtualmente assistono alla discussione. Stesse modalità anche per gli esami orali. Sia per gli studenti dei 70 corsi di studio sia per gli iscritti ai dottorati, ai master, alle scuole di specializzazione. Anche al Politecnico di Torino - che ha 1.200 studenti provenienti dalle zone rosse oltre a 6.000 stranieri - sono partite le prime lauree magistrali via Web. Tra gli atenei che si stanno attrezzando c'è poi l'università di Verona che da lunedì ha ripreso le attività didattiche in via telematica. Il sistema è stato messo a punto dalla direzione sistemi informativi e tecnologie dell'ateneo guidata da Michele Bianco. «Con un sistema elearning nato oltre un decennio fa», spiega, «è stata creata un'infrastruttura di supporto e affiancamento solido alla didattica tradizionale, il blended learning, in cui il percorso online non si sostituisce alla lezione frontale ma le fa da corollario, potenziandone l'efficacia. Al sistema open source per la gestione dei contenuti multimediali, Moodle, dallo scorso anno si è aggiunto, primo a livello nazionale, un software di videoregistrazione delle lezioni, Panopto, utilizzato nei più prestigiosi atenei mondiali». A Napoli si punta sul progetto Federica web learning della Federico II. «La nostra offerta multidisciplinare e multipiattaforma propone percorsi pensati per attività di orientamento post scolastico, per sostenere e ampliare lo studio degli universitari, anche in partnership con diversi atenei», commenta il professor Mauro Calise, fondatore di Federica web learning. L'università di Genova ha creato una task force che supporta i docenti: «È stata potenziata l'attività sulla piattaforma elearning Moodle, utilizzata in modo massiccio da circa dieci anni. Tutti gli insegnamenti dell'anno accademico in corso sono già disponibili a docenti e studenti» spiega la professoressa Marina Rui, delegato del rettore per l'elearning, «inoltre è stata resa disponibile a docenti e studenti la piattaforma Teams che l'ateneo può utilizzare in virtù di un accordo con Microsoft per la suite Office 365. Si tratta di una piattaforma di cooperazione e videoconferenza che consente sessioni online in modalità sincrone e ne consente la registrazione». Di fronte all'emergenza si sono infine attivati i professionisti del mondo del mondo digital: Luca La Mesa, esperto in social media marketing e docente della Luiss summer school, ha deciso di dare accesso gratuito alle sue lezioni a tutti gli studenti universitari: «Spesso ripeto ai miei studenti che, a parità di livello di formazione tra due persone, quello che fa davvero la differenza è ciò che si è fatto nei momenti in cui si poteva non fare nulla. In queste settimane avranno sicuramente molto tempo libero. Potranno decidere di dedicarlo ad attività a poco valore aggiunto oppure di farlo diventare un'opportunità».