
Con il calo della spesa per interessi possono arrivare 2,8 miliardi, mentre pace fiscale e definizioni agevolate garantiscono 1,2 miliardi. «Le Monde» ammette: «Oggi l’Italia è più credibile della Francia».Non per tirarla al Mef che sulle previsioni macroeconomiche di metà anno ci va sempre molto cauto, ma se diciamo che mai come in questo agosto il grande cantiere della manovra di bilancio parte sotto buoni auspici è difficile essere smentiti. I fatti sono sotto gli occhi di tutti e partono da un presupposto, la ritrovata stabilità politica del Paese in un contesto europeo (Francia e Germania su tutti) sempre meno stabile. Faceva una certa impressione leggere poche ore che fa il report di una delle principali banche tedesche, Commerzbank, che evidenziava come lo spread tra Italia e Francia, che è sceso sotto i dieci punti dopo aver toccato vette di 200, è destinato ad azzerarsi. Così come resta negli occhi che gli stessi cugini transalpini siano costretti ad ammettere la storica inversione di rotta: «Per i francesi è doloroso sentirselo dire», scrive Le Monde, «ma agli occhi di gran parte degli investitori non ci sono più dubbi: l’Italia di Giorgia Meloni è attualmente credibile quanto la Francia in materia di finanze pubbliche. Se non di più». Motivi? «Una prima spiegazione sta nella nuova stabilità politica in Italia, un punto chiave per gli imprenditori».I titoli dei giornali fanno piacere, ci mancherebbe, ma al ministero dell’Economia pensano più ai conti che dopo anni di sofferenze iniziano a tornare. E se cala la spesa per interessi rispetto a quella preventivata, vuol dire che nelle casse dello Stato entrano nuove risorse da dirottare su altri rivoli: la manovra per esempio. Secondo quanto risulta alla Verità, se la tendenza in atto dovesse essere confermata, alla fine dell’anno il costo del servizio al debito avrebbe un peso inferiore di circa 2,8 miliardi rispetto alle previsioni del Tesoro. Non solo perché anche le entrate fiscali fanno sorridere Giorgetti & C. In cassa sono entrati, secondo i dati anticipati da Italia Oggi, 1,2 miliardi grazie ai pagamenti ordinari dei contribuenti che stanno rispettando i piani di definizione agevolata e ai versamenti dei contribuenti che hanno sfruttato la finestra di riammissione alla rottamazione quater. Risultati che ovviamente rilanciano uno dei principali obiettivi della Lega in vista della prossima legge di bilancio, una nuova rottamazione che venga incontro sia alle esigenze dei piccoli debitori sia di chi deve più di 50.000 euro e potrà diluire i pagamenti fino a 120 rate. Sul tema è intervenuto ieri il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega, Matteo Salvini, che ha alzato ancora il pressing sugli alleati e sul governo. Salvini ha fatto sapere di aver parlato con il titolare dell’Economia, il collega di partito Giancarlo Giorgetti, e ha mostrato ottimismo: «Sono convinto che la portiamo a casa», ha spiegato, «la rottamazione definitiva delle cartelle per noi sarà sicuramente la priorità e penso che non debba essere una priorità della Lega, ma di tutto il governo. Abbiamo uno spread che si sta avvicinando ai minimi termini, abbiamo raggiunto i francesi, abbiano un governo stabile, la Borsa ai massimi, l’occupazione ai massimi. C’è una situazione economica discreta e dobbiamo osare».Lavori tra alleati di governo in corso. Così come sono in corso i lavori sulle altre partite calde della prossima Finanziaria. La priorità va al taglio dell’Irpef. L’intervento dovrebbe toccare lo scaglione che parte da 28.000 e arriva a 50.000 euro, ma l’obiettivo è estendendolo fino a quota 60.000. Si punta a ridurre il prelievo dal 35 al 33%. Costi? Intorno ai 4 miliardi che farebbero tirare un bel sospiro di sollievo alla classe media con benefici che superano i 400 euro per i redditi fino a 50.000 euro. Il governo poi ha messo la faccia su un altro dossier molto delicato per gli italiani, le pensioni. In ballo c’è il meccanismo, voluto dalla legge Fornero, che lega l’incremento dell’età pensionabile all’aumento dell’aspettativa di vita. Morale della favola, dal 2027 ci vorranno tre mesi di lavoro in più per lasciare l’impiego e ricevere l’assegno previdenziale. L’età di uscita dovrebbe passare da 67 anni a 67 anni e tre mesi. L’obiettivo è la sterilizzione che secondo i calcoli dell’Istat costa circa tre miliardi. Troppi. Così il governo sta lavorando a soluzioni alternative e meno esose. Poi ci sarà da scovare altri fondi per stabilizzare l’Ires premiale prevista per le aziende che hanno i conti in ordini e che assumono. E siamo solo ad agosto. Ma negli anni scorsi anni la temperatura sui conti pubblici era decisamente più rovente.
Giorgia Meloni e Mark Rutte (Ansa)
Con i moniti sui missili di Putin contro Roma, Rutte (e Zelensky) si fossilizzano sul lato Est, ignorando che la sicurezza collettiva, come dice l’Italia, passa pure per le frontiere meridionali. Dove Mosca è altrettanto minacciosa. E la Turchia sta giocando sporco.
Ahmad Massoud (Ansa)
Il leader della resistenza afgana Ahmad Massoud : «Il terrorismo non si batte con le concessioni. I fondamentalisti sono un pericolo reale».