2025-10-15
Francesi ancora in pensione a 62 anni per avere l’ok dei socialisti a Lecornu
Il premier congela la riforma fino alle prossime presidenziali, ma i conti pubblici richiedono altri sacrifici. Possibile tassa sui grandi patrimoni. Il Rassemblement national: «Progetto di bilancio da macelleria fiscale».Ieri pomeriggio il neo premier Sébastien Lecornu ha tenuto il discorso di politica generale del suo governo nell’emiciclo dell’Assemblea nazionale. L’intervento è durato circa mezz’ora. Da un lato, il neo premier francese ha relativizzato il caos politico-istituzionale che sta attraversando il Paese. Secondo lui, la Francia non sta vivendo una «crisi di regime». Dall’altro, ha dovuto tornare con i piedi per terra parlando della necessità di «un bilancio serio e affidabile per la Francia». Poi il Lecornu ha ripetuto quanto aveva già detto pochi giorni fa, ovvero che il suo è un governo «di missione» e «aperto al compromesso». Inoltre ha ribadito l’intenzione di non ricorrere all’articolo 49.3 della Costituzione francese, che permette agli esecutivi transalpini di approvare certe leggi senza dibattito parlamentare. Due anni fa, Elisabeth Borne aveva invocato questo articolo costituzionale quando era premier e doveva approvare la riforma delle pensioni. Tutto legale, ma così facendo ha provocato una crescente frustrazione nella società civile che si è espressa alle elezioni legislative anticipate che hanno partorito un’assemblea nazionale senza maggioranza.E proprio della riforma delle pensioni ha parlato Lecornu annunciandone la sospensione da «questo autunno» e «fino alle elezioni presidenziali». «Nessun aumento dell’età pensionabile avrà luogo da ora fino a gennaio 2028», ha precisato il premier «come espressamente richiesto dalla Cfdt», uno dei principali sindacati d’Oltralpe. Ricapitolando, due anni fa, Borne aveva scavalcato il Parlamento e trasformato in legge un dispositivo che avrebbe impattato sulla vita di milioni di francesi. La mossa aveva fatto scendere in piazza migliaia di persone e bloccato a più riprese vari settori. Ai tempi, Borne aveva giurato che le nuove regole pensionistiche erano indispensabili. Due anni dopo, invece, un premier retto da una maggioranza barcollante dice che la riforma delle pensioni può essere messa tra parentesi. A cosa dovranno credere i francesi? E come saranno compensati i risparmi che la riforma avrebbe dovuto generare per le casse statali? Già perché, secondo Le Figaro, il costo della sospensione della riforma pensionistica costerà 400 milioni, nel 2026 e 1,8 miliardi di euro nel 2027. E poi, per restare in ambito economico, Lecornu ha anche promesso di portare il deficit francese «a meno del 5% del Pil» perché, ha detto parlando come un sovranista qualunque, si tratta di un «imperativo di sovranità».Per il capo del governo francese «spendere meno è un’urgenza» e ha previsto «un quadro pluriennale» basato «su una vera riforma dello Stato». Inoltre il premier ha annunciato l’arrivo di un nuovo progetto di legge contro le frodi al fisco e alle casse di malattia e previdenza. Lecornu ha anche suonato musica per le orecchie delle sinistre, visto che ha detto di voler «regolamentare l’ottimizzazione fiscale», la creazione di «un contributo eccezionale per i grandi patrimoni» senza però includere il «patrimonio professionale» dei contribuenti più facoltosi.Dopo l’intervento di Lecornu hanno preso la parola i rappresentanti dei partiti. Il primo è stato il capogruppo de Les Républicains (Lr), Laurent Wauquiez, secondo il quale tutto quanto richiesto dal Partito socialista (Ps) «è stato ripreso dal primo ministro», tuttavia ha garantito che il suo partito non farà parte «di quelli che faranno cadere i primi ministri». Ma in casa Lr c’è aria di tempesta, infatti il presidente del partito, ed ex ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, è stato molto più critico affermando che «per evitare la censura il governo la fa pagare a caro prezzo ai francesi». Per la leader del Rassemblement national (Rn) Marine Le Pen, gli Lr «si sono consegnati alla macronia» mentre il suo collega di partito, Jean-Philippe Tanguy, questo progetto di bilancio è una «macelleria fiscale». Il loro alleato Eric Ciotti, ha proposto a Retailleau un’«alleanza a destra con l’Rn». Il numero uno del Partito comunista, Fabien Roussel, ha definito la sospensione della riforma pensionistica una «prima vittoria». Dello stesso parere anche gli onorevoli Ps che, come ha confermato a Bfm Tv il deputato Laurent Baumel «non voteranno la censura» (sfiducia, ndr), «per il momento». Al contrario, per gli ecologisti e il partito di estrema sinistra La France Insoumise (Lfi) non ci sono dubbi, entrambi voteranno la censura all’esecutivo quando sarà discussa dall’Assemblea nazionale giovedì. Per il capogruppo del partito Horizon, fondato dall’ex premier Edouard Philippe e alleato della formazione di Emmanuel Macron, «sospendere la riforma delle pensioni» è un atto di «pericolosa facilità». Senza sorprese, invece il capo dei deputati macronisti, l’ex premier Gabriel Attal, si è detto «pronto a compromessi». Come detto, giovedì l’Assemblea nazionale discuterà le mozioni di censura al governo Lecornu II presentate da Rn e Lfi. Non è detto che tutti i socialisti e gli Lr seguiranno le indicazioni dei loro partiti. Lo stesso vale per una parte dei deputati delle autonomie. Per questo sia la sopravvivenza che la caduta dell’esecutivo si giocheranno sul filo di lana.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)
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