2023-08-08
«Deep state» e Silicon Valley picconano Biden
Mentre i sondaggi danno Trump in costante risalita, il cordone sanitario attorno al presidente perde pezzi. Il declassamento di Fitch è uno schiaffo, ma da tempo i rapporti con Pentagono e intelligence si sono raffreddati. E Obama è restio a rimettere la faccia per lui.La rielezione di Joe Biden non è affatto scontata. Per il presidente americano, il principale ostacolo non è tanto Donald Trump quanto semmai una crescente opposizione da parte dell’alta burocrazia statale e di alcuni rilevanti settori economici. Innanzitutto, l’attuale amministrazione americana è stata funestata da imbarazzanti fughe di notizie. A maggio 2022, Biden ebbe una telefonata molto tesa con il capo del Pentagono Lloyd Austin, il direttore della Cia William Burns e la direttrice dell’intelligence nazionale Avril Haines, lamentandosi del fatto che erano trapelate alla stampa notizie, secondo cui i servizi Usa avevano condiviso informazioni di intelligence con gli ucraini, per aiutarli a uccidere generali russi e ad affondare l’incrociatore Movska. Ad aprile scorso, è stata la volta dei Pentagon leaks, che hanno imbarazzato la Casa Bianca, creandole anche degli attriti nei suoi rapporti con Ucraina, Israele e Corea del Sud. Senza poi trascurare gli oggetti volanti non identificati abbattuti dall’aviazione americana a febbraio scorso nei cieli di Alaska, Yukon e Michigan: l’opacità di quelle operazioni ha gettato ulteriore discredito sull’amministrazione Biden, che ha ricevuto critiche non solo dai parlamentari repubblicani ma anche da quelli dem. Discredito accentuato dal fatto che, il 12 febbraio scorso, Northcom sostenne di non escludere che gli oggetti abbattuti potessero essere di origine aliena: un’assurdità che, 24 ore dopo, la Casa Bianca si trovò costretta a smentire. Si tratta di una serie di circostanze che difficilmente può rivelarsi casuale. È abbastanza probabile che pezzi del Dipartimento della Difesa e dei servizi stiano cercando di mettere i bastoni tra le ruote a Biden. D’altronde, è dalla crisi afgana che l’attuale presidente intrattiene difficili rapporti con quei mondi. Tra agosto e settembre 2021, si registrarono tensioni tra il Dipartimento di Stato e il Pentagono per la caduta di Kabul, così come si ebbero attriti tra l’intelligence americana e la stessa Casa Bianca. E non è finita qui. Segnali di opposizione a Biden sembrano pervenire anche dal mondo economico-finanziario. Il recente declassamento del debito Usa arrivato da Fitch ha suscitato l’irritazione del presidente, che non ha trovato nulla di meglio da fare che incolpare i repubblicani. D’altronde, per lui - che si è ricandidato ufficialmente ad aprile - il giudizio dell’agenzia di rating rappresenta un colpo durissimo. Per non parlare del fatto che anche la Silicon Valley sta iniziando ad abbandonare la nave che affonda. Meta è sempre stata vicina all’attuale amministrazione americana: vantava storici legami con Kamala Harris e limitò la diffusione del famoso scoop del New York Post che, a ottobre 2020, rischiava di mettere nei guai sia Biden sia suo figlio Hunter. Ora però il vento sta cambiando. A luglio, su ingiunzione della Camera, Mark Zuckerberg ha consegnato al Congresso una serie di documenti interni, che provano le pressioni effettuate dalla Casa Bianca di Biden per far sì che il social censurasse opinioni considerate scomode. Ma c’è dell’altro. L’accordo di patteggiamento (molto blando) che Hunter Biden aveva raggiunto con la Procura del Delaware è naufragato, mentre due informatori dell’Agenzia delle entrate americana hanno denunciato interferenze del Dipartimento di Giustizia nell’indagine penale sul figlio del presidente. È altresì emerso che Hunter è ancora sotto inchiesta per potenziale violazione della legge che impone ai lobbisti, operanti per conto di entità straniere, di registrarsi. Significativo è anche che, la settimana scorsa, lo storico socio di Hunter, Devon Archer, abbia accettato di deporre alla Camera, facendo rivelazioni molto scomode sia per lo stesso Hunter sia per il padre. Insomma, pare proprio che lo schermo protettivo, di cui il figlio di Biden ha finora goduto, si stia sfaldando. Ma perché tutti questi scogli? Il presidente è anziano, impopolare e alla guida di un partito spaccato. Non solo un recente sondaggio del New York Times lo dà in parità con Trump al 43% in un eventuale nuovo duello elettorale nel 2024, ma deve anche guardarsi da un rivale interno, Robert Kennedy jr, che, candidatosi alle primarie dem, veleggia attorno al 15% dei consensi. Lo stesso Barack Obama, che nel 2020 fu il grande sponsor del suo ex vice, oggi sembra molto più freddo. Il Washington Post ha riportato che, a fine giugno, i due hanno avuto un pranzo privato. Nell’occasione, Obama «ha promesso di fare tutto il possibile per aiutare il presidente a essere rieletto», ma ha al contempo «espresso preoccupazione per i punti di forza politici di Donald Trump». Obama ha anche sottolineato «la sua preoccupazione che Trump possa essere un candidato più formidabile di quanto molti dem si rendano conto». Se aggiungiamo a tutto questo il fatto che a partire da gennaio si era mostrato stranamente silente, non è assurdo ipotizzare che, durante quel pranzo, Obama abbia quasi voluto spingere Biden a farsi da parte, ostentando ufficialmente sostegno ma rimarcando le difficoltà sulla strada per la rielezione. D’altronde, nel 2020, Obama sostenne de facto il suo ex vice non perché lo apprezzasse (Politico rivelò che non nutriva troppa stima di lui), ma perché Biden era l’unica figura, in forza del suo scarso vigore e del suo scarso carisma, che avrebbe potuto in quel frangente tenere provvisoriamente insieme tutte le correnti del Partito democratico. La situazione si sta però facendo adesso difficile. E l’attuale inquilino della Casa Bianca rischia di ritrovarsi sempre più solo.
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)