2024-08-04
La crisi tedesca può svegliare la Lagarde. È giunto il tempo di curare la recessione
Christine Lagarde (Getty Images)
La Bce coi tassi alti sta rovinando famiglie e aziende. Ora deve aiutare (anche) Olaf Scholz.Ci dobbiamo occupare, purtroppo, ancora della signora Christine Lagarde nonché della signora Ursula von der Leyen. Che piacere, che gaudio. Il Sole 24 ore, ieri ha lanciato un allarme sulla possibile recessione della Germania e sui magheggi per far tornare la bozza di Bilancio dello Stato tedesco che presenta un buco da 8 miliardi.Partiamo dal buco di bilancio. Siamo abituati ai magheggi dei tedeschi che infrangono le regole di bilancio e della concorrenza dall’entrata dell’euro in poi. Basti pensare alla bilancia commerciale intra-europea mai rispettata e mai sanzionata, neanche con un richiamo formale, scritto o urlato con megafono potente da Bruxelles a Berlino. Nulla, silenzio assoluto. Il loro debito pubblico, sostanzialmente falso perché non comprensivo di quella che da noi potrebbe essere la Cassa depositi e prestiti è spalmato ad arte sui Länder con l’effetto di diminuire considerevolmente anche il debito pubblico complessivo. Mentre a noi l’Europa non fa passare neanche le spese di cancelleria di una scuola elementare di un comunello di montagna. La stessa Germania non ha mai voluto prendere in considerazione l’ipotesi ventilata da economisti e premi Nobel – e non dal duo lescano Lagarde-Von der Leyen -, di considerare il debito di un Paese sommando il debito pubblico con quello privato che in Germania è molto più alto che da noi. Ebbene, sommando le due tipologie di debito il nostro è inferiore non di poco a quello tedesco. Chissà perché non hanno voluto? E chissà perché l’Europa non l’ha voluto. Perché l’Europa è strabica e l’occhio rivolto alla Germania è particolarmente storto da non vedere neanche l’evidenza.Veniamo agli 8 miliardi di buco nel bilancio di quest’anno. Siamo al livello del gioco delle tre carte degno di quelli che fanno presso gli autogrill su un tavolino improvvisato. Veramente giochetti da straccioni. Ad esempio, vorrebbero, per alleggerire il debito trasformare in prestiti i soldi che hanno dato come sovvenzioni alle imprese per combattere il caro-energia: ma vi rendete conto? Ma vi immaginate il ministro Giorgetti che propone una roba del genere. Lo impalano nell’atrio del palazzo della Commissione europea o nella piazza antistante a Bruxelles. Siamo curiosi di vedere cosa diranno dalla Commissione perché, nell’ipotesi minima dovrebbero aprire una procedura d’infrazione e anche pesante, cioè per presentazione di un bilancio artefatto e falso. Il problema è che al comando dell’Europa c’è rimasta la solita ghenga di incompetenti e venduti al maggior offerente. Inutile girarci intorno.La prospettiva di una possibile recessione della Germania dovrebbe allarmare la Signora LaGuardia che da anni gioca coi tassi di interesse in barba agli interessi veri di imprese e famiglie europee. Fa LaGuardia solo dove le pare seguendo in modo rigido le regolette dell’inflazione senza alcuna flessibilità e considerazione effettiva delle sue politiche monetarie sull’economia reale che, fino ad oggi, sono state disastrose perché tenendo i tassi alti è aumentato in modo spropositato il tasso dei prestiti alle imprese – che hanno investito di meno –, e sui consumatori - che hanno consumato di meno. Un disastro, nell’epoca della fluidità la signora LaGuardia si è mantenuta rigida sulle sue posizioni come un palo di acciaio temperato. Nulla da fare: muro o non muro, tre passi in avanti, peccato che contro il muro c’è finita l’economia europea.Chissà, se ora che in crisi c’è la Germania – fatto negativissimo per l’economia europea -, si darà una svegliata baciata come Biancaneve nei boschi di Bruxelles dal cancelliere Olaf Scholz in sella a un cavallo bianco. Un’immagine orrenda, me ne scuso con i lettori, ma rende l’idea.Alla Bce e alla sua presidente interessano maggiormente, ritengono più importante lavorare per un’inflazione che ormai non c’è, o diminuire i tassi per contribuire a tenere lontana la recessione? Inflazione o recessione? Arriveranno a comprendere il dilemma? Non ci vuole Amleto, basta un pallottoliere, delle sinapsi funzionanti e neuroni anche moderatamente attivi, e un buon manuale di macroeconomia che possono trovare nella vicina università di Louvain-la-Neuve. Non occorre neanche leggerlo tutto, anche perché poi andrebbe capito. Vedremo quale disastro riusciranno a fare anche questa volta la pericolosa coppia «Attenti a quelle due», Lagarde-Von der Leyen.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
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